Bancarotta fraudolenta e reati fiscali con le società dei rifiuti ad Aprilia: condannato l’ex consigliere comunale di Anzio
Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, ha condannato oggi, 14 ottobre, Antonio Geracitano, a 8 anni di reclusione. Nato a Guardavalle in Calabria, ex consigliere di Anzio, editore della testata giornalistica “L’Eco del Litorale” e titolare della Eco Imballaggi srl, Geracitano era imputato per bancarotta e reati fiscali. Sia lui che altri due imputati, ritenuti dall’accusa prestanome, hanno chiesto il rito abbreviato: assolta Claudia Patrizia, condannato a 1 anno e 4 mesi Umberto Vivan.
La pena per Geracitano è stata persino più alta della richiesta del Pubblico Ministero Andrea D’Angeli che aveva chiesto per lui 7 anni e 4 mesi. Disposta peraltro dal Gup Molfese anche la confisca di beni per un valore di 1 milione e 500mila euro.
L’ex politico ed editore/imprenditore era stato arrestato insieme all’imprenditore Fabrizio Coscione di Nettuno ad aprile scorso, nell’ambito di una inchiesta condotta dal sostituto procuratore Andrea D’Angeli.
Ad aprile, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, agli ordini del Tenente Colonnello Angelo Andreozzi, aveva dato esecuzione ad una misura cautelare personale disposta dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota, nei confronti dei due imprenditori. Gravi i reati contestati: bancarotta fraudolenta (documentale e patrimoniale), calunnia, occultamento o distruzione di libri contabili e sottrazione fraudolenta di beni al pagamento di imposte attraverso la pianificazione e l’attuazione di operazioni societarie strumentali al conseguimento di finalità illecite.
Gli arresti (in tutto erano cinque gli indagati), per l’appunto, destinati ad Antonio Geracitano, ex consigliere comunale con la lista ““Noi con Anzio” (nella maggioranza a sostegno del Sindaco Candido De Angelis), nonché ex Presidente della Commissione Sanità e Ambiente del Comune e facente parte del coordinamento dell’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti. Geracitano, peraltro, era stato menzionato come destinatario di minacce nell’ultima maxi inchiesta della DDA di Roma sulla locale di ‘ndrangheta presente sul litorale.
Per quanto riguarda l’altro imprenditore arrestato, Fabrizio Coscione di Nettuno, era già destinatario anni addietro di un sequestro di diverse società in merito a reati tributari contestati dalla Procura di Velletri. Un sequestro che, nel 2014, fu annullato dal Tribunale del Riesame. Coscione – che acquistò la rete televisiva “Roma Uno” per cui è a giudizio in un processo a Roma per bancarotta fraudolenta insieme al re dei rifiuti romani Manlio Cerroni e alla sorella del costruttore romano Parnasi – è stato coinvolto in altri procedimenti giudiziari per cui nel 2017 fu rinviato a giudizio per evasione fiscale milionaria. Due anni prima un altro rinvio a giudizio per presunte truffe all’Inps. Entrambi i procedimenti furono disposti presso il Tribunale di Latina.
Le indagini che hanno accomunato i due, Coscione e Geracitano, hanno riguardato la cessione di un ramo d’azienda da parte di una società di capitali di Aprilia, nella disponibilità di Coscione, in grave stato di dissesto, a favore di una società neocostituita e gestita da Geracitano, entrambe operanti nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Secondo la Guardia di Finanza, l’operazione societaria appariva priva di reali ragioni economiche e sarebbe risultata pianificata per celare il tentativo di trasferimento delle autorizzazioni utili alla gestione dei rifiuti di cui la società cedente, essendo in grave stato di decozione, era titolare. Gli inadempimenti fiscali e previdenziali, uniti al depauperamento conseguente alle numerose cessioni fraudolente di beni aziendali, tali da rendere inefficace la riscossione coattiva nei confronti della società gravata da ingenti debiti tributari, ne avrebbero aggravato il dissesto, determinandone lo stato d’insolvenza.
Per Coscione e un altro indagato che hanno scelto il rito ordinario ci sarà il processo che inizierà il prossimo anno, così come ha deciso il Gup Molfese.
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