Legambiente Terracina aderisce alla richiesta dei cittadini di organizzare un flash mob davani alla ex Villa Adrover per ribadire la sua contrarià alla vendita dell’immobile e del parco annesso avvenuta nel 2019: “Vogliamo testimoniare contro la perdita del prezioso polmone verde, uno deglei ultimi rimasti sul nostro litorale”
Legambiente Terracina, fin dal 2019, anno della vendita al privato della ex Villa Adrover, è stata attiva con esposti, segnalazioni e accessi agli atti sulla vicenda, sensibilizzata dalla brutta esperienza della ex Proinfantia, per fortuna poi sequestrata e ora diventata un processo penale con Legambiente Terracina parte civile. La villa, insistente su un lotto con una superficie di circa 2.770 metri quadrati, e una area verde potenzialmente edificabile pari a 2.430 metri quadrati, era di proprietà pubblica per metà del Comune di Terracina e per metà dell’Università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale, e viene venduta nel 2019 a privati per 2,6 milioni di euro, un prezzo a nostro avviso molto conveniente, per posizione e storicità del lotto.
È infatti del 9 febbraio 2018 la Delibera di Consiglio Comunale n.6 che dava l’avvio alla vendita della Ex Villa Adrover, come fosse un bene residuale della collettività e non un prezioso bene immobile (una villa d’epoca) con un parco (eppure lo stesso Sindaco di allora aveva promesso a parole che non si sarebbe mai venduto quello che considerava il “gioiello” di Villa Adrover!), uno degli ultimi parchi con piante ad alto fusto ed essenze arboree di macchia mediterranea, purtroppo raso al suolo in poche ore. Vogliamo menzionare qui il Consigliere Alessandro Di Tommaso (allora PD), attualmente capogruppo della Lista Di Tommaso, il quale insieme alla ex Consigliera Berti e al ex Consigliere D’Andrea (allora PD) avevano votato contro la alienazione del bene e questo va riconosciuto e gliene va dato merito, mentre molti che ancora siedono in Consiglio sugli scranni della Maggioranza sono stati e restano i veri responsabili di questa scelta scellerata.
Legambiente dal 2019 ha sempre però trovato una strana ma coriacea opposizione da parte del Comune di Terracina nel dare corso alla richiesta di accesso agli atti, e addirittura l’allora ex-Assessore all’Urbanistica aveva ritenuto importante fare un comunicato ufficiale nel quale si rispondeva alle rimostranze di Legambiente, dando la colpa del mancato riscontro solo a supposti errori nella formulazione della richiesta da parte di Legambiente, tanto che Legambiente era dovuta ricorrere al Difensore Civico Regionale per far valere i propri diritti. La richiesta invece non solo era formulata correttamente ma era assolutamente legittima tanto è vero che il Difensore aveva ribadito la sua posizione a nostra tutela, intimando al Comune di rilasciare gli atti richiesti, atti che poi non ci furono rilasciati in quanto il privato aveva poi subito ritirato, annullandola, l’istanza di richiesta del primo permesso a costruire.
Legambiente Terracina, non appena appresa nei giorni scorsi la notizia del disboscamento e del presumibile inizio lavori sul lotto edificabile, in qualità di portatore di interesse diffuso e quindi a tutela della cittadinanza, e visto l’impatto paesaggistico e ambientale dell’intervento data la sua collocazione, ha subito fatto una segnalazione al Nucleo Investigativo dei Carabinieri Forestali di Latina al fine di valutare la completezza e la regolarità dell’iter autorizzativo del titolo edilizio rilasciato a fronte del nuovo progetto presentato e di tutte le autorizzazioni previste per il taglio di alberi ad alto fusto per l’area di circa 2500 mq., un polmone di ossigeno e uno degli ultimi boschi costieri che erano rimasti integri, con il loro ecosistema, sul litorale.
“Abbiamo assistito come cittadini e amanti della natura alla perdita di un piccolo bosco costiero. Sappiamo che quel lotto era edificabile e non questioniamo quindi la legittimità dell’azione del privato se dotato dei titoli edilizi e autorizzativi adeguati, ma abbiamo sempre e da anni espresso la nostra contrarietà alla vendita di tutto il complesso, e avremmo voluto almeno mitigare i rischi di quanto avvenuto, tenendo conto che sarebbe stato forse possibile imporre al privato alcune prescrizioni tese a salvaguardare il prezioso e irrinunciabile patrimonio arboreo. Ipotizziamo quindi che il privato abbia presentato un nuovo progetto (dopo quello ritirato nel 2021), progetto per il quale il Comune aveva comunque rilasciato una autorizzazione paesaggistica, a novembre 2021, e rateizzato il contributo di costruzione, a maggio 2022, e la nostra segnalazione al Nucleo Investigativo dei Carabinieri Forestali di Latina è motivata quindi da una nostra assolutamente legittima domanda in merito alla valutazione e cessione degli standard urbanistici relativi al lotto edificabile a tutela del verde pubblico, dei servizi e dei parcheggi, in un comparto già così densamente costruito e in merito all’autorizzazione al taglio di alberi di alto fusto, alcuni secolari, volendo solo verificare se sia stata debitamente autorizzata esplicitamente dal Comune e se esistevano prescrizioni e vincoli al riguardo. Nel frattempo però abbiamo aderito alla pressante richiesta di un folto numero di cittadini di organizzare un flashmob dal titolo “BASTA CEMENTO e GIU’ LE MANI DAL VERDE PUBBLICO”, flashmob che si è svolto pacificamente lunedì scorso davanti alla Villa e che ha visto una notevole partecipazione di cittadini, stanchi della superficialità con la quale vengono venduti preziosi beni pubblici anche storici (immobili e verde). Voglio ulteriormente ribadire che la mia critica, e quella di molti cittadini che hanno manifestato, è relativa esclusivamente alla decisione della Amministrazione di vendere il bene pubblico comprensivo del lotto verde e di autorizzare lottizzazioni residenziali costiere in un comparto già molto densamente costruito e privo di verde pubblico e non è minimamente rivolta al privato che ha acquistato, come da suo diritto, questo pregiatissimo lotto costiero con annesso immobile storico e che può disporne con tutti i vincoli di legge.
Questa Amministrazione che eredita tutti gli errori del passato e che si pone a difesa delle stesse modalità delle passate Amministrazioni, proprio qualche giorno fa ha approvato a maggioranza, in Consiglio Comunale, una delibera per riavviare l’iter di una altra lottizzazione residenziale di decine di migliaia di metri quadrati a Scafa di Ponte mentre ancora non risponde alla nostra richiesta, inviata più di un mese fa, di una audizione urgente in Commissione Urbanistica per le questioni inerenti la rigenerazione urbana e la monetizzazione degli standard a Terracina, nonostante i sequestri e i processi in corso, mentre continuano a spuntare come funghi nuovi impattanti cantieri edili come quelli sul lungomare Circe e di Via Anxur, e mentre alcuni cantieri relativi ad altre lottizzazioni sono ormai fermi da anni come tristi scheletri sulla Via Pontina”, dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano”, Consigliere Nazionale dell’Associazione, Dirigente del Raggruppamento Guardie Ambientali e Zoofile Volontarie Legambiente della Provincia di Latina.