Il tumore al seno rappresenta una delle patologie oncologiche più diffuse, con un’influenza altissima, pari a 50 mila nuovi casi l’anno in Italia. La prevenzione può salvare la vita e la rete composta da medici e associazioni può alleviare il dolore delle donne che ricevono la diagnosi di tumore, non soltanto quello fisico.
Un tema importante, quello trattato questa mattina presso la Sala Consiliare del Comune di Aprilia, in occasione del convegno “Il cancro al centro del bersaglio”, moderato dalla presidente dell’Associazione Andos di Aprilia Resy Langiano. In apertura dell’incontro, i saluti istituzionali del Presidente del consiglio regionale Antonello Aurigemma, del consigliere regionale Enrico Tiero, del sindaco Lanfranco Principi e dell’assessore ai servizi sociali e alla sanità Veronica Napolitano.
“L’Andos – ha sottolineato il sindaco Lanfranco Principi – svolge una missione nobile, merita la collaborazione e il plauso di chi come me persegue come obiettivo il benessere dei cittadini”
“Le donne colpite da tumore in Italia sono oltre 44 mila – ha rimarcato il presidente Aurigemma – le innovazioni in campo medico e scientifico hanno fatto passi da gigante, permettendo di curare tumori anche in fase metastatica. Altrettanto importante il lavoro di prevenzione. Per troppi anni la prevenzione è stata considerata un costo, invece è un investimento e può salvare la vita”.
“Questi momenti – ha aggiunto il consigliere regionale Enrico Tiero – devono farci riflettere sull’importanza della prevenzione e ci permettono di prestare attenzione alle eccellenze del territorio. Tra queste la Brest Unit di Latina del professor Ricci. Il suo approccio multidisciplinare ci viene invidiato in tutta Italia”.
“Tenere accesi i riflettori su un tema importante come questo – ha concluso l’assessore Veronica Napolitano – ha una duplice valenza. Parlare di tumore al seno, dell’importanza della prevenzione per rendere possibili cure tempestive, può contribuire a salvare la vita nel caso in cui la malattia venga diagnosticata nei suoi stadi iniziali. La diagnosi di tumore al seno però, oltre all’aspetto prettamente medico, implica una serie di ripercussioni legate al piano emotivo della persona e della sua famiglia. Parlare di tumore al seno allora, vuol dire rimuovere dei tabù, togliere un muro, agevolare quel confronto in grado di alleviare non il dolore fisico, ma quello interiore”.
A seguire gli interventi del dottor Gian Paolo Spinelli, responsabile del Uos oncologia presso la Casa della Salute di Aprilia, del dottor Carlo De Masi, responsabile clinico di radiologia senologica presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina e del dottor Fabio Ricci, direttore della Brest Unit Latina, hanno chiarito quanto sia importante un cambio di passo con il supporto delle istituzioni, per promuovere a livello pratico la cultura della prevenzione e per ampliare la conoscenza delle eccellenza della sanità del territorio. Hanno partecipato inoltre l’istruttrice di Yoga Premi Yamini e Stefano Potrich, esperto di trattamenti tricologici post chemioterapici.
In particolare il dottor Spinelli ha raccontato la nascita e la crescita del Uoc Oncologia presente presso la Casa della Salute di Aprilia, una realtà oggetto di studi anche da parte dell’Università Bocconi di Milano, in quanto primo esempio di medicina ambulatoriale territoriale grazie a una stretta collaborazione con le associazioni di volontariato che agevolano l’accesso alle cure. “La terapia – ha spiegato – viene effettuata a livello ambulatoriale, riducendo i tempi di ricovero e le attività di ricerca vengono svolte grazie alla collaborazione con l’Università La Sapienza. Siamo passati da 128 viste l’anno a 12 mila prestazioni l’anno nel 2022 solo considerando Aprilia, ma includendo anche i pazienti di Formia e Terracina arriviamo a 22 mila prestazioni l’anno. Un modello innovativo di sanità, cresciuto proprio preso la Asl di Aprilia”.
A seguire il professor De Masi e il professor Ricci hanno parlato dell’approccio multidisciplinare e del metodo adottato dalla Brest Unit. “Il tumore al seno – ha sottolineato il professor Ricci – è la prima patologia oncologica più diffusa in Italia e conta 60 mila nuovi casi l’anno. Grazie alle innovazioni nelle cure, il tasso di sopravvivenza si è alzato anche in caso di metastasi, ma bisogna fare di più per promuovere la cultura della prevenzione. Solo il 20% delle donne aderiscono alla campagna di screening promossa, un dato che deve farci riflettere su quanto ancora ci sia da fare perché le persone capiscano quanto è importante prevenire”.