Maltrattamenti e violenze in famiglia all’insegna dell’estremismo religioso: condannato un uomo di 56 anni
La storia, come riporta il “Corriere della Sera” edizione romana, si è svolta ad Aprilia dove Yusuf Bukar Osma, 56 anni, somalo, padre di un ragazzo e di una ragazza, ha imposto a moglie e famiglia regole sulla base di una concezione estrema della religione islamica.
Alla moglie ha impedito di studiare, mentre alla figlia ha impedito di andare a scuola perché socializzare con gli altri sarebbe stato contrario ai dettami di Maometto.
Sin dal 2018, per sfuggire alle angherie continue del padre-padrone, i figli sono andati via di casa, mentre la madre, più volte picchiata, si è allontanata oltre 10 anni fa, nel 2012.
Al processo, l’unica parte civile è il figlio di 22 anni, difeso dall’avvocato Licheri. La figlia, pur parte offesa, non si è costituita parte civile. Nati a Roma entrambi, quando nel 2012 la madre è costretta ad andare via, i due allora minorenni rimangono con il padre che li sottopone a vessazioni e angherie.
Ora, l’uomo è stato condannato a 3 anni di reclusione per maltrattamenti, un anno in meno rispetto alla richiesta di 4 anni formulata dal Pubblico Ministero. Imporre di stare a casa a una ragazza pur di non vedere altri “maschi” e aver indotto la moglie ad andare via, privandola di amicizie e socialità, è costato all’uomo non solo la condanna ma anche la fine di una famiglia arrivata in Italia nel 2002.