Dopo la vittoria in Consiglio di Stato, l’assessora allo sport di Cisterna, Emanuela Pagnanelli, commenta le mosse del ricorrente: la Macir
“Un epilogo scontato, quello del ricorso al Consiglio di Stato della Macir Cisterna, ma che non mi soddisfa affatto”. Così esordisce l’assessora allo sport del comune di Cisterna di Latina Emanuela Pagnanelli dopo che il Consiglio di Stato ha emesso l’ordinanza numero 7423 respingendo l’appello presentato dalla Asd Macir Cisterna 2013 relativamente alla procedura che ha affidato la gestione dello stadio al Latina Calcio.
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“Impegnare le nostre forze amministrative (sotto organico), un avvocatura, e gli stessi contribuenti a difendersi da un ricorso impossibile da vincere, – spiega l’assessora – ha il sapore di ostruzionismo, forse anche politico. La società Macir non può nascondersi dietro al fatto che avrebbe diritto di gestire un impianto mastodontico come quello del Bartolani, solo per diritto divino di cisternese. L’impianto ha bisogno di società con le dovute garanzie, di una gestione oculata, indipendente. La società vincente aveva requisiti e garanzie nettamente superiori, ed il Consiglio di Stato ha reputato regolare il bando e l’assegnazione”.
“Non ci si può sempre nascondere dietro la passione, o i bambini, e strumentalizzare il tutto per ottenere ciò che si vuole. Le società sportive devono avere come primo requisito di essere virtuose, già per conto proprio, per poter ottenere la fiducia di un ente. La sentenza del Consiglio di Stato sancisce la fine delle polemiche strumentali e degli attacchi mediatici verso questa amministrazione, che si è prodigata, ancora una volta”.
L’assessora, inoltre, ha voluto chiosare anche sul bando per l’assegnazione dell’impianto del quartiere di San Valentino, con ulteriori stoccate al Macir. “Come si può pensare di poter partecipare ad un bando pubblico con un ente mentre c’è un contenzioso in atto? E cioè prima un ricorso al TAR e poi al Consiglio di Stato? Nessuno in società ha letto i requisiti per accedere al bando? La Società Macir è insolvente nei confronti del Comune, tra l’altro. Quindi c’erano ben due motivi per non poter vincere il bando. Eppure, il nostro comune (e cioè i cittadini) ha dovuto difendersi da un epilogo scontato, e ora gli appellanti dovranno risarcire le spese giudiziali (ai cittadini). Per non parlare del disagio per la società vincitrice del bando, con una stagione sportiva ai blocchi di partenza, una società che opera in Lega Pro e sostiene un progetto in comune con il Cisterna Calcio. Ho appena compiuto un anno di assessorato allo sport, in tutta questa storia la sportività e il fair play sono risultati mancanti. Almeno è arrivato il fischio finale”.