TERRENI RICICLATI ED ESTORTI: CORVINO AI DOMICILIARI

Terreni riciclati ed estorti a Grazzanise, al Riesame è stato discusso il ricorso presentato dagli avvocati dell’imprenditore formiano

Destin diverso per il figlio, Ivanhoe, del capoclan dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone e l’imprenditore trapiantato a Formia, Pasquale Corvino, entrambi arrestati lo scorso 16 luglio dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Per gli inquirenti Ivanhoe Schiavone e il 54enne imprenditore Pasquale Corvino sono ritenuti responsabili in concorso dei reati di “riciclaggio”, “autoriciclaggio” ed “estorsione”, aggravati dall’agevolazione e dal metodo mafioso.

Ad ogni modo, il tribunale del Riesame di Napoli ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Massimiliano Raviele e Marco Schiavone, concedendo a Corvino la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Pochi giorni prima, lo stesso Riesame aveva rigetto il ricorso del figlio di Schiavone, lasciandolo in carcere. Presentato al Riesame anche un ricorso per il dissequestro dell’area.

L’indagine, condotta dal Reparto dal 2024 al 2025, attraverso attività tecniche, accertamenti patrimoniali e riscontri a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha consentito di accertare che i due indagati avrebbero impiegato, sostituito e trasferito denaro o altre utilità provenienti dai delitti commessi dalla consorteria criminale, attraverso una serie di operazioni concretamente idonee a ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.

È stato quindi svelato che l’esponente di vertice del clan dei casalesi, destinatario di numerosi provvedimenti giudiziari nonché di confisca di beni, prima della sua cattura, avrebbe acquistato la piena proprietà di due vasti appezzamenti di terreno, lasciandoli fittiziamente intestati al venditore e, alla sua morte, ai figli che li avrebbero locati a una terza persona.

A quest’ultima, i destinatari del provvedimento, avrebbero imposto, con metodi camorristici, di rescindere il contratto di affitto e non avvalersi del diritto di prelazione, al fine di consentire la vendita di quei terreni ad altre persone da loro individuate. I terreni, per un valore stimato in 500.000 euro, verranno sottoposti a sequestro preventivo: si trovano nei pressi dell’aeroporto di Grazzanise. In tutto 13 ettari.

L’intervento camorristico contro il locatario era stato denunciato da lui denunciato a settembre del 2019. La mossa per avvantaggiare la Aurora Agricola, locataria per alcuni mesi prima del formale acquisto del 2021 da parte della società San Luca. Aurora e San Luca appartengono alla famiglia Natale.

Le indagini sono state coordinate dalla Dda di Napoli, con il procuratore Nicola Gratteri e l’aggiunto Michele Del Prete.

Il padre di Ivanhoe, Francesco Schiavone, ritenuto per decenni l’uomo più potente della camorra casalese, è recluso al 41 bis dal 1998. Dopo 26 anni di carcere duro, nel marzo 2024 ha deciso di collaborare con la giustizia per poi essere espulso dal programma di protezione. Sono collaboratori di giustizia anche i figli, Nicola e Walter Schiavone.

È proprio “Sandokan”, in un verbale di quando stava collaborando (poi escluso per volontà dello stesso Procuratore Gratteri), a rivelare la proprietà dei terreni intestati alla famiglia Corvino: “Avevano 42 moggi proprio accanto alla proprietà di mio padre; io volevo prenderli in fitto per il foraggio, mi fu proposto di comprarli per 16 milioni di lire a moggio. Così di accordammo ma sono rimasti sempre intestati a Corvino”. Un simulazione, architettata negli anni Ottanta, per evitare le confische.

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