Per l’ultima giornata di seminari organizzati nell’ambito del Med Blue Economy sono state protagoniste le grandi politiche di innovazione. Da una parte la tecnologia del metaverso presentata dall’Università “La Sapienza” di Roma, dall’altra il processo di transizione ecologica che passa attraverso un progetto pilota lanciato dal Consorzio industriale sull’idrogeno e sviluppato in sinergia con Sgi e l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
Qualche mese fa l’ex Consorzio Asi di Frosinone (confluito nel Consorzio Industriale del Lazio) ha lanciato un progetto sperimentale sull’idrogeno in partnership con l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e la società Sgi. Un percorso di decarbonizzazione fondamentale anche e soprattutto alla luce di quel processo di transizione energetica avviato dal Governo attraverso il Piano Integrato Nazionale Energia Clima e delle importanti iniziative allo studio dell’Unione Europea e della Regione Lazio. Il progetto prevede l’elaborazione di un programma di riconversione industriale delle aziende e l’offerta, che punta ad assicurare l’approvvigionamento di energia alternativa nell’area.
Sul punto è intervenuto il professor Fausto Arpino dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. È stato proprio lui, nel corso dell’incontro tenuto a Villa Giustina, a spiegare: «Nel corso della conferenza delle Nazioni Unite sul clima tenutasi a Glasgow nel 2021 è stata riconosciuta la necessità di limitare il riscaldamento globale sotto 1,5°C entro il 2100 e le varie nazioni, Italia inclusa, hanno presentato le proprie strategie di lungo termine per raggiungere tale obiettivo. Il percorso proposto dall’Italia prevede il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, con una riduzione delle emissioni di gas serra del 38% nel 2030 rispetto al 1990. Osservando che sul piano macro-settoriale, le emissioni di anidride carbonica derivano per circa il 70% dai cosiddetti usi energetici (30% trasporti, 25% settore industriale, 15% settore residenziale), le leve impiegabili per il raggiungimento di tale obiettivo consistono, oltre che nel contenimento dei consumi energetici, nel cambio radicale del mix energetico e nell’incremento degli assorbimenti di CO2. In questo contesto l’idrogeno verde gioca un ruolo molto importante in quanto rappresenta un anello chiave per la sostenibilità e la funzionalità dei futuri sistemi energetici decarbonizzati su scala globale. In particolare, esso è ritenuto essenziale per la decarbonizzazione dei cosiddetti settori Hard-to-Abate, Il cui peso è estremamente rilevante per il tessuto industriale italiano anche da un punto di vista economico, occupazionale e di sistema. I principali vantaggi derivanti da una maggiore penetrazione dell’idrogeno nel mix energetico risiedono nelle sue caratteristiche intrinseche, prime tra tutte la versatilità e l’integrabilità con le altre tecnologie pulite per la produzione e il consumo di energia. Nel corso del seminario abbiamo illustrato l’attività svolta in collaborazione tra l’Università degli Studi di Cassino, Società Gasdotti Italia ed il Consorzio per lo sviluppo industriale di Frosinone per la stesura di un progetto finalizzato alla decarbonizzazione del tessuto industriale del Frusinate attraverso la realizzazione di una cosiddetta Hydrogen Valley».
Ma l’appuntamento che si è svolto a “Villa Giustina” ha permesso a tutti gli ospiti, in presenza o da remoto, di entrare in contatto per la prima volta con la tecnologia del metaverso che è stata illustrata dalla professoressa Rosa Lombardi professore ordinario di economia aziendale presso l’Università di Roma La Sapienza: “Il termine «Metaverso» ricorre sempre più spesso all’interno di vari ambiti (come noto, viene convenzionalmente fatto risalire al romanzo Snow Crash del 1992). Esistono infatti molteplici definizioni di metaverso a seconda della prospettiva utilizzata. Nella sua accezione tecnica si parla di Web 3.0, ma più in generale il concetto è riferito alla creazione di un ecosistema o mondo virtuale interconnesso che, evidentemente, non può sostituire il mondo fisico, bensì lo integra e lo supporta. L’accesso al metaverso è possibile attraverso il nostro doppio ovverosia il cosiddetto avatar (identità digitale), alcune tecnologie tra cui i dispositivi di realtà aumentata e realtà virtuale (visori) e la blockchain, ricorrendo eventualmente ai non fungible token (NFT). Di metaversi ne esistono di varie configurazioni (si pensi, tra gli altri, a Fortnite, Roblox, Decentraland, The Sandbox, Sensorium, Spatial). L’utilizzo del metaverso per l’attività d’impresa (in ogni settore, inclusi quelli coinvolti nell’economica del mare, tra cui la cantieristica, i servizi ricettivi, i tour ed i musei sottomarini) può avvenire in combinazione con l’emissione di NFT; questi ultimi sono rappresentazioni digitali di beni reali e/o virtuali, contraddistinti da non fungibilità, indivisibilità e unicità. Gli NFT sono scambiati in valute FIAT o in valute virtuali o con altri NFT e servono, tra l’altro, per realizzare vetrine virtuali, negozi virtuali, uffici e opere pubbliche virtuali e così via. Le funzioni del metaverso sono pertanto molteplici: business, luogo di apprendimento e formazione, offerta di servizi privati/servizi pubblici, partecipazione ad eventi, concerti, mostre, socializzazione e così via. Ad esempio, è possibile aprire negozi virtuali; vendere/provare prodotti; organizzare/partecipare a concerti; espletare attività di formazione del personale a distanza; offrire consulenza e servizi di vario tipo. Il metaverso, in buona sostanza, rappresenta uno degli sviluppi più interessanti dell’economia digitale, di cui anche l’economia del mare può fruire per supportare interazioni, organizzazioni di vario tipo e stakeholder”.