Branco aggredisce giovane terracinese per il suo orientamento personale: interrogati i quattro arrestati dai Carabinieri
Il Giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Molfese, ha interrogato i quattro uomini di Fondi, colpiti dall’ordinanza cautelare lo scorso venerdì. I fatti, come noto, risalgono allo alla mattina dello scorso 31 agosto quando, all’interno di un bar di Terracina, gli indagati, agendo in gruppo, con un quinto individuo ancora non identificato, avevano minacciato con frasi intimidatorie e discriminatorie, connesse al suo orientamento sessuale, un giovane terracinese che stava consumando la colazione, colpendolo violentemente con calci e pugni, anche al capo, utilizzando, un portacenere in metallo, recuperato dai tavolini presenti nell’esercizio.
Il giovane malcapitato aveva riportato un trauma cranico con ferite lacero contuse al cuoio capelluto e contusioni multiple. La violenza del gruppo, peraltro, era stata ripresa dalle telecamere del sistema di video-sorveglianza installato nei locali del bar all’interno di un centro commerciale sulla SS Pontina. Un elemento che ha portato i Carabinieri della Stazione di Terracina ad avviare le indagini e identificare presto quattro dei responsabili, tre dei quali con precedenti specifici per gravi reati contro la persona: si tratta di Massimiliano Di Crocco (46 anni), Michele Caccia (37 anni) e Salvatore Di Manno (31 anni). Per loro tre è stata disposta la misura degli arresti domiciliari mentre il quarto correo, Francesco De Filippis (25 anni), incensurato, ha subito l’obbligo di firma presso i Carabinieri di Terracina per quattro giorni alla settimana.
Ebbene, tutti e quattro, difesi dagli avvocati Forte e Mastrobattista, hanno negato che la loro aggressione e il brutale pestaggio fosse derivato da motivi di natura omofobica. Nessuna violenza perché il ragazzo trentenne è gay, piuttosto una reazione di difesa a una provocazione del trentenne stesso e persino una spinta che questo avrebbe tirato a uno di loro. Solo a quel punto, sarebbe intervenuto per primo Di Crocco e a seguire tutti gli altri: secondo la tesi della difesa, quindi, una violenza dovuta a una provocazione da parte del trentenne.
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Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, i cinque aggressori avrebbero pronunciato all’indirizzo del 30enne frasi del tipo: “Brutta femminella, frocio…ti ammazzo…non hai capito chi siamo noi, siamo gente pericolosa di Fondi e siamo i capi”. L’uomo aggredito, presentato denuncia, aveva spiegato che: “quel giorno hanno iniziato piano piano a circondarmi, poi hanno iniziato a offendermi, fino a quando mi hanno aggredito con calci e pugni. Io ho anche cercato di difendermi ma non ci riuscivo perché loro erano in tanti e mi picchiavano in maniera brutale”.
Una vicenda gravissima per una provincia che ha visto negli ultimi mesi altre due aggressioni a persone Lgbt: un caso a Cisterna e un altro a Sperlonga. L’unica nota positiva è che durante l’aggressione del 30enne, c’è stato un uomo, che ha anche testimoniato, il quale ha provato a fermare la furia dei cinque fondani. Dopodiché ha accompagnato al Pronto soccorso il ragazzo pestato.