UCCISERO CON UN BADILE UN LORO CONNAZIONALE: ARRESTATI A FONDI DUE QUARANTENNI

Esecuzione ordine di sostituzione della misura degli arresti domiciliari con la custodia cautelare in carcere: omicidio preterintenzionale in concorso

Nella mattinata del 3 luglio a Fondi, in ottemperanza all’ordine di sostituzione della misura degli arresti domiciliari con la custodia cautelare in carcere, emessi dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, i carabinieri della locale Tenenza, hanno tratto in arresto 2 cittadini indiani rispettivamente classe 80 residente a Priverno e classe 81 residente a Fondi.

I due quarantenni erano sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari poiché colpevoli di omicidio preterintenzionale per i fatti accaduti nel mese di febbraio 2022 quando, durante un diverbio avvenuto all’interno di una ditta con sede a Luzzara, uccisero un loro connazionale.

Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Latina a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

LA STORIADieci anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, è la condanna emessa in primo grado nel 2023 a carico dei due fratelli indiani Charanjit Singh e Paramjit Singh, 43 e 42 anni, imputati per la morte del connazionale 38enne Ranjeet Bains, residente a Motteggiana (Mantova), avvenuta il 7 febbraio 2022 nell’azienda metalmeccanica “Quattro B” a Codisotto di Luzzara, nella Bassa Reggiana.

Secondo le ricostruzioni, i due lo picchiarono con calci e pugni per poi colpirlo con un badile alla testa, al collo e alla schiena. Avrebbero voluto indurre la vittima a lasciare il posto di lavoro a favore di un loro parente, questa l’ipotesi del movente. Dalle perizie è, infatti, emerso pure l’uso di una pala in metallo da parte dei fratelli indiani. Elemento, questo, che aggravava la loro posizione, così come il capo d’accusa. Inizialmente le condizioni della vittima non sembravano gravi. Poi è emersa la crisi cardiorespiratoria mentre erano in corso accertamenti a bordo dell’ambulanza. Ogni tentativo di soccorso era risultato inutile, con il decesso avvenuto in pochi minuti nonostante l’intervento del personale dell’automedica e pure dell’elisoccorso.

Il pm Giacomo Forte aveva chiesto dieci anni, ritenendo sussistenti i futili motivi per la “sproporzione dell’azione aggressiva” e la sentenza del gup Dario De Luca ha accolto in pieno la richiesta. Nell’udienza di stamattina in tribunale a Reggio Emilia, i due accusati hanno reso dichiarazioni spontanee, chiedendo scusa e sostenendo che non volessero ucciderlo. I familiari della vittima – ammessi come parte civile (così come la Fiom Cgil) – avevano chiesto di riqualificare il reato in omicidio volontario.

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