Tar di Latina conferma l’interdittiva antimafia nei confronti dell’impresa in cui un tempo figurava come dipendente Gianluca Tuma
Il Tar di Latina, lo scorso 16 gennaio, si è pronunciata sul ricorso presentata da una società, la Snm Costruzioni Generali srl di Latina che, tramite gli avvocati Marini e Carucci, si erano appellati contro l’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Latina negli scorsi mesi a caurco della stessa società collegata a un’altra società, la MGM, entrambi riconducibili all’imprenditore pontino, trapiantato a Roma, Massimiliano Mantovano.
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Una vicenda che nasconde almeno un punto oscuro. Infatti, l’interdittiva antimafia della Prefettura di Latina nasceva dal fatto che il Consorzio per le Autostrade Siciliane, nel 2018, aveva chiesto informazioni per il certificato antimafia sulla Smn, in quanto la stessa era interessata a un appalto. In realtà, il Consorzio siciliano, ente pubblico economico della Regione Siciliana, concessionario per la gestione dell’A20 Messina-Palermo, A18 Messina-Catania e per la Siracusa-Gela, sosteneva di non aver mai chiesto formalmente informazioni antimafia sulla suddetta società.
La Smn, invece, secondo il Gruppo Investigativo Antimafia riunitosi ad aprile 2022 nella Prefettura di Latina, presenta “elementi sintomatici di infiltrazione mafiosa connessi ai collegamenti di Emanuela Sereni, coniuge di Massimiliano Mantovano, con noti personaggi criminali pontini quali Gianluca Tuma, legato al clan Di Silvio, già dipendete della MGM Costruction Engineering Spa, società riconducibile a Massimiliano Mantovano”.
La MGM, nel 2014, fu coinvolta in una inchiesta da parte della Procura di Roma per gli appalti Enac. La vicenda riguardava fatti contestati dal 2011 al 2014. L’imprenditore latinense Massimilano Mantovano, titolare al 99% della MGM, domiciliata a Roma in via Flaminia 395, fu arrestato insieme a collaboratori e a funzionari/dipendenti dell’Enac nel 2014. La sua azione, secondo i magistrati, era in grado di condizionare scelte politiche e di governo. Con l’infedeltà dei dipendenti Enac, si sarebbe accaparrata commesse pubbliche (esecuzioni dei lavori) a prezzi gonfiati subappaltando i lavori a prezzi più bassi causando, in questo modo, un danno patrimoniale alla PA. A novembre 2023, però, Massimiliano Mantovano, per questi fatti, è stato prosciolto.
Alla MGM srl figurava come dipendente/operaio un nome che non poteva passare inosservato: Gianluca Tuma. “Visto cosa è accaduto in Francia a usare la penna scorrettamente”. Così si sentì dire il giornalista de Il Messaggero di Latina, Vittorio Buongiorno, fermato fuori la chiesa San Marco a Latina da un personaggio di cui aveva scritto poco prima. Il riferimento francese era all’attentato alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo.
Buongiorno era colpevole, a detta di Tuma, di aver scritto riguardo alla vicenda di Mantovano/Enac. Tuma fu citato nell’articolo come guardaspalle dell’imprenditore Mantovano (“le belve di scorta”, così come descriveva Tuma e Costantino “Cha Cha” Di Silvio, il gip di Roma nell’ordinanza di carcerazione di Mantovano). Un episodio che è rientrato nel processo “Don’t Touch 2” che vede ancora in corso il processo e dove Buongiorno è parte offesa e civile. Leggi di seguito l’approfondimento di Latina Tu.
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Ad ogni modo, la Prefettura di Latina aveva emesso l’interdittiva antimafia nei confronti della Smn, collegata alla MGM di Mantovano. A contare i rapporti passati di Tuma con Costantino “Cha Cha” Di Silvio, attualmente in carcere e sotto processo anche per associazione mafiosa (derivante dalla maxi operazione antimafia denominata “Reset”). Gianluca Tuma, invece, è attualmente sotto processo per l’operazione della Squadra Mobile di Latina denominata “Ottobre Rosso” (gli viene contestato il reato di intestazione fittizia di beni e un episodio di estorsione insieme ad altri due imputati). L’ultima udienza di questo processo è stata rinviata poiché Tuma è stato arrestato e ristretto nel carcere di Velletri in ordine ad una esecuzione di pene detentive che gli rimanevano da scontare. Ad essere imputato con lui in questo procedimento penale anche Stefano Mantovano, fratello di Massimiliano Mantovano.
Ad essere dirimenti per il provvedimento interdittivo sono stati anche i rapporti tra la Mgm e la Smn Costruzioni, già attinta da analogo provvedimento nell’ottobre del 2022.
A far scattare l’interdittiva nei confronti della MGM era stato il certificato antimafia richiesto alla ditta edile da parte del Provveditorato ministeriale opere pubbliche della Lombardia. È lì, infatti, che l’impresa avrebbe dovuto lavorare. I controlli hanno messo in moto la macchina della Prefettura di Latina che ha agito secondo informative redatte dalla Questura di Latina.
Prefettura che ha agito anche nei confronti della Smn la quale, come detto, è ricorsa contro quell’interdittiva, con il giallo del consorzio pubblico siciliano che dice di non aver mai chiesto informazioni e che, invece, risulta averlo fatto a gennaio 2018, così come motivato dalla stessa Prefettura contro la quale è stato mosso il ricorso della ditta privata: si sarebbe informata infatti per alcuni lavori della manutenzione ordinaria degli impianti elettrici, illuminazione e ventilazione per le strade di sua stretta di competenza e che evidentemente interessavano alla Smn. La stessa Smn, nel ricorso, ha affermato di non avere avuto alcun rapporto con Gianluca Tuma, né di conoscerlo.
A ottobre 2022, la Prefettura spicca l’interdittiva antimafia per la Smn adducendo motivazioni nette in quanto la titolare Emanuela Sereni è legata, tramite il marito, a “Gianluca Tuma, legato al clan Di Silvio, già condannato pr trasferimento fraudolento di valori, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e sottoposto alla misura di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e alla misura della custodia cautelare di tentata estorsione e trasferimento fraudolento di valori“. A giocare un ruolo definitivo sul provvedimento interdittivo c’è la circostanza per cui la Sereni, nel 2006, costituì insieme all’allora moglie di Gianluca Tuma, la società Filcem srl.
Decisivi, quindi, i collegamenti tra Smn e Mgm che, secondo Prefettura e Tar di Latina, risultano entrambi riconducibili a Massimiliano Mantovano. Il giallo del consorzio pubblico siciliano che chiede informazioni antimafia e poi le nega sarà materia della Procura di Palermo, a cui il Tar di Latina ha deciso di inviare gli atti.