L’ultima sentenza di giugno della Corte Costituzionale ha sancito come incostituzionale l’obbligo di affrancare, prima della vendita, i terreni privati gravati dagli usi civici.
La sentenza della Consulta ribadisce che non è necessaria l’affrancazione prima della vendita delle terre di proprietà privata, in quanto i diritti di uso civico seguono il bene e i componenti della collettività possono continuare ad esercitare tutte le facoltà che gli usi civici conferiscono loro.
Sempre in questa sentenza viene chiarito che i terreni di uso civico sono disponibili ai creditori – vale a dire sono pignorabili – conservando pur sempre il vincolo.
Precedenti sentenze della Consulta avevano riaffermato che il diritto di uso civico da parte della comunità che storicamente lo detiene è un diritto perpetuo, che non viene scalfito neanche dall’affrancazione, e quindi dal pagamento della liquidazione da parte dei proprietari dei terreni.
Altre sentenze avevano affermato che il vincolo di destinazione agro-silvo- pastorale, non può essere derogato, a meno che l’amministrazione Statale autorizzi la così detta “sclassificazione”. Le ragioni della competenza statale sarebbero proprio nella natura del vincolo ambientale che, nella distinzione costituzionale delle competenze, spetta allo Stato e non alle Regioni.
Più in generale, come messo in evidenza da un recente studio del Consiglio Nazionale del Notariato, la Corte ha attratto sotto la potestà legislativa esclusiva dello Stato la materia degli “usi civici” equiparandola alla «tutela dell’ambiente» e poi anche nell’«ordinamento civile».
In questo senso, ad esempio, lo stesso studio del Consiglio Nazionale del Notariato, sottolinea come “i Comuni non possono avere compiti amministrativi concernenti la liquidazione dei diritti stessi gravanti su terreni privati, i quali, per la destinazione degli strumenti urbanistici generali e loro varianti, oppure, in mancanza di strumento urbanistico generale, in quanto ricadenti in aree urbanizzate come indicate dalla pianificazione paesistica regionale, abbiano acquisito carattere edificatorio”.
E si potrebbe continuare con l’enunciazione di una notevole mole di normativa e di sentenze della Consulta, non facile lettura.
La questione degli usi civici, infatti, è particolarmente articolata e complessa e non è affatto semplice per il cittadino, e spesso anche per le istituzioni locali e regionali, districarsi nei meandri di un complesso normativo stratificatosi nel tempo.
Per queste ragioni, il capo gruppo de L’Altra Città del Comune di Cori, ha inviato alla Regione ed agli organi competenti una richiesta affinché si attivino, anche con il supporto degli organi sovraordinati, per fare chiarezza e dare indicazioni certe ai cittadini.
Proprietari di terreni e di abitazioni gravati da usi civici si trovano infatti nella spiacevole situazione di doversi districare nella giungla della normativa e delle sue interpretazioni.
“Soprattutto con l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, i cittadini debbono sapere con certezza se la così detta liquidazione degli usi civici per i terreni privati è obbligatoriamente dovuta prima di un passaggio di proprietà. Così come deve essere chiaro cosa si può fare e cosa no, su un terreno gravato da usi civici. Nel frattempo – conclude Silvi – per evitare che si creino situazioni contestabili, sarebbe opportuno sospendere le attuali procedure di liquidazione”.
La richiesta del Consigliere Comunale è sicuramente rilevante non solo per il comune di Cori, ma per tutta Italia dove i terreni gravati da usi civici sono oltre 5 milioni di ettari.
Dall’altra parte, va a ragionare sugli effetti che questa situazione potrebbe avere sull’ASBUC – Dominio Collettivo di Giulianello constatando che le entrate o degli ultimi due bilanci 2021 e 2023, provengono per oltre l’80% dalle liquidazioni dei diritti di usi civici e il suo patrimonio di circa 4 milioni di euro è stato acquistato con le rate che i Comuni di Cori e di Cisterna di Latina stanno versando all’ASBUC per le vecchie liquidazioni.
“Se non è più obbligatorio procedere alla liquidazione i prima della vendita di terreni o beni gravati dagli usi civici, quali saranno le entrate dell’ASBUC? Inoltre la sentenza della Corte Costituzionale è retroattiva quindi si potrebbero ipotizzare azioni legali per la restituzione delle liquidazioni da parte di chi si è trovato costretto ad esborsi illegittimi?”.