VENTOTENE, INIZIA IL PROCESSO PER IL COMMISSARIO DEL CARCERE DI SANTO STEFANO CONFERMATO DA MELONI

giovanni macioce
Giovanni Macioce

È iniziato il processo a carico del Commissario per il recupero del carcere di Santo Stefano: l’ex generale della Guardia di Finanza Giovanni Maria Macioce confermato dal Governo Meloni

Una ventina di giorni fa, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha deliberato di confermare per un biennio a Commissario straordinario del Governo per il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano (Ventotene) del dottor Giovanni Maria Macioce. Una conferma nei confronti di un commissario – per compiti piuttosto importanti e dove girano diversi soldi – che però è attualmente imputato in un processo che si sta celebrando davanti al giudice monocratico del Tribunale di Cassino, Antonio Pio Cerase.

Ad agosta 2023, Macioce è stato rinviato a giudizio quando già era commissario per il carcere di Santa Stefano. L’ex generale della Guardia di Finanza, nominato dal governo di centrodestra a febbraio 2023, è a processo insieme all’ex vice sindaco di Ventotene Modesto Sportiello e ai figli di quest’ultimo, Luigi (attuale consigliere comunale a Ventotene) e Ercolino.

Macioce, 75 anni, originario di Sora, era finito al centro delle polemiche perché investito da una denuncia di una privata cittadina che lo ha posto al centro di una circostanza insieme all’esponente politico dell’isola di Ventotene, Modesto Sportiello.

Secondo la denuncia e la successiva indagine della Guardia di Finanza di Formia, per cui il Procuratore di Cassino Luciano D’Emmanuele ha chiesto la citazione diretta in giudizio, i due avrebbero proceduto a realizzare un’abitazione in quella che era una grotta in località Calanone, sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici, oltreché ad aver agito insieme per la compravendita di alcuni magazzini adibiti ad abitazioni (secondo l’esposto, Sportiello e Macioce risulterebbero persino residenti nella stessa locazione). Indagato per abuso edilizio, lo stesso Macioce, delegato del sindaco Carmine Caputo per l’Area Marina Protetta e Riserva Naturale Statale delle isole di Ventotene e Santo Stefano, aveva preannunciato l’incarico di commissario con una nota al primo cittadino.

I quattro imputati devono rispondere di falso in atto pubblico e dichiarazioni mendaci, per fatti che si sarebbero verificati a novembre 2021 davanti a un notaio di Sora, considerato dalla Procura parte offesa in quanto tratto in inganno. Secondo gli inquirenti, la compravendita ha previsto il passaggio di tre unità immobiliari tramite una scrittura privata. Passaggi che si sono dipanati dal 2010 fino al 2021 e che hanno riguardato Sportiello, Macioce e i figli in tre diverse fasi per importi che si aggirano sui 75mila euro totali.

Il processo è stato rinviato al 6 maggio 2025, giusto il tempo per far sì che il giudice monocratico respingesse la costituzione di parte civile della cittadina di Ventotene, Teresa Gervasio, da cui è partita la denuncia. A difenderla l’ex giudice antimafia, Antonino Ingroia che ha dichiarato di come, per lui, “la legge può essere uguale per tutti quando si trova una magistratura autonoma e indipendente e oggi la magistratura di Cassino lo ha dimostrato. Ha avviato un giudizio diretto per un uomo potente come certamente è l’ex generale Giovanni Maria Macioce, da qualche giorno riconfermato commissario di governo per il recupero e per la riqualificazione del carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefan, insieme al consigliere comunale Luigi Sportiello e il padre Modesto, in relazione alla trasformazione di un bene ambientale nella sua villa privata. Siamo in presenza di un fatto scandaloso che una cittadina onesta e vicina a questo bene ambientale, la signora Teresa Gervasio ha coraggiosamente denunciato. Per anni inascoltata finalmente ha trovato prima la procura e poi il Tribunale di Cassino che hanno recepito l’allarme e la sua denuncia rinviando a giudizio Macioce e gli Sportiello”.

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