Non si ferma l’attività del comitato civico “No Parcheggio area del molo Terracina”: “Miope Declassare un’area di così ampio valore a parcheggio”
Venerdì 16 giugno la Presidente del comitato civico “No Parcheggio Area Molo Terracina”, Anna Mattiello, supportata dai membri del comitato ha prodotto ed inviato un’osservazione alla procedura di partecipazione attivata dal Comune di Terracina sul Piano della Mobilità Sostenibile per ribadire la totale contrarietà alla trasformazione dell’area demaniale del Molo in un mega parcheggio capace di ospitare 400 autovetture.
Come già per il Piano dei Porti della Regione Lazio, anche in questa occasione, il Comitato ha ritenuto doveroso far sentire la propria voce sullo stato di degrado ed abbandono in cui versa l’arena del Molo. Un luogo simbolo per la città che negli anni ha ospitato grandi eventi culturali e sportivi e che appartiene non solo all’immaginario collettivo della comunità terracinese, ma che per la posizione e i vincoli archeologici ed ambientali meriterebbe una riqualificazione ed una riabilitazione sociale vera, tornando ad adempiere all’originale destinazione turistica, sportiva e culturale a cui è destinato da sempre sia dal punto di vista urbanistico che dalla destinazione che la Regione Lazio, ente concedente, ha ritenuto mantenere negli anni.
“Declassare un’area di così ampio valore a parcheggio,” dichiara la presidente, “è una scelta miope dal punto di vista sociale, oltre che poco funzionale ad una mobilità che possa definirsi davvero sostenibile, considerando che si rischia di congestionare ulteriormente l’area portuale di mezzi privati a motore che invece andrebbero posteggiati all’entrata sud della città oltre la sponda est del canale Pio VI in un’area, quella di via Stella Polare che se organizzata e gestita adeguatamente potrebbe diventare un punto di snodo per auto, biciclette, navette e mezzi elettrici. Ecco perché continueremo a batterci perché le pianificazioni e le decisioni delle amministrazioni pubbliche tengano in considerazione le reali necessità della città e non i soli interessi economici di pochi”.