VILLA ABUSIVA A CORI: “IL TAR CONFERMA LE OMISSIONI DELL’AMMINISTRAZIONE”

Villa Dallas
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Villa abusiva a Cori, interviene ancora l’opposizione sul caso: “Per anni, gli Uffici non vedono-non sentono-non parlano”

Il 23 settembre scorso si è tenuta, come da calendario, l’udienza del TAR sul ricorso promosso dal proprietario, marito della Presidente del Consiglio, per l’annullamento dell’ordinanza di demolizione della villa abusiva costruita in zona artigianale al posto di un opificio.

“Per quella seduta il Tribunale Amministrativo aveva chiamato in causa gli Uffici comunali, chiedendo tutta la documentazione dei procedimenti tecnici e penali oltre ad una puntuale relazione che “prendesse motivata posizione” sul fatto che si configuri o meno un abuso edilizio realizzato, tra l’altro, in assenza di autorizzazioni.

L’Ordinanza 747/2025 emessa dal Giudice Amministrativo il 23 settembre, conferma tutte le perplessità esposte dalle Minoranze sulla risposta che gli Uffici Comunali hanno prodotto per il TAR. “La nota comunale, depositata tardivamente, è sprovvista degli allegati” e “non è adeguatamente perspicua quanto alle conclusioni raggiunte”, mette in evidenza l’Ordinanza. 

Quindi il Giudice Amministrativo rileva le omissioni e la mancanza della doverosa presa di posizione sulla vicenda da parte degli Uffici Comunali e pertanto rinvia ad un’ulteriore udienza, a febbraio 2026, reiterando la richiesta di produrre tutta la documentazione relativa al procedimento penale e tecnico, in modo particolare alle questioni che attengono alle interlocuzione con il Genio Civile. 

Infatti, gran parte della documentazione tecnica che gli Uffici comunali hanno omesso di allegare trova ampi riscontri sia nel Decreto di sequestro preventivo urgente emesso dal Sostituto Procuratore nel 2018 sia nella Sentenza Penale del 2025, con la quale si prescrive il reato per decorrenza dei termini ma si dispone la confisca dei terreni e dei beni.

In modo particolare, colpiscono gli atti ed i comportamenti degli Uffici Amministrativi e degli Amministratori di maggioranza che, sin dall’inizio di questa vicenda che data 2012-2013,  “non vedono – non sentono – non parlano”. 

Ad esempio, nella Sentenza penale, il Giudice rileva che “non è stata data prova dell’asservimento del manufatto allo svolgimento di attività produttiva”, anzi, il contratto di comodato stipulato tra il proprietario ed il cognato nel 2016 (quattro anni dopo la presentazione del primo progetto) viene definito dal Giudice “un mero escamotage per dare un’apparente regolarità” all’intervento edilizio.

Come è possibile che in Paese dove tutti si conoscono, e soprattutto si conoscono molto bene gli attori di questa vicenda che ricoprono cariche pubbliche, non si sapesse che non esisteva nessuna azienda di falegnameria/attività produttiva  da insediare in quell’edificio? 

Ed ancora, come è possibile che l’attuale Comandante della Polizia Locale, fino al 17 febbraio 2017, abbia risposto alle ripetute richieste del Genio Civile, rassicurando sulla conformità delle opere realizzate, quando invece qualche giorno dopo, il 24 febbraio del 2017, il proprietario vi aveva trasferito la propria residenza? 

E come è possibile che nel settembre 2017, il CTU incaricato dal Giudice del penale, durante il suo sopralluogo rileva che nel piano seminterrato, dove doveva trovarsi un laboratorio artigianale per la fabbricazione di infissi, non sono stati rinvenuti impianti di produzione né sistemi tipici e obbligatori di un sito produttivo? Anzi, sono presenti una “zona lavanderia con lavatrice ed asciugatrice; un’ulteriore zona con caminetto, parquet, divano e piante ornamentali”. Insomma uno spazio residenziale a tutti gli effetti, come sottolinea lo stesso Giudice del penale. Ma tutto ciò non è mai stato rilevato dagli Uffici comunali.  

Ora, leggendo l’ultimo Decreto del Giudice Amministrativo, si rileva un forte ammonimento alle parti in causa, soprattutto agli Uffici comunali, affinché producano in giudizio tutti gli atti e, in buona sostanza, non favoriscano una distorsione dei fatti. Non solo, il Giudice si riserva la possibilità di desumere argomenti di prova proprio dal comportamento tenuto dagli Uffici. 

Come dire che le omissioni, le distorsioni potrebbero essere valutate come un tacito consenso o una tolleranza nei confronti dell’abuso edilizio”.

Così, in una nota, i consiglieri comunali d’opposizione Aristide Proietti, Germana Silvi e Evaristo Silvi.

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