Una dettagliata ricostruzione cronologica dei fatti, accaduti nell’ultimo decennio, accompagna l’interrogazione a risposta immediata che l’intero gruppo del MoVimento Cinque Stelle in Regione Lazio – prima firmataria Gaia Pernarella – ha presentato nelle scorse ore al governatore Nicola Zingaretti, e agli Assessori regionali all’Urbanistica, Massimiliano Valeriani, e all’Ambiente e alle Risorse Naturali, Enrica Onorati, circa “le reiterate attività edilizie abusive” presso il Castello di Gianola”.
Una storia lunga almeno 16 anni, con le prime segnalazioni, ha poi precisato il sindaco di Formia Paola Villa – alla quale la consigliera regionale Pernarella ha fatto visita oggi, a margine della presentazione dell’interrogazione – e non come erroneamente affermato dal titolare dell’opera Gennaro Orefice, secondo cui tutto inizia invece nel 2005.
Entrando nel merito dell’interrogazione alla Regione, bisogna però sottolineare lo scarso interesse proprio della Regione Lazio sulla vicenda, tanto è vero che i competenti uffici – come ricorda la stessa interrogazione – si accorgono solo su segnalazione del sindaco di Formia, nell’aprile scorso, di aver concesso l’autorizzazione all’apertura del Castello come dimora storica del Lazio, salvo poi fare un passo indietro e sospendere l’autorizzazione. “Un fatto – ha poi sottolineato la Pernarella – che ci è apparso da subito singolare, considerate le numerose segnalazioni ricevute riguardo presunti abusi edilizi, e sui cui abbiamo interpellato con un accesso agli atti la Direzione Regionale – Area Vigilanza urbanistico – edilizia e contrasto all’abusivismo – che ci ha messo immediatamente a disposizione il voluminoso fascicolo afferente “la storia” amministrativa e giudiziaria del Castello. Verso la cui proprietà attualmente pende, fissato per il prossimo 19 Dicembre, un giudizio presso il Consiglio di Stato per opere edilizie che il Tar del Lazio ha già giudicato meritevoli di demolizione così come da ordinanza emessa dall’Ente Parco Riviera di Ulisse sul cui suolo sorge il Castello. Un complesso monumentale che leggendo le carte e visionando la documentazione fotografia allegata – prosegue la consigliera 5 Stelle -, ci è apparso sia nelle aree interne che in quelle esterne, profondamente cambiato rispetto alla sua originaria conformazione.
A questo proposito vale la pena ricordare che solo pochi giorni fa, non si capisce bene a quale titolo, l’ex consigliere comunale di Formia Augusto Ciccolella, ha deciso di pubblicare una lunga lettera a firma dell’avvocato Gennaro Orefice, con la quale il proprietario del Castello di Gianola, chiede ai competenti uffici regionali “di voler accettare la mia rinuncia alla partecipazione del Castello di Gianola alla Rete delle Dimore Storiche del Lazio, e di trasformare la sospensione in una revoca volontaria, quale conseguenza della rinuncia qui formalizzata. Tuttavia, devo rappresentare alle SS.VV. di non aver ancora compreso il significato e la finalità della Rete Regionale. Nel territorio formiano sono state riconosciute Dimore Storiche un acquedotto, due teatri romani, una cisterna,un porticato interrato, due porti e due torri militari di avvistamento, tutti reperti archeologici di proprietà del Comune. Nessuna delle realtà ricomprese dalle SS.VV. nella Rete delle Dimore Storiche è una dimora storica. Vi prego, altresi, dopo aver recepito la presente rinuncia, di voler far rimuovere la targa apposta sul cancello d’ingresso del Castello di Gianola (potete leggere post integrale nel link di seguito, ndr).
Così come incomprensibili risultano alcuni comportamenti di altre istituzioni coinvolte nella vicenda. A cominciare dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, la quale arriva ad autorizzare i lavori pur riconoscendoli senza alcuna autorizzazione, ma con il pagamento di una sanzione di mille euro e che già precedentemente si era messa di traverso con lo stesso ente Parco delegittimandolo di fatto dalla propria autorità di controllo e difesa di un’area afferente alla Riserva del Parco. Tutto corredato da svariate ordinanze di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi a causa delle numerose e consistenti modifiche edilizie al complesso originario e con abbattimenti di vegetazione autoctona, sui quali ci sono stati svariati pronunciamenti del Tar, contro i ricorsi di Orefice e in attesa del giudizio del Consiglio di Stato atteso per il prossimo 19 dicembre. Nel frattempo – come si ricorda nell’interrogazione – ci si è messo pure il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano (che del parco è stato commissario dal 2010 al 2013 e ha dimenticato o forse non si è accorto allora delle battaglie del parco) a sfilare lungo il Castello nella trasmissione di cui abbiamo già raccontato, presso il Castello di Gianola.
Alla fine il MoVimento Cinque Stelle non lascia spazio ad ulteriori esitazioni e domanda ai destinatari dell’azione amministrativa intrapresa per “sapere se oltre alle procedure sopra elencate, si sia provveduto a chiedere al Mibac un confronto in merito alle vicende elencate e la condivisione di attività risolutive delle gravi azioni di lesione al patrimonio paesistico e culturale della Regione Lazio”.
Intanto anche Latinatu ha formalizzato, con un messaggio privato, una richiesta rivolta direttamente al proprietario del castello di Gianola Gennaro Orefice, per realizzare una intervista presso il Castello, per ora non abbiamo avuto ancora nessuna risposta: vi terremo aggiornati.