Dal 2 al 5 ottobre 2025 Terracina ospiterà l’XI edizione del Festival delle Emozioni, appuntamento ormai consolidato che porta nella città un dialogo tra cultura, psicologia, filosofia e vita quotidiana.
Quest’anno il filo conduttore intreccia tre grandi temi universali: la pace, l’amore, lo stress e il senso della vita. Tre esperienze che ci definiscono, ci sfidano e ci accompagnano ogni giorno, dal mondo antico alle inquietudini della modernità.
Si aprirà giovedì 2 ottobre con la tavola rotonda “La pace invincibile e l’educazione emotiva”, presso l’Aula Magna del Bianchini, con la partecipazione del Sindaco Francesco Giannetti, di Don Enrico Scaccia delegato del Vescovo di Latina e della Preside Margherita Silvestre. Un’occasione per riflettere su come trasformare i conflitti, grandi e piccoli, attraverso la consapevolezza emotiva e il dialogo.
Il Festival proseguirà con incontri dedicati all’amore, guidati dai professori Andrea Pagani e Deborah Lopresti, che ci accompagneranno tra passioni, cadute e possibilità di riparazione.
Spazio anche allo stress, compagno di viaggio della vita moderna: i professori Peppino Nicolucci e Stella Conte offriranno strumenti concreti per affrontarlo e regolarlo.
Non mancheranno riflessioni sulla vita significativa, con gli interventi della dott.ssa Giordana Ronci e della prof.ssa Daniela Merigliano, per esplorare come costruire un’esistenza coinvolgente e significativa.
La chiusura, domenica 5 ottobre alle ore 17.00, sarà affidata alla prof.ssa Maria Serena Sapegno (La Sapienza di Roma), con la conferenza “Travolti dalle emozioni? Vivere in un periodo di crisi”, una lezione preziosa per interpretare e trasformare le emozioni nei nostri giorni difficili.
Il Festival delle Emozioni 2025 invita tutti – cittadini, studenti, famiglie – a un viaggio di conoscenza e di partecipazione. Perché educare alle emozioni significa educare alla vita.
Il 2 ottobre 2025 presso l’aula magna del Bianchini alle ore 17.00 si terrà una tavola rotunda sulla pace invincibile. Parteciperanno il Sindaco di Terracina Dott. Francesco Giannetti, il delegato del Vescovo di Latina Don Enrico Scaccia e la Preside Dott.sa Margherita Silvestre.
La pace non è un’utopia, ma una competenza che possiamo imparare e allenare. In un mondo segnato da conflitti e tensioni; la vera sfida è trasformare lo scontro in incontro, la rabbia in dialogo. Lo hanno mostrato figure come Trasibulo, che ad Atene scelse l’amnistia invece della vendetta, e Mandela, che dopo l’apartheid preferì la riconciliazione alla rivalsa. La loro lezione è chiara: la pace non è silenzio imposto, né assenza di guerra, ma un’arte che nasce dall’educazione emotiva e dalla capacità di abitare le emozioni, ascoltare l’altro e cercare soluzioni condivise. Ogni conflitto – in famiglia, a scuola o nella società – può diventare occasione di crescita se impariamo a riconoscere e regolare le emozioni che lo muovono e a riconoscere I valori, gli interessi e l’identità di coloro che entrano in conflitto. Così, la pace diventa un’abilità quotidiana, un mattone per costruire convivenza e futuro comune.
Gli incontri del 3-5 ottobre. Anche quest’anno il Festival delle Emozioni torna a parlarci di ciò che ci attira, ci logora e ci dà luce: l’amore, lo stress e il senso della vita. Tre temi che potrebbero riassumere l’intera esistenza umana, dall’antica Grecia alle notti insonni davanti a uno schermo luminoso. E che vita sarebbe, del resto, senza amore, senza stress e senza il sogno (o la fatica) di darle un significato?
Partiamo dall’amore, l’argomento degli argomenti. Filosofi, poeti, musicisti e psicologi lo hanno messo al centro delle loro opere. Omero ci ha costruito guerre epiche, Dante ci ha costruito il Paradiso, e Freud ci ha costruito… un’intera teoria della psiche. Gli psicologi moderni sono ancora più diretti: “ogni dolore nasce da una delusione d’amore o dal crollo delle nostre storie d’amore.” Insomma, possiamo fingere di occuparci di economia o di politica, ma alla fine, in fondo al cuore, stiamo sempre parlando di quello.
