Inchiesta “Free Beach”, l’associazione Caponnetto e altri organismi lanciano la petizione per far avocare il procedimento dalla Procura di Latina
Una petizione sicuramente irrituale quella partita dall’associazione Antonino Caponnetto e che ha presto trovato altre adesioni tra cui Uil Trasporti Territoriali, Spi- Cgil Lega Monti Lepini Terracina e Comitato Agricoltori Pontino. L’oggetto principale della petizione rivolta a tutti i cittadini di Terracina (l’avrebbero già sottoscritta in una ottantina di persone) è la richiesta che la Procura Generale della Corte d’Appello di Roma avochi a sé la nota inchiesta Free Beach che, il 19 luglio 2022, portò agli arresti dell’allora sindaca di Terracina Roberta Tintari e di altri amministratori e dirigenti del Comune, provocando la caduta della Giunta. Ad essere indagato, in un primo momento, anche l’ex primo cittadino e attuale europarlamentare Nicola Procaccini, in seguito uscito dal procedimento per la non utilizzabilità delle intercettazioni in cui risultava la sua presenza.
Come noto, l’inchiesta è stata chiusa a marzo del 2023. L’ex Procuratore Aggiunto di Latina Carlo Lasperanza, con i sostituti Giuseppe Bontempo e Antonio Sgarrella, hanno inviato 32 avvisi di garanzia, vale a dire la conclusione delle indagini a carico di altrettante persone indagate.
Tra i 32 destinatari dell’avviso di conclusione indagine, c’è per l’appunto l’ex Sindaco di Terracina, Roberta Tintari e, tra gli altri, l’ex assessore ed ex consigliere comunale Davide Di Leo, l’ex presidente del consiglio comunale nella consiliatura Tintari, Gianni Percoco, e l’ex assessore di Fratelli d’Italia, al momento Presidente del Consiglio comunale di Terracina, Luca Caringi.
Diversi i capi di imputazione: abuso edilizio, turbativa d’asta, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, frode in pubbliche forniture, induzione indebita e rivelazione di segreto d’ufficio. Tra gli indagati anche funzionari comunali, dirigenti, tecnici e imprenditori. Si trovano i nomi dell’ex dirigente dei Lavori Pubblici del Comune di Terracina, Corrado Costantino, il noto imprenditore di Gaeta, Marco Crocco, l’altro imprenditore di Terracina, Raffaele Graziani (gestore del lido White Beach), l’avvocato Giuseppe Mosa.
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Al momento, l’inchiesta parrebbe ferma. Sicuramente non è iniziato nessun processo ed è su questo punto che la petizione batte.
“La presente richiesta, in nome e per conto dei cittadini, – si legge nel testo della petizione – al fine di richiedere formalmente l’avocazione all’intestata Procura Generale del procedimento penale promanante dell’indagine nominata “Free Beach” di Terracina e ad oggi pendente presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina.
Si assume, difatti di peculiare interesse che l’azione penale venga sollecitamente esercitata nei confronti dei soggetti che risulteranno responsabili per i fatti delittuosi verificatisi. La conclusione delle indagini preliminari risulta difatti risalire al marzo dell’anno 2023, come appreso dagli organi di stampa, ed è altrettanto evidente che il procedimento segnalato giaccia in una posizione di stallo, probabilmente in buona fede e a causa degli intervenuti trasferimenti di più Procuratori Aggiunti designato ab initio titolare, presso diversa Sede Giudiziaria.
Il tempo trascorso dall’intervenuta conclusione delle indagini senza richiesta di rinvio a giudizio e conseguente la fissazione della udienza preliminare, oltre alla gravita dei fatti denunciati, inducono così i cittadini ad esternare ampie preoccupazioni ed a proporre che l’intera fase d’indagine e conclusione della stessa possa ricevere nuovamente impulso in tal modo realizzando l’obiettivo primario della Giustizia. Segnaliamo alla Procura Generale inoltre che esistono numerose inchieste riguardanti le Istituzioni Pubbliche e Private di Terracina, promosse da Sindacato, associazioni e privati cittadini, di cui ancora oggi non conosciamo l’esito. Quanto sopra dando atto che i cittadini ricorrenti sin da ora di costituirsi parte civile nel procedimento, allo scopo di reclamare i danni perpetrati per la lesione all’immagine della città di Terracina2.