TENTATO OMICIDIO NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI LATINA: “SONO STATO ACCOLTELLATO SUL PETTO”

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Latina: lite tra due migranti presso un centro accoglienza degenera, ascoltato in udienza l’uomo accoltellato

Si è svolta davanti al collegio presieduto dal Giudice Laura Morselli, a latere i giudici Simone Sergio e Paola Romano, l’udienza delicata in cui sono ascoltati diversi testimoni, tutti stranieri, tra cui il giovane pakistano che la sera del 26 maggio 2022 fu accoltellato da un altro immigrato, entrambi ospiti del centro d’accoglienza gestito dalla coop Astrolabio a Borgo Podgora.

I fatti, come accennato, risalgono alla sera del 26 maggio, in un centro d’accoglienza straordinaria per cittadini stranieri, dove fu sfiorata la tragedia. Il 23enne del Gambia, Mamadou Barry, dopo un diverbio, secondo la ricostruzione dei poliziotti della Squadra Volante intervenuti sul posto, avrebbe accoltellato con un fendente al torace un coetaneo di origine pakistana per futili motivi. Quest’ultimo, immediatamente soccorso, fu trasportato presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti, dove rimase degente pur non non versando in pericolo di vita.

Secondo una prima ricostruzione, la vittima dell’aggressione aveva sorpreso il ragazzo africano mentre era intento a frugare nei propri effetti personali e per questo lo aveva redarguito invitandolo ad allontanarsi. In un primo momento, quest’ultimo in effetti si era allontanato diretto al proprio alloggio ma, poco dopo, aveva deciso di tornare dal giovane asiatico e, non curante della presenza di altri ospiti della struttura, lo avrebbe colpito dritto al petto con un coltello. Subito dopo, il 23enne avrebbe tentato di allontanarsi riuscendo a disfarsi dell’arma che aveva utilizzato, prima dell’intervento dei poliziotti che, comunque, riuscirono a bloccarlo.

Oggi, in aula, davanti al Pubblico Ministero Simona Gentile, è stata ascoltata proprio la parte offesa, ossia il giovane pakistano, anche lui di 23 anni, che, fortunatamente, si presenta ad oggi in salute e totalmente ripreso dall’aggressione subita la scorsa primavera.

Il giovane ha spiegato di aver iniziato a litigare con Barry dopo che questo era entrato nella sua stanza. Dapprima, il 23enne ha detto di aver chiamato un operatore della cooperativa che gestiva il centro a Latina, successivamente, placata solo apparentemente la lite, il gambiano si è ripresentato armato di una spranga di ferro.

Aiutato nel racconto da un interprete di lingua pakistana, il 23enne ha riferito che quando Barry si era presentato con il tubo di ferro ne era nata una lite tra di lui e altri amici della persona aggredita: due pakistani, un bengalese e un nigeriano. Al che, il giovane, visto il litigio nel frattempo spostatosi concitatamente nel giardino della casa gestita dalla cooperativa, ha provato a richiamare al telefono l’operatore di “Astrolabio”. È stato in quel momento che “Barry mi ha accoltellato vicino al petto”.

Durante il contro-esame della persona offesa, è emerso che Barry, tuttora in carcere e accusato di tentato omicidio, era solito infastidire gli altri ospiti del centro di accoglienza e, in particolare, aveva il vizio di entrare dentro le camere per rovistare e curiosare tra le cose.

È per tale ragione che è nata una lite che avrebbe potuto avere un epilogo tragico: il 23enne pakistano, avendo visto l’africano dentro la sua camera, aveva preso a redarguirlo generando la reazione di Barry. Il pakistano lo rimproverò: prima fu morso e graffiato da Barry sul dorso della mano e successivamente si passò alle vie di fatto. Proprio dopo il graffio alla mano, il ragazzo aggredito scese in giardino dove, però, non c’era nessun operatore pronto a sedare la lite o comunque a intervenire. “Quando ci stavano separando, Barry mi ha colpito“. Un fendente dato con un coltello da cucina trovato nella casa, senza che nessuno controllasse.

Dopo la parte offesa, sono stati sentiti un un altro giovane pakistano presente al momento dell’accoltellamento che ha confermato la versione del 23enne. “Quando Barry ha colpito, era sera – ha detto il testimone – dopodiché ha lanciato via il coltello“. Una tesi confermata anche da un altro testimone, un nigeriano che al centro di accoglienza si occupava della pulizia delle camere. “Ho visto un coltello, tutti lo abbiamo visto“.

Il processo, sicuramente non facile considerato che tutti hanno bisogno di un interprete, è stato rinviato al 4 maggio quando verrano interrogati un altro bengalese ospite del centro e l’operatore della coop che, in un primo momento, era intervenuto a placare la lite.

A margine, c’è da ricordare che, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia tenutosi lo scorso maggio, Barry aveva negato tutto davanti al giudice per le indagini preliminari Maria La Rosa, il quale aveva convalidato il suo arresto lasciandolo in carcere.

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