“Dopo lunghi mesi di caldo e la siccità, anche la nostra Provincia, dopo Trentino, Irpinia e numerose altre zone d’italia, è stata colpita da nubifragi e trombe d’aria, che diventano sempre più frequenti e da cui nessun territorio può ormai ritenersi immune”. A dichiararlo, in una nota, Europa Verde Latina.
“Contro gli eventi meteorologici estremi, causati dalla crisi climatica, è indispensabile mettere in sicurezza il nostro territorio e l’intero Paese, e questa è anche un’occasione eccezionale per rilanciare l’economia. Il conto dei danni è di 7 miliardi di euro ogni anno, come stimato dalla protezione civile nel 2018″.
“Risulta quindi improcrastinabile la pianificazione e attuazione di politiche di limitazione, fino all’azzeramento, delle emissioni di gas serra. L’Italia deve triplicare i propri sforzi di riduzione delle emissioni come sua quota equa globale in linea con l’obiettivo di 1,5 gradi, riducendo le emissioni del 70% al 2030 rispetto al 1990 e procedendo verso la neutralità climatica da raggiungere nel 2045, come ad esempio previsto dalla Germania nella propria strategia energetica/climatica. Ma questo servirà solo a evitare maggiori disastri e dovremo purtroppo convivere con questi fenomeni”.
“Le piogge torrenziali causano danni maggiori, e spesso tragedie, a causa del l’eccessivo consumo del suolo, talvolta dovuto a costruzioni abusive in zone non idonee ed esposte a frane ed esondazioni, con tanto di puntuali condoni che di fatto hanno incentivato l’illegalità”.
“Come leggiamo nel rapporto 2022 del Sistema Nazionale della Protezione Ambientale:
“Il consumo di suolo […] non solo non rallenta, ma nel 2021 riprende a correre con maggiore forza, superando la soglia dei 2 metri quadrati al secondo e sfiorando i 70 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali in un anno”.
“La politica di tutti gli enti amministrativi, dal Governo fino ai Comuni, deve prenderne subito atto di queste evidenze, e agire per tutelare il territorio e i suoi cittadini: in primo luogo, protezione e ampliamento dei boschi, in grado di attenuare la violenza del ruscellamento dell’acqua, opere di difesa e contenimento zone più esposte, che non devono consistere in una ulteriore cementificazione, ma basarsi sui criteri dell’ingegneria naturalistica”.
“Nell’ambito delle competenze dei Comuni, tolleranza zero per le opere abusive, rielaborazione dei Piani Urbanistici che tenga conto delle nuove condizioni estreme. Un grande progetto di protezione e riqualificazione, una formidabile opportunità in termini di occupazione, di ricerca, di coinvolgimento soprattutto delle piccole e medie imprese attive su tutto il territorio nazionale“.
“Secondo una stima del Ministero dell’Ambiente di qualche anno fa, servirebbero 40 miliardi di euro: un investimento per il futuro perché eviterebbe i costi per i molti danni. Approfittiamo subito delle risorse europee del Recovery Fund per mettere in sicurezza il nostro territorio (Missione 2 Componente 4 del PNRR: “Tutela del territorio e della risorsa idrica”)”.