Droga agli alunni: è iniziata l’udienza preliminare per la professoressa di Aprilia accusata di aver fornito sostanza stupefacente
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, nell’udienza di oggi, 25 gennaio, ha ammesso come parte civile la Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni, tramite l’avvocato Pasquale Lattari. Al centro del procedimento la 48enne Alessia Nisticò, professoressa di Aprilia, la cui vicenda era emersa lo scorso gennaio 2022: la donna, difesa dall’avvocato Vincenzo Schiavone, ha scelto di essere giudicata col rito abbreviato.
“Dopo pranzo la professoressa ha tirato fuori una canna e ha iniziato a fumare, per poi passarla ad alcuni studenti lì presenti”. Così aveva dichiarato una ragazza 21enne agli agenti della Squadra Mobile di Latina che hanno svolto le indagini. La ragazza, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, frequentava il centro professionale di “Latina Formazione e Lavoro”, l’agenzia delle politiche attiva della Provincia di Latina.
La ragazza ha raccontato agli investigatori che la professoressa Alessia Nisticò, insegnante di laboratorio tecnico professionale di acconciatura, avrebbe offerto a dei suoi studenti di fumare marijuana e successivamente, come già emerso a gennaio scorso, una di loro si sarebbe sentita male.
Dopo la chiusura delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Giorgia Orlando e dal Procuratore capo Giuseppe De Falco, la 48enne deve rispondere delle accuse dinanzi al Gup Giorgia Castriota. Era sub judice anche la sospensione dalla scuola dove la professoressa continuava a insegnare. Una sospensione che, però, è arrivata a carico della donna.
Peraltro, nel 2020, la tutor della struttura aveva dovuto la denuncia di una studentessa minorenne: una 16enne che, nel luglio di tre anni fa, fu ricevuta a casa della professoressa insieme a un gruppo di studenti per la preparazione di un esame. Sarebbe stato lì che la professoressa le avrebbe offerto una canna accettata dalla minorenne.
“Mi sembra che una delle mie compagne volesse fumare della cannabis – ha detto al magistrato – e chiedeva a noi se avevamo qualcosa. A quel punto, la Nisticò ha tirato fuori una canna e l’ha data a una delle mie compagne. Io ho fatto un tiro solo, mi ha iniziato a girare la testa”.
Allorché, la professoressa, vedendo lo stato in cui era piombata la minorenne, l’avrebbe soccorsa: “Mi ha tranquillizzata – ha raccontato la 19enne agli inquirenti – mi ha messo un asciugamano bagnato dietro al collo e mi ha dato un bicchiere d’acqua. Poi mi sono ripresa”. Una versione confermata anche dagli altri alunni che hanno aggiunto: “La professoressa in alcune circostanze raccontava alla classe di far uso di sostanze stupefacenti e di aver anche fatto uso di cocaina”. E ancora, nella testimonianza d un altro giovane: “Ricordo che dopo pranzo la professoressa ha tirato fuori una sigaretta fatta artigianalmente dicendo che si trattava di una canna. Sempre la professoressa, dopo aver iniziato a fumare, chiese ai presenti se gradivano furmarla”.
C’è di più. Infatti, la Squadra Mobile ha ascoltato a sommarie informazioni anche la tutor della struttura di formazione, ossia una collega della profosseressa Nisticò, che ha rivelato la confidenza di uno studente. Un aspetto ancor più pesante. Infatti, parrebbe che a una festa di fine anno a Terracina, la professoressa avrebbe offerto cocaina a un ragazzo. “A tale episodio non diedi peso» – ha detto la collega – perché credevo fosse una voce infondata”.
Tuttavia, è stato le stesso ragazzo ad accennare all’accaduto in un audio inviato alla professoressa, oggi accusata: “Vabbè professoré ma che non si sapeva? Quanno semo fatti il Mak P 100 m’ha offerto un pallio di cocaina figlia bella, non penso sia ‘na cosa nuova che la Nisticò faceva ‘ste cose».
Una versione confermato dallo stesso ragazzo agli inquirenti: “Mi chiese se volevamo andarci a fumare una sigaretta. Fu lì che mi chiese se volevo provare qualcosa che non era riconducibile a droghe leggere. Credo intendesse cocaina”.
Al momento, la tutor di Latina Formazione Lavoro è stata costretta a lasciare la scuola perché vittima di probabili ritorsioni e pedinamenti da parte degli studenti. La tutor, infatti, è colei che ha raccolto le testimonianze degli alunni. Dopo questa azione, la donna è state seguita, fotografata e oggetto di messaggi inquietanti: fiori mal ridotti sul parabrezza dell’auto e vetro sotto le ruote.
Ad ogni modo, il processo è stato aggiornato al prossimo 1 marzo.