UNA BANDA CHE RUBAVA RELIQUE SACRE E OPERE D’ARTE: INDAGATI ANCHE A FONDI E GAETA. TRA GLI EPISODI IL FURTO A SANT’ERASMO

Tribunale di Santa Maria Capua Vetere
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere

Una vasta operazione di polizia ha messo fine alle attività di una banda organizzata che, con precisione e discrezione, ha compiuto furti di reliquie e opere d’arte in numerose chiese italiane, lasciando dietro di sé un vuoto inestimabile di patrimonio culturale e spirituale. Tra le città colpite, Gaeta ha subito il furto delle preziose reliquie di Sant’Erasmo, evidenziando una rete di crimini che si estende ben oltre i confini della provincia di Latina, coinvolgendo anche Frosinone e altre regioni italiane come Firenze, Bolzano, Roma, Potenza, Avellino, Salerno, Catania e nuovamente Potenza.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha iscritto nel registro degli indagati 27 persone, accusate di furto e ricettazione, tra cui figurano residenti di Gaeta, Fondi e persino una nonnina di 90 anni, mostrando quanto ampio e variegato fosse il network di questa organizzazione criminale.

Le indagini hanno portato alla luce diversi episodi: oltre 61 denunce presentate da comunità religiose e privati, colpite da una serie di furti audaci e sacrileghi. Tra gli episodi più eclatanti, quello alla chiesa di Sant’Erasmo a Gaeta nel maggio 2017, dove furono sottratti una teca con la reliquia del santo e un reliquario contenente le ossa di Sant’Erasmo. Ma il fenomeno non si è limitato a Gaeta: da Palazzo Mazzocchi a Santa Maria Capua Vetere sono sparite opere d’arte di inestimabile valore, tra cui tele e decorazioni in legno dorato, così come a Sessa Aurunca e Orta di Atella, dove il bottino includeva anche oggetti di uso quotidiano.

Questo ampio spettro di furti sottolinea non solo la varietà dei beni ricercati dalla banda ma anche la profonda ferita inferta al patrimonio artistico e religioso delle comunità coinvolte. Le forze dell’ordine, grazie a un’attenta investigazione, sono riuscite a smantellare questa rete criminale, proteggendo così le testimonianze di fede e cultura che rappresentano un legame vitale tra passato, presente e futuro delle società colpite.

La procura del di Santa Maria Capua Vetere ha concluso le indagini nei confronti di 27 persone, ritenute parti di un gruppo capace di commettere una serie sistematica di furti di opere d’arte e oggetti di antiquariato, con relativa opera di vendita al mercato nero, ovvero il reato di ricettazione.

Ugo Di Napoli, Giuseppe Carrano e Alessandro D’Angelo sono ritenuti dagli inquirenti gli organizzatori di questa associazione per delinquere. Provvedevano alla pianificazione alla gestione delle attività di furto e poi successiva vendita o a volte acquisto di beni rubati.

Indagati per furtoErnesto De Mitri, Diego Apuzzo, Michele Capasso, Stefano Maisto, Fioravanti Massaro, Luciano Rampone, Raffaele Silvestri, Angelo Tarallo, Giorgio Tarallo, Emanuele Tornincasa e Mariano Tuppo. Indagati, invece, per ricettazione Raffaella Galoppo, Maria Luisa Russo, Giuseppe Sannino, Salvatore Scognamiglio, Giuseppe Vollaro, Giuseppe Di Lorenzo, Massimo Esposito, Giovanni Claudio Giuliano Formisano, Ettore Giovine, Michele Guastaferro, Vincenzo Izzo, Gianni Saviano e Giosuè Scarpati.

Le persone indagate sono residenti per lo più in Campania, ma anche a Fondi e Gaeta.

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