I consiglieri comunali d’opposizione Maurizio Lucci, Giancarlo Massimi e Vincenzo Avvisati presentano la mozione contro il consumo del suolo dovuto alla proliferazione degli impianti fotovoltaici
“È necessario salvaguardare le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale e del nostro Agro Pontino fermando le speculazioni ed il consumo di suolo con impianti fotovoltaici a terra che sono incompatibili con l’attività agricola”, così dichiarano i tre consiglieri d’opposizione, Lucci, Massimi e Avvisati nel presentare una mozione contro la proliferazione del fotovolatico nelle campagne di Sabaudia.
“Davvero preferiamo dire addio ai terreni dove potremmo coltivare cibo di qualità per avere qualche Megawatt in più? Davvero preferiamo dire addio alla fertilità di quei suoli che ,anche se un domani quegli impianti venissero tolti , ci vorrebbero secoli affinché si ripristini la sostanza organica che rende un terreno adatto all’agricoltura.
Da un report della SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) e dall’ISPRA emergono dati preoccupanti di fronte all’occupazione di suolo fertile con distese di ettari di moduli fotovoltaici a terra o di tecnologie industriali camuffate da parchi agrovoltaici , che sottraggono il suolo dalla sua vocazione ( l’agro pontino è considerato l’orto d’Europa e il maggior produttore di latte bufalino di qualità), diventa urgente correggere tale situazione.
È evidente che , senza una seria pianificazione energetica e con una carenza strutturale di governo pubblico( e il Comune è parte determinante) delle proposte di centrali energetiche da fonti rinnovabili provenienti da privati, rischiamo di considerare il territorio più che un bene comune un mero strumento per centrali di produzioni energetica.
È necessario intervenire con una corretta pianificazione comunale , per bloccare o limitare l’installazione di pannelli solari mangia suolo per combattere , anche ,il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle ,cascine , magazzini , fienili laboratori di trasformazione ed annessi agricoli in genere.
La Convenzione di Parigi obbliga gli Stati a raggiungere l’obiettivo previsto dal Piano per la Transizione Ecologica fissato al 2030 con l’utilizzo di impianti fotovoltaici .
Ma secondo uno studio della Coldiretti solo utilizzando i tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superfice utile di 155milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di circa 29 GWH ,che aggiunti agli oltre 30 GWH già installati ci farebbero raggiungere la quota di 70 GWH fissata nel 2030.
E ci si deve credere fermamente che le energie rinnovabili possano contribuire allo sviluppo della dimensione multifunzionale delle imprese agricole, come nel settore biogas-biometano utile per la zootecnia. La progressiva riduzione di suolo agricolo a causa del proliferare degli impianti fotovoltaici e serricoli, la zootecnia è quella che rischia di pagare il maggior prezzo a causa riduzione della quota di terreni per lo smaltimento del liquame e letame degli allevamenti diventati intensivi , soprattutto nel settore bufalino , obbliga quindi, a considerare prioritario la realizzazione di impianti di Biometano”.
Gli esponenti dell’opposizione chiedono, quindi, di affrontare, con urgenza, la questione in consiglio comunale per dare indirizzi agli organi competenti che consentano di attivare tutte le procedure amministrative necessarie per una corretta pianificazione dell’uso del suolo da insediamenti d’impianti fotovoltaici e considerare la possibilità tramite accordi intercomunali la realizzazione di impianti di biometano.