2 ANNI DI INCUBO PER UNA 20ENNE: “IL MIO EX MI CHIAMAVA PUTTANA E MI PICCHIAVA”

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Maltrattamenti, una giovane vittima di violenza da parte del partner ha testimoniato in aula nel processo che vede alla sbarra l’ex compagno

Una storia come tante che nascono tra i giovani di ogni epoca. Si conoscono, si piacciono e quasi subito vanno a vivere insieme. Da lì inizia un incubo durato circa due anni per una ventenne che oggi, 12 aprile, davanti al collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana – a latere i giudici Morselli e Velardi – ha raccontato, come parte offesa, la sua storia d’amore proseguita tra violenze, insulti e uno stato d’ansia che ancora le provoca le lacrime.

“Non uscivo più, era morboso e geloso e se non rispondevo ai primi squilli di telefono, subito chiamava la mamma e la faceva venire a casa per controllare cosa stessi facendo”.

La giovane, originaria di Alatri, che ha convissuto con il suo ex compagno a Terracina – un giovane che oggi ha 27 anni – ha raccontato la sua vicenda per la quale si è sentita umiliata dal suo compagno che spesso la insultava definendola “puttana”, “zingara di merda”, arrivando addirittura ad augurargli un cancro.

“Cercavo di farlo stare tranquillo, uscivo solo con lui. Spesso dovevo dargli spiegazioni se c’erano i miei cugini maschi con me”. Le scenate di lui, dopo solo i primi mesi iniziali vissuti con tranquillità, avvenivano ovunque, anche davanti ad altre persone, tra cui la sua famiglia e quella della ex compagna. “Mi maltrattava, mi diceva che non valevo…”sei una puttana”, mi ripeteva. Tutte le paranoie nascevano di giorno in giorno, alcune volte se la prendeva sempre con me. Non faceva niente a casa, non puliva e aveva scatti d’ira. Non sei mia madre, non devi comandare, mi diceva”.

Spesso gli insulti erano oltremodo volgari. “Quando si ingelosiva, mi diceva che mi dovevo fa scopa’ dai negri e rimanere a terra. Se era nervoso, se la prendeva sempre con me. Tutte le nostre discussioni nascevano da cose futili per le quali lui si arrabbiava, arrivando a picchiarmi. Schiaffi e calci, i suoi comportamenti violenti diventavano sempre più frequenti”.

Una volta, ha proseguito la ragazza, raccontando tutto, non senza pause dettate dall’emozione, “mi diede uno schiaffo e ho sbattuto la testa contro il muro, sempre per motivi futili. Lo avevo rimproverato perché lasciava gli alimenti vicino a gatti e cani nel giardino”.

In un frangente, scappando per paure dall’aggressività di lui, la giovane ha raccontato di essere stata rincorsa per le scale, di essersi sentita tirare per la maglietta per poi infine cadere a terra, “sbattendo la testa al muro”.

Un giorno, “c’era la mamma che lo rimproverava e lui è corso in casa e ha sfondato il vetro con un pugno, dopodiché sono andata via facendomi venire a prendere da mia zia perché avevo paura. Strillava e faceva il pazzo”.

E ancora, una volta mentre si trovavano a letto, la giovane si lasciò scappare un epiteto nei confronti della madre di lui. La furia del giovane fu senza freni: strinse la compagna nelle parti intime per schiaffeggiarla violentemente. Un particolare che, nonostante il dolore, la ragazza, in aula, riesce a raccontare con freddezza.

La storia, che è durata da fine 2020 fino al settembre 2022, è costellata di diversi episodi di violenza nati da litigi domestici che scadevano in vere e proprie violenze. Ora, dice la ragazza in aula, interrogata dal Pubblico Ministero Claudio De Lazzaro: “Sto cercando di riorganizzarmi la vita”.

Tuttavia, il racconto in Tribunale necessita di tutti i particolari e la ragazza è stata costretta a riviverli tutti per accertare la responsabilità dell’ex, accusato di maltrattamenti aggravati. “Nell’estate 2022 si avvicinò di nuovo, io tornai ma poco dopo era sempre più violento. Cambiava solo i primi giorni, poi arrivavano gli scatti d’ira e cambiava di nuovo, nonostante i giuramenti di non alzarmi più le mani”.

Ci fu una volta che “mi si avvicinò e mi diede un calcio alle costole. Io ho corso per le scale di casa e dicevo che volevo andare via. Poi, ho preso un posacenere e l’ho lanciato ma non l’ho preso, avevo paura. Successivamente riesco a bloccare la porta della mansarda e lui continuava a strillare. Gli dissi chiamo i carabinieri e li chiamai. Ma mentre stavo al telefono anche lui ha chiamato i carabinieri”.

Un’altra volta: “litigammo per un cuscino e mi sono ritrovata con la testa attaccata al muro mentre mi riempiva di cazzotti in faccia e in testa. Quel giorno sono andata via di casa, era il giugno 2022”.

Finita la convivenza, la storia riprende anche se non più come prima. I due continuano a frequentarsi ma le cose ben presto vanno per il peggio. Gli insulti finora rivolti solo a lei, arrivano anche alla nonna della ragazza chiamata “puttana”.

La ragazza, però, non denuncia e perdona sempre: “Non ero ancora pronta, perché comunque io gli volevo bene”. La goccia che fa traboccare il vaso arriva il 7 settembre 2022 quando i due vanno al mare insieme alla famiglia di lei. In spiaggia, l’anno prima, il 27enne aveva già dato prova di sé, mostrando la sua gelosia, fino ad arrivare a dire alla sua ragazza di coprirsi perché tutti la stavano guardando: “In realtà io ero semplicemente stesa sul telo e con il costume”.

“Era il settembre 2022 e raggiungemmo mia madre e mia zia, e stavo con mia cugina, il fidanzato e il fratello. Stavamo parlando in acqua a scherzare sul seno delle donne, lui sì avvicinò arrabbiato e mi disse che stavo facendo vedere le zizze al fidanzanto di mia cugina”. Al che “mi diede un calcio al costato e uno schiaffo e io gli dicevo di andare via ma lui continuava a dirmi puttana. Mi aveva giurato di non mettermi più le mani addosso e, quando gli buttai la pipetta per fumare in acqua, mi diede un cazzotto tra fronte e occhi. Mia nonna lo spinse via insieme a mia madre, ma lui continuò fino a che, inseguito da mio fratello più piccolo, non gli diede un pugno da provocargli una emorragia sull’occhio”.

Solo a questo punto “ho preso il bastone dell’ombrellone e l’ho inseguito per cacciarlo. Strillava e chiamò i Carabinieri e lì sporsi denuncia e fummo caricati io e mio fratello sull’ambulanza. C’era tanta gente che aveva assistito alla scena”.

Da lì, ha detto la ragazza, “ho chiuso le comunicazioni e ho bloccato tutto. Anche dopo quel giorno mi scrisse che mi amava e dovevo perdonarlo. Poi, in seguito, con profili falsi mi contattava per insultarmi e contattava le mie amiche per dire loro cose cattive su di me”.

Ad ogni modo, “il 7 settembre 2022 si è chiusa definitivamente la nostra relazione. Toccatemi tutto ma non mio fratello più piccolo”.

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