Incompatibilità della segretaria generale del Comune di Latina, Alessandra Macrì: il ricorso dell’ex dirigente dell’Ente inammissibile
Il Tribunale amministrativo di Latina ha dichiarato inammissibile la domanda presentata dall’ex Dirigente dell’Avvocatura Comunale di Latina, Francesco Di Leginio. Il Tar spiega che la materia del ricorso – che aveva posto l’attenzione sulla incompatibilità di Alessandra Macrì, divenuta coordinatrice dell’avvocatura comunale senza essere iscritta nell’elenco speciale apposito – è di competenza del Tribunale del Lavoro.
Il caso era emerso nei mesi scorsi quando il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati ha chiesto conto della nomina e, per farlo, ha inviato una nota firmata dalla segretaria, Maria Cristina Sepe, anche alla Sindaca di Latina, Matilde Celentano, e alla stessa segretaria generale Alessandra Macrì.
Gli avvocati pontini contestano “la violazione dell’articolo 23 del Regolamento per la tenuta dell’elenco speciale degli avvocati dipendenti di enti pubblici del Consiglio dell’Ordine di Latina, in relazione all’affidamento della responsabilità dell’Ufficio legale ad un avvocato non iscritto nell’elenco speciale. Risulta infatti ex ta-bulas la insussistenza di tale requisito in capo al Responsabile dell’Avvocatura comunale nella persona dell’avvocato Alessandra Macri”.
Nell’ambito di una causa di lavoro, invece, l’ex dirigente dell’avvocatura comunale, Francesco Di Leginio, ha proposto il ricorso al Tar di Latina. La Giunta Celentano, infatti, ha preso atto dell’avvenuta proposizione dell’appello contro la sentenza emessa dal Tribunale del Lavoro di Latina nel 2024, che ha respinto l’opposizione proposta dallo stesso Comune di Latina avverso il Decreto Ingiuntivo n. 364/2021 con il quale l’avvocato Di Leginio, ex dipendente dell’Ente, ha ingiunto il pagamento di somme a titolo di compensi professionali per l’attività difensiva svolta nella qualità di Dirigente Avvocato dell’Avvocatura del Comune di Latina trattenute per superamento dei tetti di legge, per effetto della determinazione n 182/2024 del 6 febbraio 2024, resa dal Dirigente ad interim del Servizio Avvocatura del Comune di Latina, Alessandro Macrì, e per effetto della procura alle liti.
Una determinazione, quella di Macrì che non è andata giù a Di Leginio. Il Comune, quindi, nel proporre appello contro la sentenza che ha dato ragione a Di Leginio ha nominato l’avvocato Peppino Mariano. Un legale, quest’ultimo, non interno all’ente comunale in quando, già nel 2021, nell’ambito del giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo di Di Leginio, il segretario generale dell’epoca faceva notare la situazione di conflitto d’interessi. In sostanza, la ratio era questa: l’ente non poteva essere rappresentato dagli avvocati dell’ente che fino a poco tempo prima vedevano in Di Leginio il loro Dirigente. È così che, lo scorso 6 febbraio, la segretaria generale attuale Alessandra Macrì, nonché dirigente dell’avvocatura ad interim, nomina l’avvocato Mariano per fare opposizione alla sentenza del Tribunale del Lavoro che riconosce i crediti a Di Leginio.
Poi succede il resto. Lo scorso 26 febbraio Di Leginio, tramite il suo avvocato, notifica al Comune di Latina il ricorso innanzi al TAR di Latina, per l’annullamento, previa sospensiva, della determina con cui la segretaria Macrì nomina l’avvocato Peppino Mariano. Inoltre, lo stesso Di Leginio, nel ricorso al Tar, estende l’impugnazione al Decreto del Sindaco, quello del settembre 2023, con il quale sono state conferite al Segretario Generale Alessandra Macrì le funzioni dirigenziali ad interim del Servizio Avvocatura del Comune di Latina. In pratica, viene sollevata la stessa questione emersa con la nota del consiglio dell’ordine degli avvocati di Latina: Macrì non sarebbe legittimata a svolgere il ruolo di dirigente dell’avvocatura comunale e per tale ragione, motiva Di Leginio, non poteva nominare Mariano.
Ora, la battaglia si sposta presso il Tribunale del Lavoro, competente per materia.