TUTELIAMO APS: ECCO LE NOSTRE OSSERVAZIONI AL PIANO PINQUA DI APRILIA

A seguito della presentazione da parte del Comune di Aprilia del progetto PINQUA, che prevede la riqualificazione di alcune aree urbane e periurbane, l’Associazione Tuteliamo Aps ha inoltrato le sue osservazioni dopo attente letture dei documenti resi disponibili. “Chiediamo che tale progettazione tenga conto delle esigenze reali della collettività e dell’ambiente, in un momento storico in cui misure per il contrasto al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità dovrebbero essere anteposte a ogni altra necessità”

Criticità

La presente analisi si concentrerà unicamente sulla prima parte della sezione “A1 “Parco Lineare”, nel tratto compreso tra Via Carroceto e Via Toscanini, e sulle sezioni D01 e D02 del progetto 3, corrispondenti all’area dell’Ex Freddindustria e terreni limitrofi. La quantità e la qualità di interventi previsti in quest’area non può non destare preoccupazioni.

Proveremo a riassumere le principali criticità riscontrate:

1) L’area denominata “Parco Lineare” viene letteralmente tagliata in due per tutto il primo tratto da una strada di collegamento a due corsie per senso di marcia (praticamente una SS148 Pontina in mezzo alla città) che oltre ad occupare migliaia di metri quadrati (si stima circa un ettaro solo per questo primo tratto compreso tra via Carroceto e la prima rotatoria) di terreno sottraendoli al parco che perderebbe il motivo per essere definito tale, costeggiando il complesso scolastico Matteotti e compromettendo la stabilità ecosistemica dell’area umida del Fosso della Ficoccia, area che dovrebbe essere sottoposta a vincoli che ne garantiscano la tutela.

2) Le rotatorie che dovrebbero sostenere questa colossale infrastruttura di collegamento vengono progettate immediatamente a ridosso del fosso (prevalentemente sopra!) come se non tenessero conto dell’esistenza dello stesso, infierendo drammaticamente sulla sua sopravvivenza.

3) Parallela alla prima, viene progettata un’altra arteria a doppia corsia per senso di marcia (un’altra SS148 Pontina) che determina consumo e impermeabilizzazione di suolo agricolo a poche decine di metri di distanza, e appare decisamente ingiustificata.
4) L’arteria a due corsie per senso di marcia prosegue oltrepassando via Carroceto affiancando e sovrastando nuovamente il Fosso della Ficoccia, in un’area particolarmente critica in cui l’alveo segue un andamento irregolare.

5) Un ponte in ferro carrabile e ciclabile dovrebbe poi mettere in collegamento l’arteria 1 con via Bardi (ancora immettendosi e sovrastando l’interno del Parco Lineare).

6) Il bosco urbano, previsto per concessione del consorzio privato che ha rilevato il complesso industriale della ex Freddindustria, viene collocato al centro di un quartiere residenziale costituito da 9 palazzine da 7 piani l’una, senza che siano progettati corridoi verdi che lo mettano in comunicazione con altre aree a vocazione naturalistica (come dovrebbe essere il Parco Lineare). Inoltre, sorgerebbe su un’area occupata al momento da stabili industriali, con terreno compromesso sicuramente inadatto ad ospitarlo.

La quantità di interventi, principalmente di tipo viario, appare superflua rispetto alle reali necessità, a cui in una visione prospettica del futuro della città dovrebbero corrispondere invece strategie per la riduzione del traffico veicolare con soluzioni alternative, la minimizzazione del consumo di suolo che in questo stralcio di piano è inesistente, la presenza di veri spazi e corridoi verdi per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Infatti, il bilancio tra aree verdi ante operam e aree verdi post operam è nettamente in perdita, compromettendo, oltre che l’ambiente, anche l’accettabilità del piano proposto, data l’insostenibilità degli indici ambientali esaminati.

Sono totalmente assenti dal piano soluzioni alternative di mobilità urbana, per diminuire gli impatti ambientali, sociali ed economici generati dai veicoli privati che contribuiscono più degli altri alle emissioni di idrocarburi, motivo per cui andrebbero limitati.
Le emissioni maggiori si hanno a velocità basse come avviene in città ed interferiscono sui processi respiratori mentre alcuni tra gli idrocarburi policiclici aromatici sono cancerogeni. Esse sono la maggiore fonte di emissione di biossido di azoto (NO2) che oltre ad essere uno dei principali inquinanti dannosi per la salute è un precursore dell’ozono e del particolato che si possono formare nell’aria. I veicoli sono anche una fonte importante di particolato primario, prodotto non soltanto dai processi di combustione ma anche dall’usura di pneumatici e freni; infine, e non si tratta certo dell’ultimo dei problemi, sono una fonte molto rilevante di emissioni di gas serra.

Le amministrazioni pubbliche sono i principali responsabili della promozione e dell’organizzazione della mobilità sostenibile; con interventi finalizzati a ridurre la presenza degli autoveicoli privati negli spazi urbani per favorire la mobilità alternativa e leggera per una migliore qualità dell’aria che respiriamo e del vivere.

Sarebbe necessario prevedere con interventi importanti e vari un rafforzamento dei mezzi pubblici con la migliore combinazione tra trasporto pubblico locale e le diverse forme di sharing con spostamenti sicuri in bici con monopattini e a piedi, mezzi pubblici elettrici, e il rafforzamento di autobus a emissioni zero. Progettando stazioni che diventano centro di interscambio, di noleggio, con servizi di sharing mobility a emissioni zero.

Un altro aspetto da considerate dovrebbe essere la pedonalizzazione di gran parte del centro città e sottoporre l’uso delle auto a forti limitazioni.
Ci vogliono scelte importanti e coraggiose.
Le strade della città appartengono alle persone e non alle auto.

Bisogna dedicare estrema attenzione alla qualità dello spazio e delle sue varie componenti come il verde, la sicurezza per il pedone, l’intermodalità e la condivisione dello spazio da parte dei diversi utenti, perché sono questi i fattori di successo del piacere del camminare, dove la percezione della distanza da percorrere si accorcia se vi è qualità del percorso pedonale, mentre si allontana se aumenta il degrado, si diradano i servizi pubblici e se la sicurezza stradale non è garantita e percepita dal pedone.

Una città sostenibile, una città con una buona qualità del vivere, deve prevedere una serie di azioni rivolte esclusivamente verso un cambio radicale di rotta con interventi mirati per incentivare una mobilità sostenibile e non cementificazione con conseguente realizzazione di tangenziali interne alla cinta urbana dove vivono migliaia di persone.

Secondo i dati dell’istituto per la ricerca ambientale, Aprilia ha raggiunto nel corso del 2020 un consumo di suolo di circa il 14,3%.
Una crescita davvero preoccupante.
Bisogna avere cura del suolo come tutela della vita. Un concetto chiave, reso ancora più centrale e imprescindibile dalle esigenze odierne.

Non è un mistero che la transizione ecologica implichi l’avvio di strategie ad ampio raggio, né che la tutela del terreno costituisca una risorsa unica nella mitigazione del clima.
La città di Aprilia si deve avviare a grandi passi con progetti importanti a diventare una città sostenibile, una città verde, ecologica e a emissioni zero.

Le sfide da affrontare sono complesse, bisogna accelerare nella direzione giusta.

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