Archiviata la querela sporta dal fondano Aldo Trani nei confronti del giornalista Marco Omizzolo. Ma la difesa farà opposizione
È stata richiesta dal sostituto procuratore di Latina Daria Monsurrò l’archiviazione della denuncia di diffamazione sporta da Aldo Trani nei confronti del giornalista e sociologo pontino, Marco Omizzolo.
La vicenda inizia a settembre di due anni fa, nel 2022. Aldo Trani, 66 anni, uno dei principali imputati del processo Damasco insieme ai Tripodo, cellula di ‘ndrangheta a Fondi, è stato condannato con sentenza passata in giudicato in ordine a reati aggravati dal metodo mafioso. Si trattava del cosiddetto caso Fondi, quando il Comune, per il Ministero dell’Interno dell’epoca (si era nel 2009), era ritenuto infiltrato dalla criminalità organizzata.
Espiata la sua pena, Trani, il 3 settembre 2022, si recò in località Settecannelle, nell’ambito di un incontro organizzato da Legambiente, nel corso del quale fu presentato il libro di Omizzolo dal titolo “Per motivi di giustizia”.
Secondo quanto raccontato da un articolo di giornale, Trani si sarebbe avvicinato a Omizzolo, che nel libro raccontava anche il caso Fondi, proferendo frasi minatorie nei confronti del giornalista. Alla fine della presentazione, secondo l’articolo di giornale, Trani si sarebbe presentato all’autore per farsi firmare una copia, ma al contempo avrebbe detto: “Io sono qui per te…ti sei dimenticato di dire che la libertà è un privilegio per pochi e che può essere tolta in qualunque momento“. Per Omizzolo e il giornale una minaccia.
A parere di Trani, invece, difeso dall’avvocato Giulio Mastrobattista, quella riportata da Omizzolo fu una calunnia. Il 66enne di Fondi si sarebbe avvicinato solo per chiedere un autografo sul libro appena acquistato.
Dopo quell’episodio, il caso finì su giornali anche nazionali e Trani si è ritenuto diffamato “essendo perseguitato dal suo passato”. Per quanto riporta la sua denuncia a carico di Omizzolo, Trani “ha dovuto leggere articoli diffamatori su tutti i quotidiani nazionali e provinciali”. Secondo gli articoli, Trani aveva minacciato Marco Omizzolo e per il 66enne fondano quanto scritto sarebbe stato pubblicato perché “Omizzolo lo ha accusato falsamente per gravi reati intimidatori, pur sapendolo innocente“.
Trani sostiene di non aver mai conosciuto Omizzolo e di non sapere della sua esistenza almeno fino all’incontro del settembre 2022, oltreché al fatto che i reati gravi per cui è stato condannato non sono collegati alle lotte sindacali e contro il caporalato portate avanti dal giornalista-sociologo.
Insomma, secondo la denuncia di Trani, Omizzolo avrebbe detto il falso poiché non solo non sarebbe stato minacciato, né ci sarebbe mai stata l’intenzione di farlo. Per Trani le battute pronunciate all’indirizzo di Omizzolo non erano minatorie, bensì di cortesia, senza contare che le minacce avrebbero costituito una rappresentazione della realtà falsa e calunniosa.
Alla fine, indagato per diffamazione, Omizzolo ha incassato a fine febbraio la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Latina. Tuttavia la querelle non finisce qui perché, come ventilato dalla difesa di Trani, vi sarà una opposizione all’archiviazione per la quale sarà un giudice per le indagini preliminari a decidere se andare avanti con il procedimento e estinguerlo per sempre.
Nella richiesta di archiviazione, il sostituto procuratore scrive che è vero, secondo quanto affermato da una testimone, che non ha proferito nessuna minaccia come riportato dagli articoli di giornale. Al contempo, però, non è stato Omizzolo a riportare di essere stato falsamente minacciato alla giornalista di Latina Oggi che, per prima, ha scritto l’articolo.
Ecco perché, conclude il sostituto procuratore Monsurrò: “la notizia riportata dagli organi di stampa circa la minaccia proferita da Trani non pare riscontrata“, tuttavia “l’autore della diffamazione”, contro il Trani stesso, “non sarebbe comunque Omizzolo, ma un ignoto propalatore“.