Probabilmente edificata sulla pianta di una villa di Cicerone, quella di Torre Astura è ciò che resta di una fortificazione medievale costruita a sua volta su una piccola isola collegata alla terraferma da un lungo pontile. Torre Astura è una sorta di luogo primordiale, posto unico della costa pontina fruibile per soli due mesi l’anno perché ricade all’interno del Poligono Militare, esistente sin dal 1888.
Con Torre Astura talvolta viene indicata anche la zona che circonda il castello omonimo: i resti archeologici e storici, la pineta, la costa a sud-est necessitano tutti opere di conservazione e tutela che, ad oggi, non sono state mai attuate in maniera sistematica e corale. Una discontinuità del genere espone questo luogo prezioso al pericolo di diventare ciclicamente un vero e proprio immondezzaio, per mano di turisti incivili o per i rifiuti che il mare inconsapevolmente rigurgita.
Il degrado delle murature, delle strutture del castello, della villa ottocentesca che sorge di fronte alla fortezza sono apripista ad atti vandalici di chi approfitta dell’incuria istituzionale, probabilmente perché questo tesoro architettonico e paesaggistico non è elevato come dovrebbe a bene culturale locale e ambientale di estremo valore.
TORRE ASTURA, TRA ARCHEOLOGIA E STORIA
Eppure a Torre Astura si respira la storia: le prime testimonianze antropiche in quei luoghi risalgono a prima del IV secolo a. C. e proseguono in epoca romana, via via fino alla costruzione del forte per passare poi alla costituzione nel 1888 del Poligono Militare, teatro di scontri durante la II Guerra mondiale. Il castello che fu dei Malabranca, degli Orsini e quindi dei Colonna (che poi lo “girarono” al Vaticano), insieme alla spiaggia che perimetra la pineta ombreggiante regalano il godimento di panorami e scorci che mozzano il fiato e, al contempo, costituiscono essi stessi importanti testimonianze storiografiche.
Un sito storico ed archeologico che ha ispirato molti studi e progetti, dove è stato rinvenuto persino lo scheletro quasi intatto di un guerriero databile intorno al III millennio a.C..
Frontiera a nord della palude pontina, Torre Astura è stato un crocevia di genti che ha lasciato dietro di sé una miriade di oggetti di uso quotidiano come anfore e manufatti. Nonostante sia rimasto molto da tutelare, non è mai stata avviata alcuna campagna di ricerca archeologica su larga scala con metodi e strumenti moderni, probabilmente per l’attività ultracentenaria del poligono. I rinvenimenti dei reperti archeologici, di fatti, sono sempre stati casuali, fortunosi, laddove sfuggiti al saccheggio.
TORRE ASTURA E IL CINEMA
Da almeno mezzo secolo Torre Astura viene scelta come set cinematografico d’eccellenza di numerosi film e serie tv: da “Cleopatra” del 1963 con Liz Taylor, al “Pinocchio” di Comencini padre del 1972, al “Salvo D’Acquisto” con Massimo Ranieri del 1975 e, ancora, a “L’armata Brancaleone” del 1966 con Vittorio Gassman e “L’Arcidiavolo” di Ettore Scola sempre con Gassman nel ’66, a “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” del 2004, al “Festina lente” diretto da Lucilla Colonna nel 2015, per finire con “7 minuti” con la regia di Michele Placido e la miniserie “Luisa Spagnoli” entrambi del 2016.
Stendere il telo da mare sulla spiaggia di Torre Astura significa adagiarsi su posti immortalati nella storia da pittori, da poeti e da scrittori tra quali Gabriele D’Annunzio.
TORRE ASTURA E IL POLIGONO MILITARE
Nel Poligono che include Torre Astura si svolgono esercitazioni militari con artiglieria anche a scopo sperimentale e per questo l’area è interamente recintata e chiusa al pubblico. Anche se via mare, in teoria, la si può raggiungere tutti i giorni dell’anno (senza poter scendere a terra) questo è comunque vietato quando sono programmate attività di esercitazione nel poligono militare. Solo nei mesi estivi di luglio e agosto è consentito l’accesso ai bagnanti in alcuni tratti di spiaggia, tra cui quelli che circondano la piccola e affascinante fortezza. Le autovetture sostano all’ingresso e si prosegue a piedi.
In alternativa, sul fiume Astura, il quale, tra l’altro, risulta essere tra i più inquinati d’Italia, un privato traghetta i bagnanti a pagamento fino alla foce del fiume utilizzando un imbarcadero arraffazzonato ricavato tra le canne e la sponda del fiume. È un mistero su come si possa conciliare questa attività privata non gratuita con il Ministero della Difesa in veste di proprietario dell’area.
Torre Astura, relativamente alle esercitazioni militari, è stata citata nella quarta relazione prodotta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. In un passaggio si legge: “A seguito dell’esame testimoniale reso dal Maresciallo in congedo Giuseppe Carofiglio, la Commissione ha ricevuto una nota del Comandante Generale della Guardia di Finanza del 26 ottobre 2017, che indica la detenzione/presenza di 576 proiettili “API” realizzati con uranio impoverito. Tali proiettili sarebbero stati “smaltiti” in un’esercitazione presso il Poligono militare di Torre Astura (LT) nel 1994”.
TORRE ASTURA E IL PORTO DI ANZIO
Eppure l’intera area è minacciata dall’ampliamento del porto di Anzio. Il rischio è quello dell’aumento dell’erosione che già consuma i litorali di Nettuno e di Torre Astura stesse ma anche di quello compreso tra Latina e Torre Paola. Recenti indicazioni dell’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (sottoposto al controllo del ministero dell’Ambiente) raccomandano di escludere ulteriori interventi con opere rigide a mare.
L’area in cui ricade Torre Astura è stata altresì qualificata come SIC – Sito di Interesse Comunitario per la fascia litoranea e per i fondali marini, quindi ricomprese in un protocollo di gestione che dovrebbe essere assai stringente per non mettere a rischio la vitalità e l’esistenza stessa del patrimonio dell’ecosistema costiero-marino. Purtroppo, nella realtà quotidiana il SIC di Torre Astura risulta essere costantemente minacciato anche dall’inquinamento del fiume Astura: acque dolci contaminate da scarichi industriali illegali, dai rifiuti tossici percolanti abbancati lecitamente e non nella non lontana discarica di Borgo Montello, dall’agricoltura intensiva convenzionale delle terre limitrofe che sottrae acqua per irrigare i campi ed in cambio dona residui di pesticidi e fitofarmaci.
Quanto si dovrà attendere affinché Torre Astura venga considerata un gioiello tutto l’anno e non solo nei due mesi estivi in cui può essere ammirata?