Truffa e riciclaggio di auto rubate: sono stati giudicati dal Tribunale di col rito abbreviato due uomini di origine pontina
Accusati di truffa e riciclaggio di auto rubate, sono stati condannati entrambi i due imputati che hanno scelto il rito abbreviato per essere giudicato, assistiti dagli avvocati Cardillo Cupo e Coronella.
Si tratta del 40enne di Pontinia Giordano Tomasello e del 63enne di Napoli, Giuseppe Pinto. Al centro delle accuse il passaggio di un’auto, una Range Rover Evoque acquistato da Pinto. In realtà il mezzo era stato rubato poiché il suo furto era stato denunciato a maggio 2022 a Napoli, tanto che i primi a indagare sul caso furono i Carabinieri del Vomero.
Una volta ottenuta l’auto, Pinto avrebbe apposto su di essa una targa falsa, nel senso che era riconducibile ad altra autovettura, oltreché ad andare in giro con una carta di circolazione falsificata anch’essa. Dopodiché, l’auto è stata venduta a Tomasello che, secondo l’accusa, era cosciente della provenienza furtiva del mezzo.
Una certa dimestichezza con i passaggi di auto rubate sarebbe stata in capo a Pinto in quanto l’uomo doveva rispondere anche di un’altra circostanza: aver contraffatto i dati di una Jeep, venduta a circa 20mila da una rivendita d’auto a lui riconducibile e che si trova a Cisterna. In realtà, secondo gli inquirenti, l’auto era rubata, mentre Pinto l’avrebbe spacciata come un acquisto dall’estero.
Venduta a una persona completamente ignara, l’auto è diventata oggetto del processo tanto è che la vittima del raggiro si è costituita parte civile, difesa dall’avvocato Siciliano.
Il Tribunale ha riconosciuto all’acquirente il risarcimento del danno e ha condannato sia Pinto che Tomasello. Per Pinto una condanna a 6 anni di reclusione, mentre Tomasello ha rimediato 3 anni.