Cessna caduto il 3 settembre 2017: in udienza preliminare, presso il Tribunale di Latina, i due gestori dell’aviosuperfice
Era il settembre di sette anni fa quando un aereo Cessna C182 precipitò all’altezza della Migliara 55. Diversi furono i feriti ma in gravi condizioni, sin da subito, Umberto Bersani e Antonio Belcastro. Entrambi, dopo pochi giorni, morirono. L’aereo Cessna cadde in un campo accanto all’Appia, presso il chilometro 90,200, tra Sonnino e Pontinia.
A ottobre 2022, dopo diversi colpi di scena sia dal punto di vista dell’indagine che delle fasi di udienza preliminare, davanti all’allora giudice dell’udienza preliminare Giorgia Castriota, due degli imputati, Gianfranco Casali e Alberto De Santis, accusati di falsa testimonianza, avevano scelto di patteggiare la pena (3 mesi ciascuno).
I due paracadutisti Casali e De Santis avevano dichiarato che alla guida del Cessna vi fosse Belcastro. Una circostanza smentita dalle indagini dei Carabinieri di Latina.
Il Gup Castriota aveva, invece, rinviato a giudizio (dovranno affrontare il processo presso il Tribunale di Latina) il responsabile dell’associazione sportiva dilettantista Paracadutisti Cisterna Paolo Trevisani, il pilota dell’aereo Giovanni Grande, il vicedirettore dell’Enac, il responsabile della Direzione aeroportuale Lazio, il responsabile della Direzione regolazione personale operazioni di volo e la responsabile del centro di volo.
Oggi, invece, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, si sarebbe dovuta svolgere una costola del procedimento principale per la quale, ad essere accusati di omicidio colposo e lesioni, ci sono due indagati: il gestore dell’avio-superficie, difeso dall’avvocato Antonio Orlacchio, da cui era partito il Cessna e il proprietario della medesima struttura. Fu uno dei consulenti della Procura a sostenere nella sua perizia che l’avio-superficie avrebbe presentato ostacoli e problemi strutturali che avevano inciso nell’incidente successivo.
L’accusa, rappresentata dal Pm Marco Giancristofaro, non ha potuto però avanzare nessuna richiesta, considerato che c’è stato un difetto di notifica nei confronti di uno dei due indagati. L’udienza preliminare è stata rinviata al prossimo 11 marzo.
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