Traffico internazionale di sostanze stupefacenti e riciclaggio: maxi-blitz di Polizia di Stato e Guardia di Finanza, coinvolto un pontino
Nella giornata di ieri, 16 novembre, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e della Squadra Mobile di Napoli, del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e del Servizio Centrale Operativo (S.C.O.) della Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di ventotto persone, gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e riciclaggio.
Le indagini hanno consentito di disvelare l’operatività di un sodalizio criminale, con base operativa in provincia di Napoli, facente capo al noto (anche alle latitudini pontine, in special modo a Terracina per aver investito in immobili) narcotrafficante Raffaele Imperiale, dedito all’introduzione sul territorio nazionale (e all’esportazione verso altri paesi, tra cui l’Australia) di ingenti partite di cocaina.
Imperiale ha fatto sì che lo stupefacente proveniente dal Sud America, nascosto all’interno di container, raggiungesse via mare i principali scali marittimi commerciali europei grazie ad accordi, alleanze e joint ventures intrecciate, a partire da gennaio 2017, con narcotrafficanti sud americani ed europei di primissimo livello: sia colombiani delle famigerate formazioni paramilitari conosciute come Clan del Golfo, sia olandesi di origine marocchina che nel frattempo si affermavano sulla scena tra i principali gruppi criminali nel controllo del traffico di cocaina dal Sudamerica nei porti di Rotterdam (Paesi Bassi) e Anversa (Belgio), sia irlandesi.
Giunto sulla terra ferma, lo stupefacente veniva prelevato e trasportato su gomma da autotrasportatori compiacenti, per essere occultato all’interno di depositi, covi e nascondigli nella disponibilità dell’organizzazione, ubicati in Campania, Calabria, Emilia Romagna e Lazio.
Imperiale, già condannato in un precedente procedimento instaurato presso la Procura della Repubblica di Napoli mentre era in stato di latitanza a Dubai, è stato capace nel corso degli anni successivi di assurgere ad un ruolo assolutamente primario quale broker internazionale della droga. Un vero e proprio player mondiale che aveva in Bruno Carbone, altro broker napoletano del narcotraffico già condannato in via definitiva, il suo principale luogotenente. Carbone, peraltro, latitante dal 2003, secondo Il Foglio, è stato arrestato nei giorni scorsi in Turchia, dopo essere stato catturato lo scorso marzo nel nord-ovest della Siria da una milizia una volta legata ad al Qaida.
L’associazione per delinquere, oltre ad avere articolazioni in Europa, Africa e Sud America, poteva contare anche su una fitta rete di sodali attivi in varie regioni italiane. La consorteria criminale ha infatti intrattenuto stabili rapporti con clan camorristici di tutto il napoletano nonché con organizzazioni di stampo mafioso operanti in Calabria che, oltre ad approvvigionarsi di cocaina dal gruppo Imperiale, hanno fornito supporto nel recupero di ingenti partite di stupefacente in arrivo presso lo scalo marittimo di Gioia Tauro, grazie ad operatori portuali infedeli.
Una parte dei referenti della rete di distribuzione italiana di Imperiale è stata compiutamente identificata e arrestata (a fine marzo 2021) in un’operazione congiunta della Squadra Mobile di Napoli e del GICO, con sequestro di ingenti quantitativi di cocaina, di hashish e di denaro.
Gli appartenenti all’organizzazione erano in costante contatto tra loro grazie a sistemi di comunicazione crittografati (tra i quali Encro-Chat e Sky-Ecc), oggetto di indagine da parte di una squadra investigativa comune franco-olandese-belga e acquisiti attraverso una proficua collaborazione internazionale con l’Agenzia Europol e con l’Autorità giudiziaria francese ed olandese, coordinata da Eurojust.
Queste acquisizioni sono state sottoposte ad opportuna ed approfondita verifica, risultando perfettamente congruenti ed intersecabili con le autonome investigazioni condotte nell’ambito del procedimento instaurato presso la D.D.A. di Napoli ed articolatesi in attività di intercettazione telefoniche ed ambientali, videoriprese e riscontri sul campo (perquisizioni, sequestri ed arresti in flagranza).
