L’Uomo a Phi scoperto a Ceriara di Sezze è stato esposto al Museo delle Civiltà “Pigorini di Roma: “Premiata tenacia di Legambiente Sezze”
“Si chiude oggi il cerchio del progetto di recupero dell’Uomo a Phi. Una figura rupestre antropomorfa di epoca preistorica scoperta nel 1936 da A. C. Blanc a Ceriara di Sezze (Arnalo dei Bufali). Il reperto, portato al Museo Pigorini subito dopo la scoperta, – spiega Legambiente – è rimasto esposto fino alla fine degli anni 80, quando si è scoperto che la luce solare lo stava cancellando. Per tale motivo fu tolto dalle sale espositive”.
L’uomo a Phi sembrava ormai destinato a scomparire dalla memoria collettiva. Almeno fino a quando, grazie al progetto camminare nella storia del Circolo di Legambiente Sezze, a cui hanno partecipato circa 500 alunni per anno delle classi III della scuole primarie di Sezze e Latina, hanno ridato vita a questo pezzo di memoria comune che sembrava perso
Le cose sono iniziate a cambiare quando gli studenti, guidati dagli insegnanti e dai volontari del Circolo di Legambiente hanno visitato il sito preistorico del ritrovamento (Arnalo dei Bufali) e partecipato a laboratori didattici in classe sulla preistoria. In una delle fasi del progetto con alcune classi abbiamo contattato la direzione del Pigorini (Museo delle Civiltà di Roma) che in forma del tutto eccezionale ci ha permesso di ammirare l’originale dell’Uomo a Phi conservato nei magazzini del museo. Da quel momento è partita la fase del recupero di quello che è per Sezze ed il territorio, uno dei suoi simboli più importanti.
“Questa operazione, oltre alle migliaia di studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, volontari e genitori, che negli anni hanno contribuito al progetto, ha visto coinvolti gli ultimi tre sindaci di Sezze: Andrea Campoli, Sergio Di Raimo, Lidano Lucidi. Anche se non tutti ci hanno creduto allo stesso modo il coinvolgimento delle istituzioni locali è stata una conditio sine qua non per ridare vita alla memoria dell’Uomo a Phi. Una menzione particolare va all’ex sindaco Sergio Di Raimo che ha firmato la lettera dove si chiedeva alla direzione museale di valorizzare il reperto.
“La prima attività legata al progetto preistoria è stata realizzata nel 2016 mentre i primi contatti con la direzione del Museo delle Civiltà, di cui fa parte il museo della preistoria Pigorini, risale al maggio del 2018. Sono stati necessari diversi anni, prima che il l’Uomo a Phi fosse restaurato ed anche se non potrà essere più esposto per impedirne il degrado, al suo posto è stata realizzata una copia in stampa 3D che è tornata ad essere di nuovo ammirata dai visitatori.
I processi democratici che coinvolgono la cittadinanza, soprattutto le giovani generazioni, spesso sono lunghi ma permettono di raggiungere risultati di elevato spessore sociale per la comunità. Il prossimo passo potrebbe essere la realizzazione di una seconda copia da esporre presso il Museo di Sezze. In tal senso l’attuale amministrazione si è resa disponibile a cercare le risorse per questa nuova fase”.