Europa Verde Terracina sugli incendi boschivi 2020: Terracina brucia ancora con gravi danni per il patrimonio boschivo collinare e concreti rischi per le persone, gli animali, le proprietà. Il servizio comunale anti incendio boschivo (AIB) deve essere potenziato e si deve procedere velocemente e con costanza, efficienza, competenza
LA NOTA DI EUROPA VERDE – Sono passati vent’anni da quando una legge, fortemente voluta dai Verdi, ha introdotto nel codice civile il reato di incendio boschivo, e in questi giorni, in particolare dal 3 agosto, a bruciare, sono tante zone d’Italia e insieme a loro le meravigliose zone collinari della città di Terracina, in località Casaletti, Santo Stefano, Camposoriano molto vicine alle case e alle persone, ricche di vegetazione e animali selvatici.
“L’attività di prevenzione del rischio incendi boschivi – afferma Francesco Alemanni, responsabile organizzazione nazionale dei Verdi/Europa Verde, – è fondamentale al fine di tutelare l’incolumità delle persone e per evitare che il nostro patrimonio ambientale venga distrutto, a maggior ragione con una crisi climatica che è causa di danni incalcolabili ai territori e al settore agricolo lungo tutta la Penisola. Nel ribadire la nostra netta contrarietà alla scelta di sopprimere il Corpo Forestale dello Stato e nel chiederne, dunque, il ripristino, siamo convinti che occorra rafforzare il controllo del territorio e un monitoraggio costante che consenta di individuare le aree particolarmente a rischio e i possibili incendiari”.
La Regione Lazio aveva approvato già a maggio 2020 il nuovo Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2020-2022 (piano antincendio boschivo) che costituisce il documento programmatico fondamentale della Regione Lazio per organizzare e coordinare in modo efficace tutte le attività riguardanti l’antincendio boschivo, dalle fasi di previsione e prevenzione, alla formazione di personale regionale per la qualifica di Direttore delle Operazioni di Spegnimento (Dos) che affiancheranno i Dos dei Vigili del Fuoco, fino alla predisposizione di risorse e mezzi necessari al contrasto e alla lotta attiva al fenomeno incendi boschivi con le relative modalità attuative per organizzare la prevenzione, il lavoro a terra, e gli accordi con i Vigili del Fuoco e con la Protezione Civile e con tutto l’aggiornamento dei supporti informatici, banche dati e cartografia tutti geo-referenziati e integrati nel nuovo sistema informativo dell’Agenzia di Protezione civile. Nel Piano inoltre il modello di intervento coordinato dalla Sala operativa regionale è stato completamente ridisegnato a seguito del D.Lgs. 177/2016 e del nuovo sistema informativo di Protezione Civile. È evidente che questo nuovo Piano, per le sue numerose novità, avrebbe dovuto far scattare un adeguamento formativo e una revisione di tutta la Rete di Prevenzione AIB Comunale cosa che non ci risulta sia invece avvenuta.
Ricordiamo poi che il Comune di Terracina presenta un indice di “pericolosità incendi MOLTO ALTA” come riportato sempre sul Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2020-2022, (pagg. 255-256) e per questo è assolutamente necessario (vista anche la estensione e la preziosità dal punto di vista naturalistico delle aree ricadenti nel territorio comunale) ridefinire e potenziare il servizio di previsione, prevenzione e controllo delle aree a rischio, manutenere in modo costante le zone di interfaccia e delle fasce tagliafuoco, e adottare con urgenza tutti i provvedimenti stabiliti dai programmi e dai piani regionali compresi quelli relativi alla preparazione, alla formazione, alle dotazioni del nucleo di Protezione Civile comunale, e alla gestione dell’emergenza con la predisposizione di idonee procedure e relativi livelli di responsabilità, e soprattutto con esercitazioni periodiche, designazione di aree di raccolta dei cittadini per assicurare i primi soccorsi in caso di eventi che possono mettere a rischio la sicurezza delle persone.
Inoltre, il Comune di Terracina, anche se molto in ritardo, si è dotato di un Piano di Gestione e di Assestamento Forestale (PGAF), valido per il decennio 2020-2029, adottato con Deliberazione di C.C. n.21 del 16/04/2019, con la quale sono state definite le linee di indirizzo per lo Sviluppo Sostenibile del patrimonio silvo-pastorale e lo schema generale della Pianificazione Sostenibile delle Risorse Forestali, delle procedure di approvazione, di cofinanziamento e di attuazione, che include anche la mitigazione del fenomeno degli incendi attraverso interventi di sensibilizzazione e prevenzione ma non abbiamo traccia dell’adozione reale di questo Piano, che resta – per ora- lettera morta.
È poi necessario che il Comune di Terracina provveda alla redazione e alla attuazione operativa di un proprio Piano Anti Incendio Boschivo- PAIB, la cui redazione e aggiornamento deve essere quanto più partecipata dagli abitanti che conoscono tutte le caratteristiche del territorio, in modo che tali Piani contengano gli elementi di prevenzione della diffusione degli incendi e la pianificazione scientificamente corretta delle fasce taglia-fuoco, così come richiediamo che il Comune debba effettuare l’aggiornamento continuo del Catasto delle aree percorse dal fuoco, così come previsto dalla legge 353 /2000.
