Pestaggio per il debito di droga: il giudice ha sciolto la riserva sulla misura cautelare da applicare a carico del nipote dei Travali
È accusato estorsione, sequestro di persona e minacce ai danni di un giovane di 22 anni, indietro con i pagamenti per la droga, il 19enne Fabrizio Giovannelli, figlio di Vera Travali e nipote dei fratelli Angelo e Salvatore Travali, nonché “figlioccio” di Francesco Viola, attuale compagno della madre.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, dopo l’interrogatorio avvenuto lo scorso dicembre, in cui il 19enne, difeso dagli avvocati Giancarlo Vitelli e Alessia Righi, aveva deciso di rispondere alle domande del magistrato, negando tutti gli addebiti, ha sciolto la sua riserva sulla richiesta della difesa per una misura cautelare meno restrittiva rispetto al carcere.
Giovannelli aveva spiegato al giudice di essere sì in credito con la vittima di sequestro e pestaggio, ma non per la droga quanto per le sigarette elettroniche. Una versione ritenuto non credibile dal Gip che aveva convalidato il suo arresto. Ad ogni modo, considerata la richiesta degli avvocati difensori che hanno documentato un domicilio diverso dal suo a Latina e ubicato a Cassino, a Giovannelli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Dal momento che l’abitazione di Giovannelli, in Viale Nervi, fa parte dello stesso complesso popolare della vittima, il Gip ha deciso che, cambiando domicilio, non sussiste più la misura del carcere per il 19enne.
I FATTI – L’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina aveva già portato, nella tarda serata del 26 novembre, a Latina, presso i palazzi popolari di Viale Pierluigi Nervi, a trarre in arresto un 36enne di Latina, fratello di un personaggio legato al clan Travali. Il 36enne, secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, aveva perpetrato una rapina in danno di un suo conoscente. Si tratta di due condomini che vivono in una delle scale dell’immobile in Viale Nervi. La vittima, col quale aveva litigato poco prima, nel tentativo di andare via dai luoghi del litigio, in un’abitazione nella disponibilità dell’arrestato, era stato dapprima bloccato per le scale, malmenato e infine rapinato del cellulare che aveva in mano, al fine di evitare che lo stesso potesse chiamare aiuto, per poi allontanarsi.
Successivamente soccorsa, la vittima era riuscita a contattare dapprima una conoscente e, poi, le forze dell’ordine, fornendo le prime indicazioni ai militari dell’Arma che, a brevissima distanza dal luogo degli eventi, hanno rintracciato il 36enne.
In seguito, l’indagine dei Carabinieri ha continuato a scavare dietro i motivi del litigio violento ed è venuto fuori che dietro l’azione di ritorsione c’era un debito di droga per circa 50 grammi di hashish, tanto che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, ha firmato l’ordinanza di arresto per Giovannelli, individuato come il pusher che reclamava i soldi della droga. Non solo, perché il Gip La Rosa ha disposto il divieto di avvicinamento alla parte offesa (il ragazzo pestato a fine novembre) nei confronti di una donna di 39 anni, R.M., che ha aveva messo a disposizione il suo appartamento per le sevizie al consumatore di hashish indietro con i pagamenti della droga.
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Il figlioccio del braccio destro dei Travali, Francesco Viola, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha sostenuto di essere arrivato in viale Nervi appena poco prima dell’arrivo dei Carabinieri, dichiarando di essere stato in compagnia di un altro ragazzo di cui ha indicato l’identità in modo da verificare quando dichiarato davanti al magistrato.
Da ciò che è emerso, secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Latina, il debito del 22enne, quello della droga, era passato in breve tempo a raggiungere la cifra di quasi 2mila euro, tanto che Giovannelli sarebbe arrivato a pretendere dalla compagna della vittima di chiedere un finanziamento per l’acquisto di uno smartphone. Nel caso non fosse riuscito a pagare, al debitore sarebbe stato proposto anche di regolare i conti commettendo una rapina. Fatto sta che, non avendo ricevuto i soldi, è scattato il blitz violento con l’aiuto del 36enne, arrestato per primo, che aveva raggiunto il debitore, in fuga dall’appartamento della donna (dove la vittima sarebbe stata picchiata anche con un piccone e mazze di ferro e minacciato con una pistola), prendendolo a cinghiate, malmenandolo e sottraendogli lo smartphone. Solo allora, grazie alla sua compagna, è stato chiamato il numero d’emergenza 112 a cui hanno risposto i Carabinieri.
Secondo il racconto fatto dalla vittima, lo stesso 19enne avrebbe pronunciato una frase piuttosto eloquente circa la sua pericolosità e la spregiudicatezza, così come sottolinea il Gip nell’ordinanza di arresto. Giovannelli, facendo riferimento alla pistola, avrebbe detto alla vittima di 22 anni: “Fai il serio, altrimenti inizia a preparare la carrozzella”, ventilando l’inquietante scenario di una gambizzazione.