Hotel Grotta di Tiberio, torna a intervenire l’ex consigliere comunale di Sperlonga, Nicola Reale: “Cusani dovrebbe dimettersi”
“È a tutti noto il detto secondo cui “La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta”. La frase, secondo Plutarco, fu pronunciata dallo stesso Giulio Cesare nel corso di un processo che vedeva coinvolta l’onorabilità di sua moglie Pompea. Il significato di tale motto è rimasto invariato attraverso i secoli, a testimonianza del fatto che in ogni epoca nell’esercizio di un mandato pubblico, oltre alla legge, occorra tener conto anche di un codice deontologico che impedisca o sanzioni quei comportamenti inopportuni anche se non penalmente rilevanti.
Da qualche decennio la politica è diventata prevalentemente gestione del potere e ad ogni nuova generazione di politici si registra un degrado esponenziale del rapporto tra etica e politica, che poi si traduce nel costante aumento del numero di cittadini che si rifiutano di andare a votare, con conseguente indebolimento della rappresentatività di chi governa e quindi della stessa democrazia.
Leggi anche:
HOTEL GROTTA DI TIBERIO: “UNA SITUAZIONE COMPLESSIVA DI ABUSI EDILIZI”
Per restare alla realtà a noi più vicina, negli ultimi giorni la stampa locale ha dato ampio spazio alla sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha scritto la parola “fine” alla ventennale vicenda della costruzione di un mega-hotel realizzato sulla base di permessi che non potevano essere dati e che ora dovrà essere abbattuto o acquisito al patrimonio comunale. Ciò che tutti sembrano dimenticare è che, nel trascorrere di 20 anni, i proprietari dell’hotel sono stati condannati nei tre gradi di giudizio, poi dal TAR del Lazio e infine dal Consiglio di Stato. Venti anni durante i quali uno dei due proprietari ha ritenuto di potersi tranquillamente ricandidare (ed essere rieletto) alla carica di sindaco, nonostante le molteplici condanne riportate. Certo la legge non lo vieta, ma bisognerà pur riconoscere che non è da tutti avere la faccia di chiedere la fiducia dei cittadini avendo sulle spalle condanne per aver, in nome dei propri interessi personali, danneggiato il territorio, che è un bene di tutti i cittadini.
Sul fatto poi che i cittadini accordassero la loro fiducia ad un candidato imputato per una molteplicità di reati lasciamo che a commentare siano sociologi, psicologi e psichiatri.
Oggi che la sentenza del Consiglio di Stato ha messo la pietra tombale sulla vicenda edilizia, ci sia consentito di annotare che il sindaco non ha sentito nemmeno l’esigenza morale di chiedere scusa ai cittadini e tanto meno di fare un gesto politico che, anche se con molto di ritardo, avrebbe pur sempre avuto un significato nobile di un gesto riparatorio: quello di presentare le proprie dimissioni da sindaco. Invece regna un tranquillo silenzio: tace il sindaco, tacciono le opposizioni consiliari, tacciono i cittadini. Del resto, come diceva il Manzoni a proposito del coraggio di Don Abbondio,
Noi potremmo dire che se uno la dignità non ce l’ha non se la può dare. I tempi sono cambiati: oggi la moglie di Cesare può fare la escort e nessuno si scandalizza”.
Così, in una nota, l’ex consigliere comunale di Sperlonga, Nicola Reale.