Dopo la violenza sessuale minacciano la vittima di divulgare anche un video: condannati due giovani di nazionalità indiana
Il collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Francesca Coculo, ha condannato per violenza sessuale due giovani indiani di 22 anni: si tratta di Prabhdeep Singh a cui è stata comminata una pena di 10 di reclusione e di Kumar Harish condannato a 8 anni. L’accusa è quella di aver violentata una giovane connazionale nella primavera di 3 anni fa, oltreché ad averlo ricattata di mostrare un video in cui era stato registrato lo stupro.
Il reato contestato ad entrambi, come detto, era quello di violenza sessuale di gruppo commessa a carico di una connazionale loro coetanea ed, inoltre, gli stessi rispondevano anche di tentata estorsione e detenzione di materiale pedopornografico.
I fatti, nella loro drammaticità, hanno avuto inizio nel maggio 2020 quando i due abusarono sessualmente della giovane immigrata, già promessa sposa di un giovane connazionale. La vittima, temendo di essere ripudiata dal fidanzato, non denunciava l’accaduto nella speranza di cancellare la violenza subita senza doverne affrontare ulteriori conseguenze negative. Tuttavia la giovane donna veniva fatta oggetto di richieste estorsive da parte degli stessi aguzzini i quali, avendo ripreso alcune scene della violenza sessuale, minacciavano di divulgarle.
La giovane cittadina indiana, a causa delle continue violenze e minacce subite e del conseguente stato di prostrazione psicologica, tentava addirittura il suicidio attraverso l’ingerimento di prodotti chimici ma, fortunatamente i tempestivi soccorsi sanitari scongiuravano l’esito letale.
Sono quindi intervenuti i poliziotti del Commissariato di Terracina nel tentativo di far luce sulle cause che avevano indotto la giovane a tentare un gesto così estremo. La donna, dopo un primo momento di reticenza, finalmente si rasserenava e riferiva i fatti raccapriccianti di cui era rimasta vittima.
Le immediate indagini hanno permesso di identificare i due giovani, i quali però avevano cercato di cancellare ogni traccia delle loro condotte criminali. Uno di essi aveva infatti denunciato lo smarrimento del proprio telefono cellulare, nel timore che potesse rivelarne i contenuti e gli spostamenti; analogamente aveva sottratto quello della vittima per cancellarne i messaggi minatori che le aveva inviato. Nonostante gli stratagemmi, le indagini sono proseguite serrate, con metodi tradizionali e con attività tecniche, che hanno consentito di acquisire solidi elementi probanti.
Gli esiti della lunga attività d’indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Latina Carlo Lasperanza, furono condivisi dal Gip La Rosa il quale, ravvisando la gravità dei fatti ed il profilo spregiudicato degli indagati, emise le misure cautelari.
Uno degli arrestati fu rintracciato in Veneto, dove si era rifugiato nel tentativo di far perdere le proprie tracce, mentre l’altro fu individuato nel comune di Fondi.