VIRUS WEST NILE: UN CASO ACCERTATO A LATINA

Istituto Spallanzani di Roma

Nel Lazio è stato accertato il primo caso di West Nile e un altro caso sospetto in attesa di verifica. Da quanto si apprende da fonti sanitarie, il contagio di un paziente è stato accertato dall’Istituto Spallanzani di Roma, mentre per un altro è in attesa dell’esito esami. 

Si tratta, da i primi riscontri, di due persone 70enni di Latina, non collegate tra loro. Entrambe starebbero in cura all’ospedale Goretti di Latina.

“Anche il secondo caso di West Nile è stato accertato e si tratta nel Lazio dei primi due casi autoctoni – ha spiegato il presidente della regione Francesco Rocca nel corso di un evento all’Umberto I – Da qualche anno il Virus del Nilo è endemico nel Nord e Centro Italia e questi sono i primi due casi endemici nel Lazio“.

“La task force è programmata per le 14 di oggi, mercoledì 16 luglio 2025 – ha fatto sapere Rocca – A seguito di questa, si daranno tutte leindicazioni ai medici di base e ai pronto soccorso perché ci sia una pronta individuazione dei casi, con tutte le procedure che noi normalmente allertiamo quando si verificano casi di questo tipo”.

“Al momento il virus si trasmette prevalentemente tramite puntura da insettoe rarissimi sono i casi da trasfusione – ha spiegato – Faremo i controlli previsti dalle linee guida e monitoriamo la situazione con la giusta attenzione“.

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

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