Mancanza riscaldamento, il Sindaco Mosca risponde al Consigliere del PD Massimi: “Una brutta pagina creata ad arte”
Sul comunicato stampa diffuso dal Consigliere del PD Giancarlo Massimi, secondo il quale, nel corso della seduta del Consiglio comunale dello scorso 15 gennaio, l’Amministrazione comunale sarebbe rimasta insensibile alla lamentela dell’esponente di minoranza inerente alla mancanza di riscaldamento nell’Aula consiliare durante le ore serali e notturne, interviene ora il Sindaco Alberto Mosca.
“Mi corre l’obbligo di fare delle precisazioni in merito a quanto reso pubblico dal Consigliere Massimi al quale, comunque, va la mia più ampia solidarietà per la patologia che lo interessa. Difatti, se Massimi avesse fatto presente per tempo, anche riservatamente, a me o al Segretario Generale, la sua patologia, sicuramente ci saremmo subito attivati per garantire la funzionalità dell’impianto di riscaldamento oltre la durata prevista dal vigente regolamento.
Tuttavia, tengo a evidenziare che al Consigliere è stata fornita una stufetta catalitica per soddisfare l’esigenza. Massimi, però, inaspettatamente, poco dopo avere attivato la stufetta, ha deciso di spegnerla. Evidenzio anche che il Consigliere di maggioranza Luciano Colantone, presente in Aula, anche lui purtroppo affetto da patologie che lo obbligano a fare ricorso frequente all’ossigeno, ha regolarmente partecipato ai lavori dell’Assemblea, durati ben 18 ore a causa di oltre 150 emendamenti al documento di programmazione presentati dal Consigliere Massimi, senza lamentare alcunché.
L’aspetto che più spiace sottolineare è che l’accaduto sia stato ripreso dal Consigliere Massimi in un proprio comunicato e post, diffusi al termine del Consiglio comunale, che testualmente definisce il sottoscritto e tutta la maggioranza come “incivili”, sino ad arrivare a scrivere “Tutto questo è oggi Sabaudia. Chiudete la porta e buttate la chiave”.
Ovviamente mi astengo da qualsiasi giudizio sul contenuto degli scritti diffusi dal consigliere Massimi poiché saranno i cittadini a esprimere ogni considerazione al riguardo. Concludo soltanto col dire che io non avrei mai fatto riferimento a uno stato patologico per finalità politiche”.