IL CERTIFICATO DI NASCITA DI UNA BAMBINA INFITTISCE IL MISTERO DELLA SCOMPARSA DEL BOSS

Antonio Bardellino
La foto segnaletica di Antonio Bardellino

Non solo il tentato omicidio di Gustavo Bardellino, le inchiesta dell’Antimafia non mollano il mistero della presunta morte del boss fondatore del clan dei Casalesi Antonio Bardellino

C’è l’inchiesta sul tentato omicidio di Gustavo Bardellino e le nuove alleanze camorristiche dei Bardellino con i Casalesi, portate avanti dalle DDA di Roma e Napoli, e c’è l’inchiesta delle stesse DDA e della Direzione Nazionale Antimafia, con il procuratore nazionale Giovanni Melillo e il pm antimafia Antonello Ardituro, che vuole fare luce sulla vicenda della morte di Antonio Bardellino.

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Il boss fondatore del clan dei Casalesi, che ha giurato fedeltà anche alla mafia di Cosa Nostra di Totò Riina, è ufficialmente morto nel 1988 in Brasile per mano di Mario Iovine, nell’ambito della guerra di camorra che vide soccombere i Bardellino a favore della fazione di Schiavone/Zagaria/Bidognetti. Questa è la verità ufficiale sancita anche nel 2005 dalla sentenza del maxi processo Spartacus. Senza contare che il fratello Salvatore Bardellino e due sorelle del boss chiesero a fine 2017 il certificato di morte di Antonio Bardellino, concesso dal Tribunale di Napoli Nord nel 2018.

I Bardellino rifugiarono a Formia negli anni Ottanta e il resto è storia. Quella conosciuta. Sì perché, dopo il ritrovamento del covo bunker nell’appartamento di Vito Iacopino, al Villaggio del Sole di Formia, durante il blitz di Carabinieri e Polizia mercoledì 26 agosto, stanno emergendo altri particolari. Sia sul lato delle dichiarazioni agli organi investigativi da parte di confidenti come Favoccia, sia sulla valorizzazione di foto ritrovate e intercettazioni captate.

Ora, è spuntato un certificato di nascita piuttosto interessante diventato oggetto di indagini dell’Antimafia, in particolare della Direzione Nazionale Antimafia (Dna). Il certificato è stato presentato nel 2003 all’anagrafe di Formia dalla moglie del boss scomparso, Rita De Vita, la donna che è stata proprietaria dell’appartamento di Viale dei Pini 7, dove è stato ritrovato il bunker. Un pezzo di carta acquisito da un finanziere ormai deceduto e che riguarda la nascita di una bambina, figlia della donna e di un uomo che sembra inesistente.

Quest’uomo si chiamerebbe Marco Bardellino Diana e, nonostante gli accertamenti investigativi, di lui non c’è la minima ombra. La mamma della bambina, ora cresciuta e diventata una donna, è per l’appunto l’ex compagna di Bardellino con cui ha altri tre figli, tutti a Santo Domingo e due di loro con cognome materno.

Il padre di questa donna, da certificato di nascita, porta il cognome del boss (Bardellino) e quello della madre del medesimo boss da nubile (Diana). Un particolare che ha fatto drizzare le antenne agli investigatori.

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