Tali attività hanno portato alla completa ricostruzione della cerchia relazionale di Imperiale, non solo in Italia, consentendo di identificare i soggetti che coordinavano la gestione del denaro, impartivano disposizioni ai “corrieri” dello stupefacente e gestivano gli automezzi utilizzati per il trasporto della droga e del contante e, in generale, la filiera logistica a supporto dell’organizzazione. Nel complesso gli investigatori hanno ricostruito – da marzo 2020 a marzo 2021 – movimentazioni di cocaina per oltre 7 tonnellate, di cui 1,3 sottoposte a sequestro in Italia e all’estero.
L’organizzazione di Imperiale ha fatto ricorso, inoltre, a sistematiche condotte di riciclaggio e reimpiego dei proventi illecitamente acquisiti con il traffico di stupefacenti. In particolare, i proventi del narcotraffico sono stati in parte trasferiti all’estero (avvalendosi di sistemi di movimentazione monetaria alternativa, basata sull’opera di cambisti internazionali, c.d. Hawala) e, in parte, reinvestiti in attività speculative quali la compravendita di oro.
Tra gli arrestati nell’operazione il 49enne Marco Panetta, calabrese ma residente a Cisterna, che a gennaio è stato condannato a 3 anni e 9 mesi dal Tribunale di Latina. Il 25 agosto 2021, infatti, Polizia e dalle Guardia di Finanza di Napoli, in una operazione congiunta, avevano arrestato l’uomo a Cisterna, trovando 1675 chilogrammi di droga a bordo di un Tir parcheggiato in un capannone industriale utilizzato per il carico e lo scarico da una ditta di autotrasporto di cui Panetta è dipendente. Un’altra parte della droga era collocata in sacchetti della nettezza urbana.
Per una vicenda simile, Panetta era già stato arrestato nel 2013 e poi lasciato libero, in Francia, quando venne fermato a bordo di un tir al cui interno erano occultati 330 chili di cocaina. Droga collegata all’organizzazione messa in piedi da uno narcotrafficanti più conosciuti al mondo, Robert Dawes, inglese 51enne di Nottinghamshire (Regno Unito).
Ad ogni modo, a Panetta, come scritto nell’ordinanza, vengono contestati non solo trasporti di droga, ma anche di oro. Due gli episodi in cui l’uomo trapiantato a Cisterna avrebbe partecipato a una staffetta che partiva dalla Campania (Portici) e arrivava fino in Germania, passando per la città del nord pontino. Un carico di oro ammontava a 11,5 chili, un altro carico addirittura a 18. Secondo gli inquirenti, comprare ora era un modo per riciclare le grandi quantità di denaro proveniente dal remunerativo narcotraffico.
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Ecco di seguito i nomi destinatari delle misure dell’ordinanza della DDA di Napoli eseguite ieri 16 novembre: Allegretti Mario 50 anni di Giugliano (Napoli), Alvino Luca 46 anni di Napoli, Ballone Massimo 61 anni di Pescara, Bruzzaniti Bartolo 47 anni Invorio (Novara), Cammarota Luca 42 anni di Napoli, Cappelletti Carmine Amedeo 69 anni di Avezzano (L’Aquila), Carbone Bruno 45 anni di Giugliano (Napoli), Cerrone Gianmarco 29 anni di Giugliano (Na), Cerullo Antonio 46 anni di Napoli, De Matteo Raffaele 42 anni di Napoli, De Dominicis Antonio 32 anni di Napoli, Fontana Giovani 52 anni di Villa Literno (Ce), Franceschiello Giovanni 41 anni di Napoli, Gallo Ciro 50 anni di Giugliano (Na), Gentile Giovanni 65 anni di Andria, Gentile Giuseppe 40 anni di Rosarno (RC), Leone Bruno Francesco 65 anni di Melito di Porto Salvo (RC), Liguori Marco 42 anni di Mugnano di Napoli, Lucà Diego 34 anni di Cittanova (RC), Lucà Girolamo 67 anni di Ravenna, Mammoliti Giuseppe 51 anni residente a Duisburg (Germania), Mauriello Raffaele 33 anni domiciliato negli Emirati Arabi, Murolo Fortunato 52 anni di Mugnano di Napoli, Panetta Marco 49 anni di Cisterna di Latina, Puzella Antonio 56 anni di Solopaca (Bn), Simeoli Mario 45 anni di Marano (Napoli), Ursino Daniele 49 anni di Casagiove. Ed anche nei confronti dei soggetti attualmente residenti all’estero: Genovese Corrado 34 anni residente a Dubai, Imperiale Raffaele 48 domiciliato negli Emirati Arabi, Mirone David Charles 50 anni residente negli Emirati Arabi.