TRAFFICO DI CANI E FRODE A LATINA: DENUNCIATI IN TRE, CONTESTATA ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE

Latina: associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di animali da compagnia e frode in commercio. Scattano perquisizioni e sequestri

I militari del NIPAAF (Nucleo Investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale) di Latina hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione locale e personale emesso dal Procuratore Aggiunto della Procura di Latina, Carlo Lasperanza, a carico di tre soggetti residenti nel Comune di Latina. Gli stessi sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e al traffico illecito di animali da compagnia.

A seguito di attività investigative del Nucleo Investigativo – spiega una nota dei militari – si accertava infatti che le tre persone – un uomo di 50 anni, la sua compagna 54enne di nazionalità ucraina e la figlia di quest’ultima di 24 anni – reiteratamente e attraverso un’attività organizzata, pubblicavano on-line (per lo più sul portale Subito.it) numerosissimi annunci di diversi cani, tutti dichiarati essere di razza; in realtà nessuno di questi animali risultava avere il pedigree, né alcun attestato che potesse certificare la geneaologia del cucciolo.

Per tali motivi i cani, per essere correttamente commercializzati, avrebbero dovuto identificarsi con la dicitura di simil” o “meticcio” o “incrocio.

All’esito delle perquisizioni delegate, i Carabinieri del Nipaaf hanno rinvenuto numerosi medicinali ad uso animale, che sarebbero dovuti essere nella disponibilità del solo personale sanitario, in particolare delle cliniche veterinarie. Nell’abitazione, invece, si sono ritrovati anche molte fiale di vaccino animale per le quali c’è assoluto divieto di detenzione da parte dei privati, il tutto per un importo quantificabile in diverse centinaia di euro.

I militari hanno trovato nell’abitazione dei perquisiti anche 21 cani, di diverse razze, (simil bulldog francese, volpino e king cavalier charles); di questi ben 13 erano privi di sistemi di identificazione, ossia senza i microchip; per questo motivo, non essendoci alcuna tracciabilità della provenienza dei cuccioli, molto probabilmente provenienti dall’Est Europa, i soggetti sono presumibilmente responsabili anche del reato di traffico illecito di animali da compagnia.

Il succitato reato, introdotto dalla Legge 201 del 2010, punisce infatti chiunque, al fine di procurare a sé o ad  altri un profitto, reiteratamente o tramite attività organizzate, introduce nel territorio nazionale animali da compagnia privi di sistemi per l’identificazione individuale e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, dove richiesto, di passaporto individuale.

Gli animali, risultati comunque in buona salute, sono stati sequestrati e affidati in custodia all’attuale detentrice, in modo tale che ne sia vietata alcuna movimentazione, cessione o vendita.

Seguiranno ulteriori attività investigative ed approfondimenti finalizzate a individuare altri eventuali corresponsabili delle condotte illecite contestate.

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