Gabriele Subiaco, co-portavoce e candidato Sindaco per Europa Verde Terracina, afferma “Dopo aver letto il comunicato del Sindaco ff. Roberta Tintari di oggi, come Europa Verde Terracina, riteniamo assolutamente inadeguato il livello di prevenzione e protezione garantito dall’Ente Comunale, che pure ha il merito di aver dato vita, nel 2018 e solo a seguito di un corposo esposto di Legambiente alla Procura di Latina, ad una Rete di Prevenzione volontaria, e sottolineo volontaria, per l’antincendio boschivo. La gestione dell’emergenza incendi, anche alla luce di quanto già tristemente accaduto in questa città nel 2017, è stata segnata fino ad ora da troppi e ingiustificati ritardi a tutti i livelli. Ai ritardi, si somma il numero insufficiente delle squadre di manutenzione e vigilanza dei boschi, e soprattutto l’assenza di strategie e di misure di adattamento al clima. In questo quadro si inserisce anche purtroppo il processo di riorganizzazione delle funzioni dell’ex Corpo Forestale ora assorbito nell’Arma dei Carabinieri, riforma alla quale siamo sempre stati fermamente contrari come Verdi/Europa Verde. Occorre cambiare rapidamente metodo di prevenzione e contrasto, servono più controlli, occorre aumentare a dismisura le pene per i piromani, rinforzare il corpo dei VVFF, utilizzare le nuove tecnologie (droni e satelliti) per rafforzare la sorveglianza e la vigilanza, aggiornare le mappe catastali con le zone incendiate e disincentivare il privato che guadagna sul numero di incendi. Ma serve soprattutto ricominciare a curare il territorio con una corretta manutenzione delle zone boschive che consenta di limitare gli effetti di un probabile incendio. Occorre poi rafforzare il sistema dei controlli e degli interventi delle Forze dell’ordine nei confronti dei criminali che appiccano gli incendi. Oggi, oltre il delitto di incendio doloso di cui all’art. art.423 bis del codice penale, si può e si deve applicare la legge sugli ecoreati (la n.68/2015) e in particolare il reato di disastro ambientale secondo quanto previsto dall’art. 452 quater del codice penale, uno dei nuovi delitti introdotti dalla legge, che usa la mano dura contro chi attenta alla salubrità degli ecosistemi, incrementando le pene fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti. Inderogabile il potenziamento dei corsi di formazione per le figure che devono svolgere la funzione di direzione delle operazioni di spegnimento (DOS) a cura delle Regioni e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, come pure fondamentale la realizzazione e aggiornamento costante del Catasto delle aree percorse dal fuoco da parte degli Enti Locali, finalizzato alla predisposizione dei vincoli di uso dei suoli, al fine di impedire speculazioni economiche sulle aree dove si siano verificati incendi, così come previsto dalla legge 353/2000. Inoltre, il ruolo degli Enti locali appare cruciale soprattutto nelle attività di prevenzione degli incendi attraverso la cura e tutela del territorio e delle aree boschive, attraverso lo studio e la predisposizione di misure di mitigazione del rischio, così come le attività di controllo e di avvistamento, necessarie per la realizzazione di interventi tempestivi di spegnimento, con la creazione di punti di osservazione per l’avvistamento precoce degli incendi coerenti con la struttura geomorfologica del territorio e con il movimento delle masse d’aria; con l’ adozione della procedura univoca di segnalazione per le emergenze che possa velocizzare eventuali interventi con una opportuna strutturazione delle segnalazioni; ma anche predisporre una formazione all’eventuale spegnimento di piccoli focolai di incendio mediante l’utilizzo di acqua che dovrà essere disponibile in punti strategici e ben identificati predisposti dall’Amministrazione. A tale proposito segnaliamo che quanto ora reso disponibile dalla Amministrazione (vasca di 8000 litri in localita’ Santo Stefano) era stato già richiesto a luglio da Legambiente Terracina, autrice in questi ultimi anni di numerosi esposti sulle vicende degli incendi a Terracina.
Infine occorre superare l’assenza cronica di strategie e di misure di adattamento al clima per pianificare e limitare le conseguenze del rischio di incendio e non avere solo un atteggiamento reattivo. Spesso corriamo tutti quando il danno è già fatto, a volte solo per contare i danni o evitare che qualcuno “ci rimetta le penne”. Invece le politiche di adattamento al clima sono fondamentali e vanno praticate con Piani di Adattamento anche locali (che le Amministrazioni devono predisporre) per avviare una seria valutazione delle vulnerabilità del nostro territorio (uso e consumo del suolo, siccità, consumo di acqua e sistema idrico, ondate ed isole di calore, eventi estremi di pioggia e rischio idrogeologico), dei rischi (incendi, frane, alluvioni, allagamenti, carenza idrica, etc) e dei danni (rilevanti a settori importanti come l’agricoltura, l’industria e il turismo, all’ambiente, alle infrastrutture). Vanno definiti obiettivi, strategie ed azioni di intervento, riportando con urgenza questi temi al centro delle politiche di governo della città e del territorio ma anche assegnando responsabilità precise ed obiettivi chiari agli Enti coinvolti, creando e diffondendo una nuova cultura basata sull’adattamento climatico. Perché quello che non spendiamo oggi, per proteggere il nostro territorio, lo pagheremo salato negli anni a venire. Allora è necessario affrontare il problema degli incendi, a tutti i livelli di responsabilità, con una pianificazione, una organizzazione, una strategia di intervento ed una preparazione adeguate perché correre all’ultimo momento solo per limitare e constatare i danni purtroppo non serve a molto”.