CORRUZIONE AL TRIBUNALE DI LATINA: TUTTE LE ACCUSE DA PERUGIA AL GIP CASTRIOTA E AGLI ALTRI

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Raffaele Cantone, Procuratore Capo di Perugia

Corruzione al Tribunale di Latina: tutte le accuse rivolte dalla Procura di Perugia agli indagati

Sono otto i capi d’imputazioni ascritti ai quattro indagati dalla Procura di Perugia nell’ambito dell’operazione che giovedì 20 aprile ha portato agli arresti del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, del suo compagno Silvano Ferraro e dell’amica del magistrato, Silvana Vitto. Come noto, il quarto indagato è l’amministrazione giudiziario Stefano Evangelista.

L’indagine nasce dalle denunce dell’imprenditore, pluri-inquisito Fabrizio Coscione, di Nettuno, che indagato nel 2016 dalla Procura di Latina per reati fiscali, è stato destinatario nel 2018 di un decreto di sequestro preventivo avente ad oggetto le quote di varie società, fra cui la società ISP LOGISTICA S.r.l. e, in data 24 marzo 2021, di un ulteriore decreto di sequestro in estensione del primo, avente ad oggetto le quote di altre società, fra cui la ISP SERVIZI S.r.l. Per la gestione di entrambe il GIP Castriota nominava, quale amministratore giudiziario, il commercialista Stefano Evangelista. Da qui la catena delle nomine che porterà agli arresti del 20 aprile 2023.

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Nei confronti di Evangelista e del GIP, Coscione presenta presso la Procura di Milano denuncia, lamentando la opacità nella gestione da parte dell’amministratore giudiziario, con l’avallo del GIP Castriota, nonostante le sue opposizioni; denuncia anche il coadiutore dell’amministratore, Silvano Ferraro, e il rappresentante legale pro tempore delle società, Stefano Schifone, subentrato nella carica in sua sostituzione.

La prima accusa rivolta dalla Procura umbra è quella di induzione a dare o promettere utilità a carico della coppia Castriota e Ferraro. Secondo l’accusa, Castriota, su istigazione di Ferraro, induce Evangelista a nominare nel 2018 Ferraro come coadiutore giudiziario. Lo stesso Ferraro intrattiene con Castriota una relazione sentimentale. La liquidazione di onorari connessi all’incarico di coadiutore di Ferraro viene, per l’accusa, retrocessa a Castriota sotto forma di stabile e continuativa remunerazione, sia sotto forma di contributo alle ordinarie esigenze di vita (pagamento canone di locazione, utenze, stipendio colf, viaggi, vacanze) sia di ripianamento di esposizioni debitorie sia di costosi regali. Dello stesso reato è indagato Evangelista perché accettò di nominare Ferraro e Vitto nella prospettiva di perseguire un tornaconto personale rappresentato dalla liquidazione degli onorari nonché dall’ottenimento di ulteriori incarichi di amministrazione giudiziaria.

Silvano Ferraro

A Castriota, in un un’ulteriore capo di imputazione, viene contestata l’induzione a dare o promettere utilità poiché induce, per gli inquirenti, Evangelista a nominare, in violazione del D.lgs. 159/2011, Stefania Vitto come rappresentante legale delle società sequestrate a Coscione.

È accusata, Castriota, anche di corruzione e corruzione in atti giudiziari, oltreché di induzione a dare o promettere, per aver percepito da Vitto e Ferraro una sorta di stipendio, derivato dalla retrocessione di denaro ricavato dagli incarichi nei sequestri delle società, e per aver omesso di denunciare le distrazioni operate in danno delle società in amministrazione delle quali era a conoscenza.

Tante le doglianze della Procura al giudice di Latina: per determinare o aver determinato la nomina del Ferraro a coadiutore; per emettere o aver emesso il provvedimento di liquidazione datato 2 novembre 2021 per l’importo di 120.000 euro; per omettere di disporre la revoca del Ferraro dall’incarico di coadiutore nonostante fosse a conoscenza che questi riceveva denaro tanto da Evangelista, quanto dal precedente rappresentante legale delle società nominato all’interno della procedura, Schifone; per omettere o avere omesso di denunciare le appropriazioni di beni ai danni delle società operate da Alessandro Bartoli; per omettere di adottare un provvedimento sanzionatorio nei confronti di Ferraro e Schifone (limitandosi solo a pretendere le dimissioni del secondo, facendo risultare una fittizia motivazione al fine di evitare le conseguenze pregiudizievoli delle denunce del Coscione) nonostante fosse a conoscenza degli impropri rapporti d’affari da questi intrattenuti con Coscione; per adoperarsi alla soluzione del procedimento penale pendente presso la Procura di Latina nei confronti di Evangelista, Ferraro e Schifone, originato dalla denuncia di Coscione, contribuendo ad elaborare, con il difensore degli indagati, l’avvocato Paolo Zeppieri, la strategia processuale da adottare; oer consigliare a Ferraro di chiedere importi elevati a titolo di onorario in ragione dell’utile lordo (pari a circa 500.000,00) della SE.LOG S.r.l., oggetto di provvedimento di estensione del sequestro, così da ricevere da questi maggiori somme per soddisfare il desiderio di acquistare un gioiello (dado di Bulgari) o un costoso orologio Rolex; per cercare di ottenere la dichiarazione di liquidazione giudiziale delle società e la nomina di Evangelista come curatore.

Accusato, a sua volta, di corruzione, Silvano Ferraro per aver corrisposto uno stipendio mensile alla sua compagna e giudice, Giorgia Castriota, oltreché all’orologio di lusso e alle partite in tribuna d’onore all’Olimpico.

Stesse accuse di induzione indebita e corruzione di nuovo a Castriota e Vitto per per le dinamiche di nomina come amministratore giudiziaria e le regalie (postepay) e lo stipendio dati in cambio dalla nominata (Vitto) alla nominante (Castriota).

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