DROGA E ARMI IN CASA: ASSOLTA LA NIPOTE DI “ROMOLO” DI SILVIO. IL PM AVEVA CHIESTO 6 ANNI

Di Silvio mafia
Una della abitazioni, nel quartiere Gionchetto, dove vivono appartenenti al Clan Di Silvio. Le immagini della Polizia di Latina

In casa con armi e sostanza stupefacente: arrestata dalla Polizia di Stato, oggi la 28enne Rosaria Di Silvio è stata giudicata

Esito sorprendente per la vicenda giudiziaria che ha coinvolta la 28enne Rosaria Di Silvio, figlia di Carmine Di Silvio, detto “Porcellino” o “Zio Sale”, numero due del clan del Gionchetto capeggiato dal fratello e zio dell’indagata, Giuseppe Di Silvio detto “Romolo”.

Accusata di detenzione di armi e possesso di droga ai fini di spaccio, la 28enne, difesa dall’avvocato Sandro Marcheselli, è stata assolta dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese. La giovane, incensurata, è stata giudicata col rito abbreviato. Nel corso della discussione, la difesa aveva chiesto il patteggiamento della eventuale pena che, però, era stato respinto dal pubblico ministero Simona Gentile la quale aveva chiesto per la 28enne una pena di 6 anni di reclusione.

Di diverso avviso il Gup Molfese che ha assolto Rosaria Di Silvio, arrestata ad ottobre scorso dalla Squadra Volante della Polizia di Stato e sottoposta agli arresti domiciliari, dopo essere stata trovata in possesso di sostanze stupefacenti e armi presso la sua abitazione in zona cimitero, a Latina.

Fermata nell’ambito di un controllo su strada, la giovane è stata poi oggetto di perquisizione personale e domiciliare nell’ambito del quale è stata trovata con due fucili, una pistola, proiettili e oltre un etto tra hashish e cocaina (in tutto 134 grammi).

Davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, la giovane, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, si era avvalsa della facoltà di non rispondere. Il Gip aveva convalidato l’arresto e lasciato la donna ai domiciliari, nonostante la richiesta del legale di concederle la misura cautelare più lieve degli obblighi di polizia giudiziaria.

La 28enne è figlia di uno dei capi del sodalizio rom: è, infatti, figlia di Carmine Di Silvio, numero due del clan del Giochetto, poiché fratello del boss Giuseppe Di Silvio detto “Romolo”. Condannato per associazione per delinquere, con sentenza passata in giudicato, nel processo “Caronte”, che vedeva al centro la guerra criminale pontina del 2010, Carmine Di Silvio, a gennaio scorso, è stato condannato, in Appello, a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa nell’ambito del processo “Scarface”.

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