Ampliamento stabilimento Fassa Bortolo: l’azienda dopo la sentenza del Tar fa appello e ricorre presso il Consiglio di Stato
“In relazione all’ampliamento della Fassa Bortolo l’Amministrazione Comunale comunica che si costituirà e resisterà in giudizio innanzi il Consiglio di Stato avverso l’ appello, contenente istanza cautelare, alla sentenza del Tar Lazio Roma sez.V 6 11 2023 n 16404, proposto da Fassa srl. Con delibera di giunta, verrà conferito incarico ai difensori dell’Ente di proporre ogni mezzo di difesa per la tutela della salute pubblica”. Così, sulla sua pagina Facebook, il sindaco di Cori ha dato conto della prossima “battaglia” giudiziaria che vedrà impegnato il Comune contro l’ampliamento dello stabilimento che si trova ad Artena. Infatti, l’azienda della Fassa Bortolo è ricorsa in Consiglio di Stato contro la decisione del Tar arrivata nello scorso autunno. L’udienza cautelare è fissata per il prossimo 11 gennaio.
A novembre scorso, la sentenza del Tar ha stabilito il “niet” alla realizzazione dell’inceneritore della Fassa Bortolo. Se ne rallegrarono residenti, comitati e ambientalisti. Il Tar del Lazio, chiamato ad esprimersi se confermare o meno la sospensione già concessa dell’autorizzazione regionale per l’ampliamento dello stabilimento al confine tra i comuni di Artena e Cori, infatti, ha deciso di affrontare direttamente nel merito il ricorso del comune di Cori, a cui si sono associati anche i comitati cittadini dei residenti di Colleferro, Giulianello, Carventum, Rocca Massima, Lariano e il Comune di Valmontone.
Nonostante le ferme opposizioni della stessa Fassa Bortolo, della Regione e del Comune di Artena, il Tribunale Amministrativo Regionale ha deciso di annullare direttamente l’autorizzazione della società ad appena un mese e mezzo dall’introduzione del giudizio.
Soddisfazione era stata espressa dai legali del comune di Cori, Francesco Salvi e Maria Antonietta Di Noia dello Studio esperto in diritto ambientale B-HSE, e Tommaso Conti: “Il Tar fa giustizia di un procedimento decisamente sui generis, che ignorava le osservazioni e le prescrizioni dell’Arpa e legittimava una serie di ulteriori inaccettabili criticità.
Abbiamo assistito a un iter innaturalmente velocizzato e senza le dovute attenzioni ambientali e sanitarie, che non ha tenuto in debito conto i pareri tecnici e le considerazioni espresse, non tutte necessariamente ostili all’attività industriale ma comunque tali da richiedere una maggiore ponderazione e non, certamente, forzature sconsiderevoli per portare avanti un progetto allo stato incompatibile con il territorio”.
Il Comune di Cori, a giugno 2018, aveva espresso già parere negativo all’aumento di produzione dell’impianto Fassa S.r.l. sul territorio comunale di Artena così da tutelare e preservare il patrimonio e la salute dei suoi cittadini. L’impianto si trova a circa 1 chilometro dal Monumento Naturale Lago di Giulianello riconosciuto e tutelato dalla Regione Lazio.
L’ampliamento, per il Comune di Cori, comporterebbe l’aumento dell’inquinamento ambientale con conseguente ripercussione sulla salute pubblica, la compromissione di tutta l’area Comunale e d’intorni, destinata alla produzione dei prodotti agricoli locali mettendone a rischio la qualità degli stessi; infine, il congestionamento del traffico per le strade di transito di Cori e Giulianello, scaturendo in
maggiore inquinamento oltre all’aggravarsi della gestione e relativa manutenzione delle vie di comunicazione.
Ecco perché, a fine luglio 2023, il consiglio comunale corese aveva votato una delibera di consiglio affinché il Comune adotti tutte le iniziative utili alla predisposizione del ricorso ai fini della tutela della salute dei cittadini, del territorio e dell’ambiente circostante.
Lo scorso 11 agosto, l’amministrazione di Cori, con il sindaco Mauro De Lillis, aveva annunciato il ricorso al Tar. “In sede della conferenza dei Servizi – si leggeva in una breve nota – il Comune di Cori ha già espresso la propria contrarietà all’ampliamento. Oggi, di fronte al parere favorevole della Regione, non possiamo che valutare l’esistenza dei presupposti di un ricorso al TAR e sensibilizzare la popolazione contro questo provvedimento che metterebbe a repentaglio l’economia del nostro territorio vocato alla agricoltura e alla produzione di prodotti proveniente dalla terra di altissima qualità”.