“Comprendere a fondo il contenuto del bilancio d’esercizio della Asl di Latina che evidenzia, a fronte di un aumento delle spese sostenute nel 2021 pari a circa 70 milioni di euro rispetto all’anno precedente, ancora molte criticità irrisolte”. Questo l’obiettivo della nota inviata al direttore generale, Silvia Cavalli, e per conoscenza al presidente Zingaretti, all’assessore D’Amato e al direttore della direzione regionale salute, Annicchiarico da parte del consigliere regionale Giuseppe Simeone (Forza Italia).
“Dalla lettura dei documenti, infatti, – dichiara Simeone – è impossibile non rilevare una consolidata tendenza da parte della Asl di Latina a preferire, alla gestione interna delle attività che le fanno capo, l’affidamento esterno ai privati con un innalzamento dei costi in netta controtendenza sia all’esigenza di contenere i costi e valorizzare le professionalità a disposizione, sia a programmare e organizzare servizi e funzione nell’ottica di una spending review che non solo i tempi ma lo stesso piano di rientro a cui, nonostante l’uscita dal commissariamento, la regione Lazio è ancora soggetta, impone. Così come balzano agli occhi, sotto la voce “Emergenza Sanitaria Territoriale”, le somme spese per tale LEA per un importo complessivo pari a 7.840.193,50 euro”.
“Voce che risulterebbe, stando gli elementi in nostro possesso, una dicotomia con quanto contenuto nell’atto aziendale, approvato dalla Asl di Latina con deliberazione n. 541 del 16 maggio 2022, nel quale non è rilevabile la voce Livello Essenziale di Assistenza dell’Area distrettuale relativo all’Emergenza sanitaria territoriale, nonché con quanto, in diverse occasioni, manifestamente espresso da questa Azienda che, rispetto al funzionamento h24 dei Punti di assistenza territoriale (PAT) della provincia di Latina, ha sempre sottolineato che a questi afferiscono solo funzioni di assistenza territoriale in coordinamento con le strutture poliambulatoriali e che, pertanto, non sostituiscono i soppressi Punti di primo intervento, quali strutture della rete emergenziale sul territorio essendo tale funzione assicurata dall’Ares 118”.
“Inoltre, emerge con chiarezza un aumento della spesa imputabile ai costi sostenuti per l’affidamento esterno di servizi sanitari e amministrativi. Nello specifico la spesa per i soli servizi sanitari (case di cura, laboratori di analisi, centri di radiodiagnostica, centri di fisioterapia, ma anche servizi ospedalieri e territoriali) ammonta a 590.764.440, pari al 59% della spesa totale, che sommati ai 50.703.691 euro spesi per l’acquisto di servizi non sanitari (pari al 5% della spesa), si consolida nel 64% della spesa totale sostenuta. Risorse a cui si sommano le spese legali sostenute con affidamento di incarichi esterni, nonostante la presenza di un ufficio avvocatura interna e a quelle connesse ad un aumento della mobilità passiva, rispetto al 2020, pari al 14,4%, dei ricoveri per acuti, e dell’assistenza specialistica ambulatoriale, pari al 13,3%, presso strutture pubbliche e private accreditate”.
“E, in ultima analisi ma non meno importante, una contrazione della spesa sostenuta per interventi di manutenzione e riparazione, con una riduzione pari a 1.947.343 euro che, stando lo stato di salute delle strutture sanitarie della provincia di Latina, risulta essere di fatto una sottrazione in termini di servizi, qualità ed efficienza del sistema a danno sia del personale sanitario che del cittadino utente.
L’emergenza Covid 19, che ha segnato la sanità in questi ultimi anni, ha certamente motivato parte dell’aumento delle risorse impiegate ma non può giustificare in alcun modo il sistematico ricorso all’esterno per i servizi”.
Per quanto concerne le liste di attesa, ad esempio, gli sforzi, che nessuno mette in dubbio, da parte della Asl di Latina, per procedere al recupero delle prestazioni non erogate a causa del lockdown non hanno portato a risultati eccellenti considerato che i cittadini continuano a lamentare la possibilità di accedere a tali prestazioni nell’ordine di tempo non inferiore ad un anno. Punti su cui è necessario fare chiarezza – conclude Simeone – per capire come intervenire al fine di dare risposte alle nostre comunità ancora una volta le uniche a pagare il costo altissimo di una sanità che nonostante le eccellenze che la caratterizzano è strutturalmente impreparata a far fronte alla gestione dell’ordinario”.