Zuliani incontra Federlazio e CLAAI Assimprese Lazio Sud: “Urbanistica e infrastrutture obsolete respingono gli investimenti”
«Manca una visione di sviluppo economico della città. Dove vogliamo andare? Quali sono i tracciati e chi parteciperà al percorso?». Sono questi gli interrogativi che hanno dettato la linea del confronto tra la candidata Sindaco Nicoletta Zuliani e le piccole e medie imprese del territorio.
L’analisi delle criticità che, allo stato attuale, segnano una battuta d’arresto per lo sviluppo delle imprese sul suolo latinense – problematiche legate all’arretratezza della normativa di riferimento, al mancato o insufficiente perfezionamento delle infrastrutture, alla carenza di investimenti – è scaturita dal dialogo con Federlazio. «Non siamo attrattivi, siamo respingenti – ha affermato il presidente Marco Picca, alla presenza del direttore Claudio Malagola – e, per giunta, fatichiamo a trattenere le imprese che in passato hanno scommesso sulle potenzialità di queste aree. C’è bisogno di una coesione differente, non soltanto tra comparti di una stessa categoria: va creata una vera alleanza tra pubblico e impresa, una rete che ci permetta di cooperare per una riqualificazione capillare del territorio, dalla marina all’hinterland, a partire da quelle opere a costo zero che riguardano una gestione ottimale della burocrazia. Lo sviluppo non può essere frenato da negazioni di parte».
Prima le questioni poste da Federlazio, successivamente la discussione tenuta con CLAAI Assimprese Lazio Sud, hanno fatto emergere pienamente la necessità di un nuovo Piano regolatore, nel cui quadro si ristabiliscano le norme attuative del regolamento urbanistico e si definiscano con chiarezza le aree di competenza interessate. “I bisogni che il territorio registra attualmente non sono affatto conciliabili con le condizioni esistite negli anni Settanta – ha denunciato Zuliani, nell’incontro con il direttore Ivan Simeone e con il Dott. Renzo Vecchi del consiglio direttivo di CLAAI Assimprese Lazio Sud, davanti anche al Dott. Giovanni Vecchi – Quando un imprenditore si propone di investire a Latina, trova una fitta nebulosa di norme obsolete e non allineate con lo stato urbanistico di fatto: per questo bisogna innanzitutto avviare un lavoro di ricognizione delle esigenze del nostro territorio, in relazione alla domanda delle aziende globalizzate e di un mercato che con le condizioni esistite nel 1972 non ha niente a che fare. Dobbiamo comprendere in quale misura la città vuole rispondere alle aspettative delle imprese di oggi, perché ricordiamolo: sono le imprese a portare il lavoro, e il lavoro per noi (oltreché per la Costituzione Italiana) è una priorità, nell’ottica di restituire dignità ai nostri concittadini.
Il secondo passo dovrà consistere in una suddivisione della superficie territoriale in diversi quadranti, sui quali intervenire per mezzo dello Schema di Assetto: ossia ridefinendo all’interno della specifica area gli indici relativi al sistema produttivo, insediativo, infrastrutturale, in linea con le vocazioni di ciascuna. E contemperando gli interessi del pubblico con quelli del privato.
Questo è un elemento fondamentale. L’imprenditore è considerato da anni, a Latina, come un mero speculatore, ma rendiamoci conto – ha concluso Zuliani – che è prima di tutto un cittadino, dotato della genialità di saper cogliere i vantaggi di quegli “oggetti” che possono diventare produttivi e utili per la comunità. Non funzionano gli accordi di un tempo, gli stessi che hanno distrutto invece questo territorio: dobbiamo creare una rete vera, perché serve lavoro e perché Latina ha in sé le potenzialità per evolvere come punto d’arrivo di un flusso umano e capitalistico mai accolto prima“.