TROVATI CON OLTRE 10.000 FILE PEDOPORNOGRAFICI: ARRESTATO UN PEDOFILO DI LATINA

polizia postale

La Polizia di Stato ha proceduto all’arresto in flagranza di un uomo di 50 anni, residente in provincia di Latina, nell’ambito di un’attività di contrasto internazionale sugli abusi sessuali nei confronti di minori.

L’indagine è stata condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Lazio, in collaborazione con la Sezione Operativa di Latina ed è stata avviata a seguito di una segnalazione, per il tramite del Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia online (C.N.C.P.O.), relative all’utilizzo improprio dei social network e degli spazi di archiviazione virtuali. Grazie agli accertamenti tempestivamente effettuati e dall’analisi delle tracce informatiche, il personale specializzato risaliva al profilo di un utente destinatario di un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.

La successiva perquisizione informatica, operata sullo smartphone in uso all’indagato – dipendente di un ente pubblico a Roma – ha permesso di rinvenire numerosi file di natura pedopornografica che vedevano coinvolti bambini anche in tenera età ripresi in video raccapriccianti. Per l’uomo, incensurato, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari su ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario. La richiesta degli arresti è prevenuta dal sostituto procuratore di Latina, Valerio De Luca.

Stessa sorte per un uomo di 62 anni, residente in provincia di Roma, che è stato tratto in arresto per detenzione di un ingente quantitativo di materiale pornografico ritraente esclusivamente atti sessuali con minori anche in età prescolare.

L’attenta attività di perquisizione informatica, disposta dall’Autorità Giudiziaria, a seguito degli accertamenti svolti sui flussi informatici relativi ad episodi di archiviazione di materiale illecito su piattaforme di cloud storage, ha permesso di rinvenire nella disponibilità dell’indagato, numerosi file di natura pedopornografica, occultati all’interno di spazi virtuali protetti da password, ai quali è stato possibile accedere grazie alle moderne tecniche di indagine e all’esperienza maturata sul campo dagli operatori del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del Lazio.

L’attività di indagine, svolta con il coordinamento del Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia online (C.N.C.P.O.), prosegue ora con l’analisi del materiale sequestrato per individuare eventuali ulteriori responsabilità e per identificare i minori coinvolti.

La diffusione di servizi di cloud storage che consentono l’archiviazione in spazi virtuali sempre più ampi, capaci di contenere una grandissima mole di dati, unita alla semplicità di utilizzo di servizi di anonimizzazione sempre più diffusi, rendono l’approvvigionamento di video e immagini a contenuto pedopornografico sempre più agevole, saturando in breve tempo il mercato che richiede la produzione di contenuti sempre nuovi.

L’esposizione dei minori ai tentativi di adescamento sui social network è una delle tematiche di specifico interesse per la Polizia di Stato e di priorità della Polizia Postale. Necessita di una sempre maggiore formazione di genitori ed educatori, che viene effettuata attraverso campagne di sensibilizzazione promosse per fornire loro strumenti di conoscenza dei fenomeni, per stimolarli ad una attenta vigilanza.

A commentare al notizia Monica Sansoni, Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, già scesa in campo, in prima persona, sul territorio al fine di contrastare condotte di tale gravità: “L’obiettivo primario deve essere la formazione dei genitori, che devono essere i primi a vigilare e tutelare i nostri ragazzi. Dal 2012 mi occupo di sensibilizzare e formare docenti e famiglie sull’abuso minorile, ma ora è giunto il momento di convocare un tavolo tecnico interistituzionale multidisciplinare per raggiungere il maggior numero di genitori possibile”.

La Garante ha poi aggiunto: “La piaga della pedopornografia sta davvero dilagando e non possiamo restare fermi davanti a tutto ciò. È nostro compito – ha specificato – adoperarci per contrastare un cancro che va estirpato: non si può e non si deve più tacere. Per questo occorre maggiore formazione fra genitori ed educatori sull’esposizione dei minori e sui tentativi di adescamento sui social. Sull’argomento – ha concluso la Garante – mi adopererò per organizzare un convegno e degli incontri ad hoc, intensificando quelli che già svolgiamo in tutta la Regione Lazio, che coinvolgano anche gli agenti della Polizia di Stato e della Polizia Postale”.

La Garante è stata recentemente ammessa come parte civile in due processi penali per abusi sui minori a Tivoli e Latina.

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