Voto di scambio politico-mafioso: si è aperto il processo che vede alla sbarra Emanuele Forzan e Raffaele Del Prete
Il collegio del Tribunale composto dal Presidente Gian Luca Soana e dai giudici Fabio Velardi e Elena Nadile si è dichiarato incompatibile con questo procedimento penale. Il motivo sta ne fatto che in tale processo sono compresi, non come imputati, ma come personaggi citati e parti integranti delle prove che si dovrebbero formare in dibattimento personaggi legati all’altro processo, ossia quello dell’inchiesta madre Alba Pontina, nel quale è stato giudicato il Clan Di Silvio capeggiato da Armando detto “Lallà” e a presiedere quel Collegio era proprio il Giudice Soana.
La prossima udienza con un probabile nuovo Collegio è stata fissata al 6 aprile 2022. La decisione spetterà al Presidente del Tribunale di Latina.
Come noto, l’imprenditore nel ramo dei rifiuti Raffaele Del Prete è accusato di aver dato soldi ad Agostino Riccardo, ex affiliato al Clan Di Silvio, oggi collaboratore di giustizia, in cambio di voti, attacchinaggio e visualizzazione dei manifesti elettorali in favore di Matteo Adinolfi, indagato anche lui (ma non rinviato a giudizio nel presente processo), attualmente europarlamentare della Lega e, nel 2016, in corsa per diventare consigliere comunale. Carica che, alla fine, raggiunse con 449 voti.
Per l’accusa, Del Prete avrebbe dato in tutto a Riccardo circa 45mila euro. A costituire, secondo inquirenti e investigatori, il ruolo di collettore anche Emanuele Forzan, ex collaboratore di Del Prete e, al tempo delle Comunali 2016, responsabile elettorale per la lista “Noi con Salvini”.
L’inchiesta fu portata a compimento da Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e Squadra Mobile di Latina.