Carbonizzato dentro l’auto l’insegnante di educazione fisica in un istituto scolastico di Minturno: Riesame si esprime sul ricorso del sospettato
Romane accusato di aver ucciso e bruciato il professore di Cellole, Pietro Caprio, in servizio a Minturno.
Il tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la misura cautelare per l’82enne di Baia Domizia, Angelo Gentile che resta, quindi, agli arresti domiciliari. Secondo i giudici partenopei, Gentile avrebbe agito di impeto, tanto che è stata esclusa la premeditazione del delitto: l’ottantenne avrebbe ucciso il professore per poi dare fuoco all’autovettura, una Dacia Duster, carbonizzando il cadavere lasciato in prossimità del canneto di via Pietre Bianche in località Baia Domizia..
Contro la decisione del Riesame l’avvocato difensore Gabriele Gallo si riserva di valutare il ricorso in Cassazione.
Nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia svolto il 7 novembre, Gentile aveva ribadito di non aver ucciso il professore di scienze motorie, Pietro Caprio, in servizio presso l’istituto comprensivo “Sebastiani” di Minturno.
Interrogato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Daniela Vecchiarelli, l’uomo aveva dichiarato di aver visto Pietro Caprio in compagnia di una donna mentre si scambiavano effusioni amorose: “L’ho visto quel giorno in compagnia di una donna, era in macchina con lui. Non sono stato io ad uccidere Pietro Caprio”.
L’uomo aveva spiegato di essere entrato in via Pietre Bianche e di aver visto Caprio insieme alla donna: “Mi sono fatto i fatti miei e sono andato via”. Alla fine, il Gip Vecchiarelli aveva concesso i domiciliari per Angelo Gentile.
Anche nel corso dell’interrogatorio precedente con i Carabinieri, Angelo Gentile aveva negato di aver ucciso il professore di scienze motorie. L’anziano ha definito Caprio come un “benefattore”, dal quale aveva ricevuto un prestito di 10mila euro nel 2002, poi restituiti in vari anni, fino alla somma di 50mila, maggiorata con interessi piuttosto alti: circa 400%. Il debito sarebbe stato estinto a settembre scorso.
“Lo conobbi nel 2002 quando mi trovai in difficoltà economica e mi rivolsi a lui che mi prestò 10.000 euro. Gli ho restituito tutto poche settimane fa; gli ho dato 50.000 euro. Lui non mi portava fretta, non mi ha mai fatto minacce per farmi pagare, mi mandava una imbasciata qualche giorno prima della consegna dei soldi e ci davamo appuntamento”.
L’auto incendiata di Pietro Caprio, l’insegnate di educazione fisica che lavorava a Minturno, era intestata alla madre dell’uomo. A trovare il cadavere, la mattina del 4 novembre, è stato un passante e sul posto sono intervenuti subito i Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca che hanno avviato le indagini e i Vigili del Fuoco di Mondragone.
Pietro Caprio, 58 anni, era sparito da venerdì sera, 3 novembre, ma nessuno ne aveva denunciato la scomparsa alle forze dell’ordine. Da tempo, l’uomo viveva solo, nella casa che si trova al centro di Cellole e nello stesso immobile dove vive tuttora la madre di 84 anni che abita al primo piano. Sempre nello stesso stabile, al terzo piano, abita la moglie di Caprio, dalla quale era separato.
Il 58enne, la sera della scomparsa, avrebbe avuto un appuntamento in un luogo isolato, non lontano da un camping. In seguito al ritrovamento del cadavere, il magistrato di turno della procura di Santa Maria Capua Vetere aveva disposto un esame autoptico, dopo aver effettuato il sopralluogo sui luoghi di quello che ha tutte le sembianze di un omicidio.
Il corpo dell’uomo, infatti, era praticamente incenerito. Sarebbe rimasta intatta solo una mascella, il resto era carbonizzato. Qualcuno ha dato alle fiamme l’auto con dentro il professore di educazione fisica, che d’estate faceva il bagnino sul litorale domizio.
Caprio lavorava da tanti anni a Minturno: al momento era in servizio, esercitando un incarico per il sostengo, all’istituto comprensivo Antonio Sebastiani e si divideva tra due scuole medie (l’altra era l’Angelo De Santis a Marina di Minturno).
Al momento le indagini di carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca e del nucleo investigativo di Caserta, coordinate dai sostituti procuratori Chiara Esposito e Gionata Fiore, hanno ipotizzato anche un movente connesso al “grosso movimento di soldi” gestito dal 58enne con la società di cui era uno dei soci. Soldi che sarebbero stati dati anche in prestiti a terze persone; senza contare che il professore avrebbe tenuto uno stile di vita molto elevato rispetto alle proprie possibilità offerte da un reddito di un docente delle medie.
I militari dell’Arma avevano subito sottoposto a fermo l’82enne di Baia Domizia, con le accuse di omicidio e distruzione di cadavere. I carabinieri di Sessa Aurunca avevano trovato l’anziano tramite le immagini di videosorveglianza di via Pietre Bianche dove è stato rinvenuto il corpo di Caprio. Dalle immagino della video-sorveglianza, i militari dell’Arma avevano notato la Fiat Palio di Gentile che si affiancava a quella della vittima: dopo circa 23 minuti solo la vettura dell’indagato aveva lasciato la zona.
Successivamente, a casa dell’ottantenne Angelo Gentile, sono stati rinvenuti anche due fucili da caccia, sequestrati insieme all’auto.