FLASE CERTIFICAZIONI PER IL COVID: È INIZIATO IL PROCESSO PER AVVOCATA E MEDICO

False certificazioni di esenzione per evitare il vaccino anti-Covid: è iniziato il processo per l’avvocatessa del Foro di Latina e un medico di Ardea

È iniziato davanti al Tribunale di Velletri il processo a carico del medico di Ardea, Luigi Russo, dell’avvocata di Latina, Serena Capitelli, e di altre decine di persona, una quarantina.

Il procedimento si è svolto davanti al Pm Ambrogio Cassani che ha interrogato diversi medici di base che hanno testimoniato sui pazienti che chiedevano di essere esentati dal vaccino anti-Covid o che comunque hanno cambiato per passare col medico Russo proprio per essere enti dal siero anti-coronavirus.

A settembre scorso, i Carabinieri del N.A.S. di Latina avevano dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di 2 misure cautelari nei confronti di Serena Capitelli e del medico di medicina generale, originario dei Castelli, Luigi Russo, in convenzione con l’ASL Roma 6-distretto di Ardea-Pomezia, in quanto indagati in concorso per falsità ideologica in atti pubblici. L’operazione è stata denominata “Eximere”.

Le verifiche svolte dai Nas sul rilascio di false certificazioni di esenzione all’obbligo vaccinale avevano fatto emergere un radicato e diffuso sistema illecito in cui il medico di medicina generale si sarebbe prestato a rilasciare falsi certificati di esenzione alla vaccinazione per covid-19 — in violazione dei propri doveri e in assenza delle necessarie condizioni cliniche documentate — su richiesta di numerose persone che intendevano proseguire la propria attività lavorativa senza ottemperare all’obbligo vaccinale impostogli.

Le investigazioni avevano permesso di accertare, secondo l’accusa, che nell’attività illecita il sanitario si sarebbe avvalso della complicità dell’avvocatessa del foro di Latinala quale — dietro il pagamento di somme in denaro — gli avrebbe procacciato i pazienti, interessati al rilascio dei certificati di esenzione allo scopo di non incorrere nella prevista sospensione dal lavoro, emettendo per le somme ricevute, pari a 150 euro circa a persona, false fatture con cui avrebbe attestato prestazioni di consulenza legale di fatto mai effettuate.

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