E allora, come uscirne? I professori Andrea Pagani e Deborah Lopresti ci accompagneranno in un viaggio tra le pieghe dell’amore: i suoi ardori, le sue illusioni, le sue cadute, e, buona notizia, le sue possibili riparazioni. Perché, come diceva Oscar Wilde, “l’esperienza è il nome che diamo ai nostri errori”. E forse, riparare un amore è come aggiustare una bicicletta: serve pazienza, gli attrezzi giusti e la voglia di rimettersi in strada.
Poi c’è lo stress, la grande invenzione della modernità. Nessuno di noi deve più alzarsi alle cinque del mattino per andare a caccia di mammut o affrontare ogni tanto le invasioni barbariche, ma provate a prendere il treno delle 7.00 per Roma e ditemi se non è peggio. Trovare i parcheggi, aspettare le coincidenze… Lo stress è diventato il nostro compagno di viaggio: bollette da pagare, email che arrivano anche di notte, auto che si rompono nel giorno meno opportuno. Ci tocca conviverci, ma non senza difese. I Proff. Peppino Nicolucci e Stella Conte ci spiegheranno come affrontarlo con strategie di vita e percorsi di regolazione emotiva. In fondo, lo stress è come un ospite invadente: non possiamo cacciarlo subito, ma possiamo almeno decidere dove farlo sedere. Epitteto suggeriva che “non sono i fatti in sé a turbare gli uomini, ma i giudizi che gli uomini danno su questi fatti”.
Infine, la vita significativa. La psicologia moderna suggerisce una formula semplice e potente per conseguire il benessere: ridurre la potenza delle emozioni spiacevoli, coltivare quelle piacevoli e vivere in modo coinvolgente e significativo. Sembra facile, quasi da manuale di istruzioni. Ma come si fa, davvero, a costruire una vita che abbia senso? La dott.sa Giordana Ronci e la Prof.sa Daniela Merigliano proveranno a rispondere, ricordandoci che tutta l’esistenza è una questione di significato. Cesare aveva circa 30 anni e mentre si trovava in Spagna come questore si fermò a contemplare una statua di Alessandro Magno. Rifletté che Alessandro, alla stessa età, aveva già conquistato gran parte del mondo conosciuto, mentre Lui non aveva ancora compiuto nulla di grande. Si dice che pianse! Forse se ne ricordò nel momento di attraversare il Rubicone. La grandezza era parte del significato che voleva dare alla sua vita!
Noi non abbiamo fiumi da attraversare con le legioni, ma le nostre scelte quotidiane – nel lavoro, negli affetti, nei progetti – hanno lo stesso potere: decidono se la nostra storia sarà una cronaca da dimenticare o un romanzo, almeno per noi, degno di essere raccontato.
Ecco allora: amore, stress e significato. Tre dimensioni che ci definiscono, che ci sfidano. Ma noi non ci fermiamo mai a rifletterci sopra. Rimpianti molti, ma analisi e progetti mai! Al Festival delle Emozioni 2025 proveremo a parlarne con profondità e leggerezza, perché, come ricorda una massima zen: “La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”. E ballare, si sa, richiede ritmo, equilibrio… e qualcuno con cui condividere la danza.
Infine domenica 5 ottobre alle ore 17.00, a chiusura del Festival, avremo il piacere di ascoltare la prof.ssa Maria Serena Sapegno, docente di Letteratura italiana presso l’Università La Sapienza di Roma, tra le più autorevoli studiose della nostra tradizione letteraria. È un’esperta autorevole di scritture femminili ed è impegnata nella valorizzazione della posizione delle donne nella società. Tra le sue pubblicazioni principali c’è la monografia del 2018, Figlie del padre. Passione e autorità nella letteratura occidentale.
Nel suo intervento, dal titolo “Travolti dalle emozioni? Vivere in un periodo di crisi”, ci guiderà a riflettere su come affrontare, comprendere e trasformare le emozioni nei momenti più complessi della vita.