La variante Q3 porta alla condanna per diffamazione dell’ex direttore di Latina Oggi, ora capo di gabinetto del Sindaco di Latina, Matilde Celentano
Non solo lottizzazione abusiva e lavori privi di autorizzazione paesaggistica, così come contestato dalla Procura di Latina nell’ultimo risvolto dell’inchiesta che, il 13 gennaio, ha portato al sequestro del neo centro commerciale su Via del Lido. Per tale inchiesta, condotta dal sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano, sono cinque gli indagati tra dipendenti comunali, tecnici e imprenditori.
Nel 2019, invece, gli indagati, per la prima inchiesta sul centro commerciale, furono quattro, tra cui l’ex assessore all’urbanistica dell’allora Giunta Coletta, poi definitivamente archiviato l’anno dopo così come gli allora co-indagati. Solo che a parlare di un numero maggiore di indagati fu l’allora direttore di Latina Oggi, Alessandro Panigutti, il quale, dopo pochi giorni, dovette smentire quanto riportato. Panigutti, infatti, scrisse che ad essere indagata era praticamente l’intera Giunta di Damiano Coletta.
Peraltro, il contendere della querelle, tra chi (Latina Oggi) scriveva che ci fosse l’intera giunta del Comune di Latina indagata e chi (Il Messaggero) aveva riportato correttamente che invece la notizia non era interamente fondata (il Procuratore Aggiunto di Latina Carlo Lasperanza aveva parlato di “notizia non corretta”), si infiammò quando l’allora direttore di Latina Oggi aveva definito i colleghi come crocerossini in difesa di Coletta e dei suoi, o meglio “sminatori di fiducia per cercare di disinnescare la notizia e limitare i danni“.
Sono passati cinque anni e nel frattempo, vistosi indagato in prima pagina, quando non era vero, l’allora sindaco di Latina, Damiano Coletta, ha querelato per diffamazione Alessandro Panigutti che, ad oggi, come noto, è diventato il capo di gabinetto del sindaco di centrodestra, Matilde Celentano, dimettendosi dal suo giornale a pochi giorni dalle elezioni del maggio 2023 che hanno incoronato sindaco, Matilde Celentano.
Una querela, quella di Coletta, che ha portato a un processo per diffamazione che si è celebrato presso il Tribunale competente di Roma (il giornale su cui Panigutti scrisse che Coletta era indagato per la Q3 stampava nella Capitale).
Proprio in data odierna, il giudice monocratico del Tribunale di Roma si è pronunciato, condannando l’attuale capo di gabinetto del sindaco di Latina per il reato di diffamazione aggravata alla pena (sospesa) di 2000 euro di multa. Coletta, difeso dall’avvocato Fabrizio Mercuri, potrà chiedere il proprio risarcimento in sede civile, considerato che Panigutti è stato condannato al medesimo risarcimento dei danni da liquidare in autonomo giudizio civile oltreché alle spese processuali.
Una vicenda quasi antica che vede i due contendenti trovarsi ancora su due sponde opposte, anzi sono proprio avversari politici: l’uno, Coletta, è consigliere comunale d’opposizione per Latina Bene Comune, l’altro, Panigutti, è diventato il braccio destro della prima cittadina di Latina sostenuta da una maggioranza di centrodestra.