“A partire dal 2026 l’Irlanda applicherà apposite etichette dissuasive sui prodotti alcolici, vino compreso, simili a quelle che attualmente si trovano sui pacchetti di sigarette. Secondo un report diffuso in questi giorni dal Cep (Centers for European Policy Network), il centro studi specializzato sulle politiche europee con sedi principali a Berlino e Friburgo, tale decisione dovrebbe essere adottata anche da tutti gli altri paesi dell’Unione, in nome della promozione della salute e del contrasto alla frammentazione delle regole, per cui se un paese europeo prende una decisione, questa deve essere estesa a tutti gli Stati membri.
Ritengo sia inaccettabile che il Cep incoraggi la Commissione a rendere le etichette obbligatorie anche per gli altri paesi europei. Siamo di fronte a una nuova e sfrenata prevaricazione dell’Europa, alla quale dobbiamo reagire con fermezza a tutela delle nostre eccellenze e della nostra economia. Le stime parlano di un fatturato per il mercato del vino nel 2022 di ben 14 miliardi di euro, con esportazioni nel medesimo anno pari a 7,87 miliardi di euro e un incremento di circa il 10% (dati Istat). Sono numeri importanti, che meritano di essere letti nell’ottica generale di un mercato che resiste e cresce sempre più, nonostante sia stato messo a dura prova da una pandemia mondiale e da una guerra che ha destabilizzato i paesi membri e non solo; senza contare gli effetti dell’inflazione che hanno generato una contrazione dei consumi in ogni mercato e in ogni categoria merceologica, vino compreso. Quello vinicolo è uno dei settori chiave anche per il Lazio, con le sue 19.000 aziende viticole e le 450 cantine, e per l’intera provincia di Latina, che vanta aziende agricole fiore all’occhiello per il territorio nel panorama italiano e prodotti vincitori di numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Un patrimonio che rappresenta anche cultura e marketing territoriale, quindi turismo e promozione del made in Italy, oltre ad essere emblema della nostra dieta mediterranea, osannata in tutto il mondo e i cui effetti benefici sono comprovati scientificamente.
Il problema dell’alcool esiste ed è forte soprattutto in nord Europa, ma non possono essere le etichette da bollino nero come nelle sigarette la soluzione per arginare e prevenire il fenomeno. Anche perché queste non distinguono l’uso e l’abuso di alcol. Servono politiche di altra natura che non vadano ad intaccare in alcun modo lo sviluppo del comparto e dei territori. Le etichette dissuasive sono un’aggressione ai nostri prodotti d’eccellenza, al settore dell’export – che riguarda non solo i produttori di vino ma anche tutto il comparto di distribuzione e trasporti – e in generale all’economia italiana. Occorre una difesa serrata dell’Italia ribadendo quanto il sistema del Nutriscore sia deleterio per il nostro Paese e per l’intera economia europea, che va sostenuta con forza attraverso azioni di supporto ai diversi settori, a tutti i livelli istituzionali”.
Lo dichiara in una nota l’Eurodeputato della Lega – Gruppo ID, Matteo Adinolfi.